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  • Immagine del redattorePasquale Frisenda

Alex Toth - Un riservato genio del fumetto

Aggiornamento: 28 mar 2022

Autentico Maestro del disegno, il suo lavoro, tanto essenziale quanto elegante, risultò essere sempre innovativo, sia sul piano della narrazione che su quello quello grafico.

"Come dice Noel Sickles: "Capite come è fatta una cosa e non avrete problemi a disegnarla." (da "Ten rules for drawing comics: Alex Toth")

"Ricordate, certe scene saranno di passaggio, non importanti, e noiose, perché sono di "ponte" verso scene chiave nella narrazione. Come in ogni mezzo narrativo, sia cinema, TV, libri, teatro, opera, pittura, ecc, non si può stupire a ogni scena. Ricordate, è questo che dà ritmo alla storia, come fossero virgole grafiche e punti in un "paragrafo" o "frase" illustrata! Sono punti dove prendere fiato in quella che altrimenti sarebbe una tempesta di movimento. Usateli. Senza paura." (da "Ten rules for drawing comics: Alex Toth")


Figlio unico di due emigranti ungheresi, Sandor (Alexander) e Mary Elizabeth, Alex Toth nasce a New York il 25 giugno del 1928. E' stato uno dei maggiori e più influenti fumettisti statunitensi, capace di imporre uno stile tanto efficace e incredibilmente moderno a livello narrativo quanto essenziale come segno grafico (sviluppando nelle sue tavole un uso del bianco e nero a dire poco straordinario), e che diventerà un riferimento per molte generazioni di fumettisti a lui seguite (in una classifica della rivista Wizard Magazine sui dieci disegnatori di fumetti più influenti, Toth è risultato settimo), ma, nonostante questo, a differenza di altri autori di quel periodo e per motivi poco comprensibili, non ha mai raggiunto quel livello di popolarità nel pubblico che indubbiamente gli spettava, rimanendo curiosamente sempre un autore un po' di nicchia.


Condizionato sin da piccolo dai mestieri dei suoi genitori, ambedue artisti (il padre è un suonatore di violino e cembalo, ma che scrive, dirige e interpreta anche alcuni drammi e suona per alcuni programmi radiofonici, mentre la madre è una musicista, appassionata di canto e con una certa inclinazione per il disegno), Alex Toth comincia precocemente a realizzare i suoi primi disegni, che lo porteranno gradualmente ad avvicinarsi alla scoperta del fumetto. La sua fantasia è poi continuamente stimolata dall'ascolto dei vari serials di stampo avventuroso che giornalmente vengono trasmessi per radio e che lo inducono a immaginare e a trasferire sulla carta le scene che ascolta. Quell'esercizio gli è di grande utilità per affinare la sua naturale predisposizione per il disegno, tanto che il suo insegnante di comunicazione visiva alle scuole medie la nota e lo indirizza alla High School of Industrial Arts, dove l'approfondimento dello studio dell’illustrazione gli permetterà di perfezionare le sue grandi capacità grafiche.


Toth approda nel mondo del fumetto nel 1947, fortemente influenzato dalla lezione di Noel Sickles e di Milton Caniff, due maestri assoluti del fumetto nordamericano, ma anche dal lavoro di Robert Fawcett ("l'illustratore degli illustratori", come venne soprannominato), collaborando con la casa editrice National (la futura DC Comics) a serie come "Atom", "Flash" ("The Flash") e "Lanterna verde" ("Green Lantern"), e successivamente come assistente di Warren Tufts.

Dopo aver realizzato diverse serie a sfondo bellico, passa alla Western Publishing dove disegna le trasposizioni a fumetti di film e telefilm; tra queste è sicuramente da segnalare quella davvero splendida di "Zorro", il famoso eroe mascherato in quegli anni interpretato da Guy Williams in un telefilm prodotto dalla Walt Disney Pictures ma nato nel 1919 dalla fantasia di Johnston McCulley. Quelle storie sono state pubblicate in Italia in un volume dalla casa editrice Nona arte (trovate QUI l'introduzione scritta da Howard Chaykin):

Nel 1960 diventa direttore artistico della serie d'animazione "Space angel" e nel 1964 passa a lavorare negli studios di Hanna-Barbera. Torna poi al fumetto disegnando storie autoconclusive, mentre negli anni '70 va segnalato il suo contributo al personaggio di "Vampirella". Nei primi anni '80 disegna le prime due storie di una nuova serie che diventerà famosa: "Torpedo 1936" su testi di Enrique Sanchez Abuli, personaggio che poi abbandona perché non si sente in linea con il linguaggio, la durezza e i toni violenti delle storie, per quanto pregne di sarcasmo e ironia. Torpedo viene quindi affidato alle matite di Jordi Bernet, un disegnatore più visceralmente affine al personaggio ma che porta comunque avanti la lezione grafica di Toth. Tra i suoi lavori successivi spicca sicuramente "Jesse Bravo", pubblicato in Italia inizialmente dalla rivista Comic Art e di recente raccolto in volume sempre da Nona arte. Nella sua lunga carriera ha realizzato poi una significativa quantità di storie brevi, materiale dove forse ha espresso al meglio la forza innovativa del suo talento, sia graficamente che narrativamente.


Alex Toth viene a mancare il 27 maggio del 2006, mentre è ancora al lavoro.


Toth è ricordato anche come esempio di correttezza, semplicità e di serietà professionale, un autore che, pur di non andare contro ai suoi principi, difficilmente si piegò a dei compromessi. In una autobiografia apparsa qui in Italia in un numero del "Ken Parker magazine" si legge: "Ho lavorato in molti settori dell’editoria, cinema e TV, e non ce n'è uno che preferisca agli altri. Mi sta bene qualsiasi proposta, purché intelligente e visivamente stimolante…e che abbia caratteristiche di semplicità. Io funziono meglio quando sono alle prese con abilità, motivazioni, talento e preparazioni sincere. In un professionista detesto la stupidità, l’ignoranza e l’arrogante superficialità per il mestiere; e me ne sono fatti di questi nemici negli ultimi 33 anni! Per lo più a mio svantaggio, devo dire. Ma sono quel che sono, ed è l’unico modo che conosco per vivere onestamente. Agire e parlare franco."


Tra i tanti riconoscimenti ricevuti nella sua carriera, segnalo quello del 1981, dove Toth fu insignito dell'Inkpot Award alla San Diego Comic-Con International.

Sono davvero molti e spesso splendidi i libri dedicati alla sua figura e alla sua produzione, ma vorrei qui consigliare almeno i tre meravigliosi volumi pubblicati recentemente dalla casa editrice IDW, ovvero "Genius, Isolated: The life and art of Alex Toth" di Bruce Canwell e Dean Mullaney: pubblicazioni immancabili nelle librerie di ogni vero appassionato della nona arte.


Trovate QUI invece una lunga e interessante intervista all'autore, mentre QUI e QUI due blog a lui interamente dedicati, dove poter scoprire curiosità e ovviamente moltissimi suoi lavori.


Buone letture!








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