Brevi segnalazioni su singole storie, albi, libri e serie rigorosamente a fumetti.
"Orient Express" - rivista diretta da Luigi Bernardi (Italia - 1982)
La rivista esordisce nelle edicole nel giugno 1982 (per le Edizioni L'Isola Trovata, casa editrice fondta nel 1978 da Luigi Bernardi e rilevata proprio nell'82 da Sergio Bonelli) con una splendida copertina realizzata da Roberto "Magnus" Raviola in occasione della pubblicazione di una nuova avventura de "Lo Sconosciuto" (il celebre personaggio dell'autore dato per morto nel finale dell'ultimo numero della breve miniserie originale, composta di 6 numeri in tutto. La storia che inizia sulle pagine di "Orient Express", intitolata "Full-Moon a Dendera", ce lo mostra invece vivo e vegeto; il lasso di tempo che separa la presunta morte di Unknow da questo episodio è narrato ne "La fata dell'improvviso risveglio", breve storia realizzata da Magnus sempre per questa rivista. Della serie de "Lo Sconosciuto", la rivista ospiterà poi anche "L'uomo che uccise Ernesto "Che" Guevara", una delle storie di Magnus più complesse ed elaborate).
Sul primo numero trova spazio anche "Acherontia Atropos", una breve storia inedita di Milo Manara, autore che comunque non realizzerà altri fumetti per la rivista, ed appare di nuovo poi anche il "Johnny Focus" di Attilio Micheluzzi (nato nel 1974 sulle pagine del "Corriere dei Ragazzi". Sempre di Micheluzzi arriverà poi anche la splendida serie di "Air mail", ambientata nei ruggenti anni '30), "Ivan Timbrovic" di Massimo Cavezzali e, soprattutto, "Rapsodia ungherese", la prima avventura in cui si vede coinvolto Max Fridman, l'affascinante personaggio di Vittorio Giardino.
L'editoriale firmato da Bernardi sottolinea la chiara intenzione nel voler dare spazio al fumetto italiano, con la pubblicazione di materiale inedito e accuratamente selezionato. La rivista si rivela anche essere qualcosa di (profondamente) nuovo per l'editoria fumettistica del nostro paese, con la "scoperta di una scuola italiana, che si pensava inesistente, e che ha invece caratteristiche originali rispetto a quelle di altri paesi, capace di adoperare la fantasia non per inventare nuovi mondi, ma rendere più convincente e avvincente il nostro...". Basta gettare uno sguardo ai fumetti pubblicati sulle sue pagine di "Orient Express" (spesso chiamata solo OE dai suoi estimatori) per capire come queste idee iniziali siano state poi rispettate. Sulla rivista trovano ospitalità grandi autori che danno vita sia a nuovi personaggi, che diventeranno celebri, e/o riproponendo importanti protagonisti del fumetto già apparsi su pubblicazioni precedenti, e, ad esempio, per OE riprendono infatti anche le avventure di "Ken Parker", di Giancarlo Berardi e Ivo Milazzo, con un capolavoro come "Un principe per Norma" realizzato insieme a Giorgio Trevisan (ma per la rivista, Berardi e Milazzo creeranno anche l'ottimo "Marvin il detective", personaggio in linea con il miglior hard-boiled americano), e la serie noir del "Sam Pezzo" di Vittorio Giardino (già pubblicato, come anche il personaggio di Cavezzali, su "Il Mago", altra rivista di indubbio valore). A questi autori si accompagnano poi lavori di altrettanti grandi nomi del panorama fumettistico italiano, come Renzo Calegari, Gino D'antonio, Ferdinando Tacconi, Sergio Toppi, Daniele Panebarco, Giancarlo Alessandrini e Sergio Zaniboni, ma si vedranno anche opere di Alberto Breccia ("Perramus", scritto da Juan Sasturain), Alejandro Jodorowsky ("Il Dio geloso", realizzato in coppia con Silvio Cadelo) e Moebius ("Sulla stella"), oltre che l'esordio in Italia de "Le sette vite dello sparviero", la splendida serie di Patrick Cothias e Andrè Juillard.
Ma queste sono ancora le firme più note, mentre la rivista selezionerà anche alcune di quelle che sembrano essere valide promesse del fumetto: "Orient Express", infatti, da contenitore che è portavoce e spinta della scuola italiana del fumetto, intesa nel senso più tradizionale del termine (diversa cioè dagli aspetti più provocatori ed avanguardistici di una rivista come "Frigidaire", nata solo pochi anni prima, nel 1980), cerca comunque di restare aperta a nuovi stili e idee, ed alcuni autori, che effettivamente diventeranno nel giro di poco tempo conosciuti a livello internazionale, vengono pubblicati sulle sue pagine, tra cui Franco Saudelli (che per OE creerà il personaggio dell'investigatore privato "Porfiri", da lui scritto e disegnato, oltre che la serie di stampo postatomico "Iberland", con lo sceneggiatore Ottavio De Angelis, e "La figlia di Wolfland", storia scritta invece da Ricardo Barreiro e ambientata in una versione ucronica dell'Europa rimasta sotto il tallone del nazismo), Massimo Rotundo (con il fantascientifico "Il pescatore", sempre con Barreiro), Paolo Eleuteri Serpieri (con il western "L'indiana bianca" e altri racconti brevi), Roberto Baldazzini (con il noir "Un giorno soltanto") e Carlo Ambrosini (con le avventure medioevali intrise di esoterismo di "Nico Macchia"), o ancora Daniele Brolli, Ugolino Cossu, Antonio Fara, Giuseppe Ferrandino e molti, molti altri (la lista completa degli autori e delle serie pubblicate nella rivista la trovate QUI).
Nel dicembre 1983 fa la sua comparsa in edicola anche il primo numero della collana di volumi brossurati "Gli Albi di Orient Express", con "Coppia a perdere" di Gianni Carino e Sergio Staino. E' il primo albo di una lunga serie che porterà Gli Albi nelle edicole fino ai primi mesi del 1990, per un totale di 51 numeri della serie regolare e tre albi speciali. Il primo dei tre speciali, "Omaggio a Dino Battaglia", viene pubblicato come supplemento al n.1, ed è dedicato all'opera del maestro veneziano, mentre gli altri saranno "Gli abitanti del crepuscolo", del grande autore francese Caza, e "Rebecca - I testamenti di Sant'Ambrogio - Scene di caccia", di Renato Queirolo e Anna Brandoli. Questa nuova collana rimanda già nel titolo alla rivista, e gran parte dei fumetti pubblicati è in effetti una riproposizione in volume di quanto già visto a puntate sulle pagine di OE, ma qui trovano spazio anche fumetti ospitati su altre riviste, come il "Roy Mann" di Tiziano Sclavi e Attilio Micheluzzi, e "A nostra immagine", di Ottavio De Angelis e Franco Saudelli (pubblicati entrambi invece sulle pagine di "Comic Art"). Su "Gli albi di OE", si vedranno poi Giorgio Trevisan (con "Le avventure di Sherlock Holmes", in coppia con Berardi), Giorgio Cavazzano e Tiziano Sclavi (con "Altai e Johnson"), Alfredo Castelli, Milo Manara, Antonio Tettamanti, Enea Riboldi, Victor De La Fuente, Giacinto Gaudenzi.
La rivista, composta da soli trenta numeri, viene pubblicata dal giugno 1982 al marzo 1985. Pochi anni di attività (due anni e mezzo, circa), che hanno però permesso ad "Orient Express" di diventare comunque uno dei migliori contenitori di fumetti realizzati in Italia, e di restare nel cuore di tanti lettori appassionati. Me compreso.
Buone letture!
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