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Immagine del redattorePasquale Frisenda

Mario Uggeri - L'artista vero

Aggiornamento: 6 set 2023

Dotato di un tratto inconfondibile, conferiva letteralmente vita alle figure che ritraeva, sempre naturali e plausibili, grazie ad un disegno incredibilmente espressivo e con colori densi di atmosfere.

"L'emozione che mi procura la notizia che devo illustrare mi coinvolge molto. E' una cosa essenziale, per me. Non ho grandi ambizioni, mi considero un artigiano, se poi vengono dei lavori ben fatti tanto meglio. Sono però orgoglioso di aver illustrato i maggiori fatti di cronaca del XX secolo". (Mario Uggeri)


"Non sono niente, Non sarò mai niente. Non posso voler essere niente. A parte ciò, ho in me tutti i sogni del mondo." (versi di Fernando Pessoa trascritti da Mario Uggeri su un foglio poi appeso all'entrata del suo studio)


"Il suo è un narrare costante, privo di limiti temporali o di spazialità. La matita uggeriana ha saputo muoversi con strepitosa abilità tra scenari oltremodo dissimili, tra modalità cronistiche di genere contrastante, tra fotogrammi impressi negli ambienti più diversi. E il tutto sempre intessuto da una felicissima intuizione figurativa." (Claudio Bertieri dal catalogo della mostra "Le stanze di Uggeri")


Mario Uggeri nacque a Codogno, in provincia di Lodi, il 17 febbraio del 1924. Nella sua lunga e intensa carriera diventa una delle figure più eclettiche, complete e preparate che si sono mosse nel mondo dell'editoria italiana, cimentandosi nell'illustrazione, nella pittura e nel fumetto. Un artista vero, come viene ancora oggi giustamente considerato da moltissimi suoi colleghi. Esordisce nel mondo della letteratura disegnata nel 1945, a soli 21 anni, in un tempo non certo facile per i disegnatori in cerca di lavoro, tanto che in una intervista ricorda quel periodo con questo aneddoto: "Era difficile trovare lavoro negli anni in cui iniziai. Il mio primo lavoro però me lo pagarono subito. Per tornare a casa presi il treno alla stazione di Milano, e viaggiai con la mano sempre in tasca, per paura di perdere i soldi. Alla sera allineai il denaro sul tavolo, davanti a miei genitori. C'era un silenzio di tomba. Ad un certo punto mia madre esclamò in dialetto: "Non li avrai mica rubati?!" La testata che gli viene affidata è il fumetto poliziesco "Ravengart" dell'editore Tristano Torelli, mentre qualche anno più tardi dà vita alle "Avventure del partigiano Pesce" per il quotidiano Milano Sera. Dal 1949 al 1963 realizza il western in formato tascabile "Rocky Rider" su testi di Marco Baratelli e Luigi Grecchi, pubblicato anche sulla famosa rivista per ragazzi "Il Monello". Dopo aver realizzato racconti per la casa editrice inglese Fleetway - tramite il celebre Studio D'Ami di Rinaldo "Roy" D'Ami (contesto da cui usciranno anche talenti come Hugo Pratt, Gino D'Antonio, Renzo Calegari, Giovanni Ticci, Giorgio Trevisan, Aldo Di Gennaro o Dino Battaglia, e questo solo per citarne alcuni) - e soprattutto per gli editoriali del Corriere della Sera, per i quali disegna alcune tra le più suggestive copertine della "Domenica del Corriere" e un gran numero di illustrazioni e fumetti per "Il Corriere dei Piccoli" e per "Il Corriere dei Ragazzi", tra cui le splendide avventure di "Bonanza", "Rin-Tin-Tin" (entrambe tratte dalle serie televisive), "Geronimo", "Ribot - il Cavallo Miliardo", "Buana del fiume", "l nemici fratelli" (serie scritta da Mino Milani), "Kenneth Lee", "Luca e Paglia", "Capitan Coviello" e la serie del fumetto-verità "Dal nostro inviato nel tempo" (ancora con Milani). All'inizio degli anni '50 il suo innegabile talento viene notato da Tea Bonelli e Uggeri comincia a lavorare anche per le Edizioni Audace (prima incarnazione della casa editrice che diventerà la Sergio Bonelli Editore), disegnando personaggi come "Ipnos" e "Yuma Kid" su testi di Gian Luigi Bonelli, e realizza anche alcuni episodi di "Tex", serie che però abbandona quasi subito.

Con Bonelli collabora anche a "Red Carson", eroe di un inconsueto, avvincente western importato dagli Stati Uniti (l'autore era Warren Tufts, e le avventure del personaggio avevano delle caratteristiche un po' insolite per un fumetto di quel genere, ricche di humor e di mistero. In molte storie dell'originale americano non si seguivano i normali moduli narrativi, per cui un episodio poteva addirittura rimanere in sospeso, senza la sua logica conclusione, che veniva lasciata alla fantasia dei lettori. Gian Luigi Bonelli si rese conto di questa poteva essere colta come una carenza e intervenne in prima persona nella traduzione, reinventando molti dialoghi per renderli più consoni al gusto del lettore italiano e inserendo episodi di raccordo maggiormente coerenti). Un'altra serie a fumetti a cui Uggeri prestò la sua matita fu "Smith e Wesson", un ottimo western sceneggiato da Andrea Mantelli e pubblicato sul "Corriere dei Ragazzi" dal '74 al '75. Da quel momento in poi, Uggeri però proseguirà la sua attività principalmente come illustratore e pittore.



Nel 1960 darà corpo e volto al mitico "Tommy River" in una lunga serie di illustrazioni per l'eroe dei romanzi (e poi fumetti) western scritti dall'inesauribile e florida fantasia di Mino Milani, e che ebbero un grandissimo riscontro tra i lettori. Il ciclo dei libri dedicati a quel personaggio comprende: "Tommy River", "Il ritorno di Tommy River", "Tommy River e il Tuerto", "Tommy River e lo Scozzese", "Tommy River sulla via del Nord", "L'avventura di Tommy River", "Tommy River e la lunga pista", "Tommy River, addio".

Come illustratore Uggeri arriva negli anni a lavorare con le maggiori testate nazionali e di vario genere, come la già citata "Domenica del Corriere", ma anche "Amica", "Famiglia Cristiana", "Gazzetta dello Sport", "Corriere d'Informazioni", "Astra" o "Salve", e collaborò anche con l'inglese "Daily Express". Mario Uggeri si distinse infatti per essere uno dei più grandi disegnatori di fatti di cronaca italiani (il genere dell'illustrazione d'attualità ha da sempre una forte tradizione nei Paesi anglosassoni, dove al disegno dal vero è ancora affidata, ad esempio, la documentazione visiva di ciò che avviene all'interno delle aule di giustizia, nelle quali è proibito l'uso di apparecchi fotografici), ed fu particolarmente apprezzato dallo scrittore Dino Buzzati, che sino al 1964 fu vice-direttore della "Domenica del Corriere" (a Uggeri vennero affidate le copertine del settimanale, che già erano state di Walter Molino).


Dotato di un tratto inconfondibile, materico, pieno di pathos e sapienza grafica, dava letteralmente vita alle figure che ritraeva, sempre naturali e plausibili, messe in scena con un disegno incredibilmente comunicativo e con colori densi di atmosfere. Le sue illustrazioni sono caratterizzate da un'evidente ricchezza di dettagli, pur senza mai tendere all'iperrealismo ma anzi dando prova di una notevole capacità di sintesi che unita ad un non comune senso del racconto sapeva far trasparire dai volti dei personaggi la loro psicologia, riuscendo a rappresentare i più diversi stati d'animo che li dominavano. Restano nella mente di molti anche i disegni dove Uggeri rappresentò i cavalli, ai quali conferiva una straordinaria forza espressiva, senso del movimento e della massa muscolare (uno dei suoi lavori più famosi in tal senso resta la straordinaria serie di illustrazioni fatte per il volume dedicato a "Furia, il cavallo del West", ispirato alla famosa serie televisiva che spopolò tra i giovanissimi degli anni '60 e '70, e impegno che Uggeri firmò sotto pseudonimo a causa di un contratto che lo legava ad un'altra casa editrice).


Diversi anni fa, a Codogno (il suo paese natale) fu realizzata la bella mostra "Le stanze di Uggeri", curata da Claudio Bertieri e corredata da un ottimo catalogo (che consiglio caldamente di recuperare) ricchissimo di immagini e impreziosito dai testi di Maria Novaro, Mino Milani, Leo Lecci, Paola Valenti e dallo stesso Bertieri. Nella mostra vennero esposti quasi duecento suoi disegni originali, a testimoniare la variegata attività di questo grande protagonista della comunicazione visiva del nostro Paese. Un'altra interessante mostra a lui dedicata, che fu allestita presso la Società Umanitaria di Milano, è stata "Spazi e colori della fantasia: Mario Uggeri e Nadir Quinto - Avventure parallele nell'editoria a fumetti milanese del Novecento", un sentito omaggio a questo immenso disegnatore (in quel caso accompagnato nella mostra dall'opera di Nadir Quinto, famosa firma del fumetto italiano degli anni '50 e '60).


Mario Uggeri viene a mancare l'8 marzo del 2004 a Merate, cittadina dove si era trasferito da tempo.




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