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Immagine del redattorePasquale Frisenda

Aldo Di Gennaro - Un Maestro per "Il Maestro"

Aggiornamento: 20 mag

Un disegnatore di valore assoluto, dotato di uno stile e di un'inventiva che sono sempre inesauribili fonti di sorprese.

"Aldo Di Gennaro ha raccolto fin da giovane l'impegnativo testimone della grande scuola degli illustratori italiani e statunitensi, aggiungendo il contributo di uno stile personale eccezionale. La freschezza delle sue opere deriva dall'entusiasmo di una costante ricerca, un entusiasmo contagioso che induce amore per la narrazione attraverso il segno". (Luigi Bona)


"L'originalità di un'opera dipende a volte da ciò che il suo autore non sa fare. C'è un'impotenza creatrice". (Nicolas Gòmez Dàvila) 


Aldo Di Gennaro, uno dei più grandi disegnatori, fumettisti e illustratori italiani, nasce a Milano il 20 aprile 1938. Arriva nel mondo del fumetto nel 1956 realizzando i suoi primi lavori per lo Studio D'Ami (il celebre e mitico studio di fumetti di Rinaldo Dami, conosciuto anche con lo pseudonimo di Roy D'Ami, da cui usciranno nomi come Gino D'Antonio, Mario Uggeri, Sergio TuisRuggero Giovannini, Ferdinando Tacconi, Sergio TarquinioEnrico Bagnoli, Dino Battaglia, Franco Bignotti, Renzo Calegari, Antonio Canale, Leone Cimpellin, Giorgio Trevisan e molti altri), dove si occupa soprattutto di storie di guerra per la casa editrice inglese Fleetway (collaborando in particolar modo con Tuis e Calegari). Disegna poi per il "Corriere dei Ragazzi" (storica rivista di fumetti italiana che prosegue la tradizione iniziata da "Il Corriere dei Piccoli", pubblicazione nata nel 1908), con storie come "Il treno del Sole", "Il piccolo cow-boy", "Piccole donne", "Fortebraccio Corsini", oltre che molte storie autoconclusive e realizzando moltissime illustrazioni (materiale in parte rintracciabile anche nei volumi "Selvaggio West" e "Soldati di ventura", editi dalla Ivaldi editore).


Già in questi lavori il talento non comune di Di Gennaro emerge e alcune sue caratteristiche - tra cui quella di non accontentarsi mai della prima idea che gli passa per la mente ma di cercare sempre soluzioni più raffinate ed efficaci, il continuo sperimentare tecniche grafiche che lo porterà ad eccellere nel campo dell'illustrazione, il profondo senso del racconto che questo disegnatore dimostra di possedere, che gli permette di condensare in una sola immagine e spesso anche di piccolo formato degli interi mondi o periodi storici - lo impongono all'attenzione prima dei suoi colleghi, poi degli editori e infine dei lettori. Successivamente si dedica quasi del tutto all'illustrazione, per pubblicazioni come la "Domenica del Corriere", o ancora il "Corriere dei Ragazzi" e "Corrier Boy" (ma non ama molto la linea adottata da quest'ultimo settimanale, che vuole scimmiottare "L'Intrepido"), oltre che per altre testate Rizzoli.

Inizialmente le tavole a fumetti di Di Gennaro, si rifanno chiaramente allo stile e al modello narrativo impostato da Alex Toth (un maestro del fumetto americano, che è stato ed è tutt'ora un riferimento per tantissimi disegnatori), e ne "Il piccolo cow boy", scritto da Mario Faustinelli, questo aspetto è evidente. 

Mai scontato, mai banale, mai prevedibile, lo stile di Di Gennaro si evolve con l'inizio di una nuova serie, "Il Maestro" (forse il più noto personaggio, insieme a  "Tommy river", scritto da Mino Milani, uno dei maggiori sceneggiatori e scrittori italiani, che ne firmerà tutte le storie), a cui il disegnatore milanese riuscirà a dare un'impronta grafica indimenticabile.

Il personaggio fa la sua comparsa per la prima volta sulle pagine del "Corriere dei Ragazzi" nel 1974, in occasione del restyling della testata, e le sue storie proseguiranno fino all'autunno del 1976, quando la rivista cambia nome e impostazione editoriale. Le storie de "Il Maestro" raccontano di antichi misteri e situazioni ricche di intrighi, e il protagonista è infatti uno studioso dell'occulto dotato di poteri al limite (e oltre) dell'umano che usa contro minacce altrettanto oscure. Vive a Los Angeles, in una grande villa, con una gatta, Nardysua occasionale e inconsapevole aiutante, e con un maggiordomo, Astor. La bella e intraprendente Velda Morris, tenente della polizia di LA, è sua amica (ma ne è anche infatuata) e spesso ne chiede l'aiuto. Le storie de "Il Maestro" si possono dividere essenzialmente in due gruppi: il primo costituisce il lungo ciclo dedicato allo "Scarabeo di Ara Tutna" e alla lotta che il Maestro ha con la malvagia dottoressa Jaga, che si è impadronita di questo oggetto magico (in realtà di provenienza extraterrestre) e se ne serve per soddisfare la sua sete di ricchezza e di potere.

Conclusa questa vicenda, il Maestro è protagonista di una serie di episodi autoconclusivi o che si sviluppano in un paio di numeri al massimo. Nella saga dello "Scarabeo di Ara Tutna" (raccolta in volume dall'editore Ivaldi nel 1983), Milani mescola diversi generi, tra cui l'occulto, i misteri dell'antico Egitto e la fantascienza, in avventure che portano i personaggi in giro per il mondo, mentre le storie che compongono la seconda parte di questa affascinante mystery tale tendono ad essere crepuscolari e malinconiche, e l'atmosfera si fa decisamente più gotica.

Oltre a Di Gennaro, che realizzerà la maggior parte degli episodi della serie (circa una ventina), collaboreranno alla serie de "Il Maestro" anche Giancarlo Alessandrini (poi co-autore di "Martin Mystére" con Alfredo Castelli) e, in un unico episodio, Ivo Milazzo (in uno dei suoi primi lavori, prima di diventare celebre con il personaggio di "Ken Parker"), realizzando delle tavole a matita poi inchiostrate dallo stesso Di Gennaro. Milazzo fu molto colpito dal modo di lavorare di Di Gennaro: serio, professionale ma anche pieno di improvvisazioni legate al continuo cercare soluzioni nuove e spesso davvero inedite.

Il personaggio de "Il Maestro", che fu plasmato sulle sembianze dell'attore Luigi Vannucchi, ottiene un particolare riscontro, segnalando definitivamente il nome di questo autore tra i lettori.


Gli anni successivi vedono le ultime storie a fumetti realizzate da Di Gennaro, anche su "Corrier Boy", ma poi abbandona il mondo del fumetto (che trova molto faticoso da realizzare) e, salvo occasionali eccezioni, si dedica del tutto all'illustrazione, collaborando alla "Domenica del Corriere" e per diverse altre testate Rizzoli ("Salve", "Amica", "Corriere Salute", "Qui Touring", "Capital"), oltre a realizzare molte copertine di narrativa per Rizzoli Libri e il Club degli Editori. Suoi lavori appaiono anche su "Heart-Out" di Henry Holtz (editrice Cartacanta).

Un disegnatore di valore assoluto, e il suo stile e la sua inventiva si rivelano inesauribili fonti di sorprese, riuscendo sempre e in qualunque occasione a raccontare e a sottolineare con i suoi disegni tutti gli articoli che è chiamato a illustrare, molto più che mille parole.

Curioso e attento, si avvicina a tutto quello che viene pubblicato nel mondo del fumetto e dell'illustrazione, senza nessun pregiudizio iniziale, cercando sempre (e spesso trovando) nuove idee in quello che vede e legge, che poi riporta, filtrandole attraverso la sua particolare ottica, nelle sue opere. Tra i suoi riferimenti principali si possono comunque intravedere Karel Thole e Ferenc Pinter (due dei massimi illustratori che si sono mossi nel '900), ma soprattutto, e a detta dello stesso Di Gennaro, il suo lavoro è debitore verso la lezione di Giorgio De Gaspari (e QUI potete trovare un suo ritratto scritto da Luca Boschi), considerato il più grande illustratore italiano di sempre.

Di Gennaro prosegue la sua attività di illustratore anche nelle varie collane degli Almanacchi che la Sergio Bonelli Editore dedica annualmente a molti dei suoi personaggi, tra cui "Tex", "Zagor", "Martin Mystére" e "Nathan Never", e questo diventa, negli ultimi anni, il suo impegno più continuativo. Qui segnalo anche "Delitti di casa nostra: Una storia del giallo" (2000), un libro reso prezioso dall illustrazioni in bianco e nero di Di Gennaro.

Una mostra itinerante a lui dedicata, "Aldo Di Gennaro - Il maestro, il disegno e l'avventura", è stata ospitata di recente in diversi e prestigiosi spazi, come il Napoli Comicon, il MUF, il Museo del fumetto e dell'illustrazione di Lucca, e, infine, il WOW Spazio Fumetto, il Museo del Fumetto, dell'Illustrazione dell'Immagine animata di Milano. 


Nella mostra sono state esposte oltre 100 opere originali, che raccontano la straordinaria capacità di questo disegnatore e ne ripercorrono l'intera carriera. Nell'introduzione al catalogo della mostra, Luca Boschi scrive: "Attraverso le illustrazioni e le tavole di questo grande plasmatore di immagini, noi lettori di oggi siamo letteralmente catapultati negli anni gloriosi in cui le migliori pubblicazioni destinate ai ragazzi italiani si impegnavano a spiccare un salto di qualità". Ma su di lui e sulla sua arte hanno scritto quasi tutti i maggiori rappresentanti del fumetto italiano (e sempre con convinzione, quando non proprio con commozione) tra cui Alfredo Castelli (che firma una divertentissima introduzione al volume "Aldo Di Gennaro: Linee di Fuga", pubblicato nel 2001 dalla Glamour International Production nella collana "Profili") e Sergio Bonelli, che è stato uno dei suoi più accaniti ammiratori: "Dovremmo passare molto più tempo insieme, Aldo Di Gennaro e io. Sì, ci vediamo abbastanza spesso qui in ufficio, è vero: lui mi mostra - sempre sorprendendomi - l'ultimo dei suoi capolavori che impreziosiscono i fascicoli della nostra Collana Almanacchi, mentre una delle segretarie ci offre un caffè, in cucina, dove improvvisiamo una chiacchierata frettolosa, interrotta da qualcuno che cerca me oppure da un suo collega ''in erba'' che approfitta della sua presenza per ''rubargli'' qualche segreto del mestiere...".

Di recente l'autore è tornato a disegnare storie a fumetti, e nel 2011 ha realizzato il suo primo lavoro per l'indagatore dell'incubo, una breve storia scritta da Michele Medda e ospitata nel "Dylan Dog Color fest" n. 7. 

Di Gennaro è stato poi scelto anche per ricoprire il ruolo di copertinista per "Le Storie", una delle nuove collane mensili della Sergio Bonelli Editore, composta di episodi autoconclusivi e scollegati tra loro.


Nella sua lunga carriera stato insignito di molti e prestigiosi riconoscimenti:

- Premio Montereggio per la Copertina dell'anno (1985) - Premio "Caran D'Ache" come Migliore illustratore (1996, Roma) - Targa "A un Maestro del Fumetto e dell'Illustrazione" (2001, Lucca) - Premio "Fumo di China" (2002) - Premio Anafi (2002) - Premio "Eroe del Fumetto" (2009, Cartoomics, Milano)


QUI trovate il suo sito, che offre una corposa visione della produzione dell'artista.


Infine, vi lascio con un video (girato al WOW di Milano nel 2012, durante l'esposizione della mostra a lui dedicata) dove è lo stesso Di Gennaro a parlare del suo lavoro:

Buon ascolto e, nel caso, buone letture! 


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