Autore complesso e originale, diede un profondo contributo nel rivoluzionare e nel far maturare la narrativa a fumetti.
"La mia geografia ha sempre un riferimento a un mondo letterario e fantastico. Per me un viaggio è una ricerca che scaturisce da una lettura. I viaggi sono stati l’occasione di recarmi in un luogo che già esisteva nella mia immaginazione." (Hugo Pratt)
"Col fumetto posso fare di tutto, perché non è un'arte minore. E se l'arte è comunicazione, cosa c’è di più comunicativo del fumetto?"
(Hugo Pratt)
Hugo Pratt è da tempo annoverato, e con ragione, fra i maggiori autori di fumetti di tutti i tempi. Figura complessa e articolata, ebbe una vita ricca di avvenimenti (la giovinezza in Africa, la guerra, i viaggi intorno al mondo, le infinite letture, l'avvicinamento alla massoneria) che contribuirono a formarlo come autore. I suoi lavori sono stati e vengono ancora esposti nei più famosi musei e gallerie del mondo, come il Grand Palais, Pinacothéche di Parigi, il Vittoriano di Roma, la Cà Pesaro a Venezia e il Santa Maria della Scala a Siena. L’opera di Pratt è stata talmente importante e profonda che per definirla è stato coniato il termine di "letteratura disegnata". Artisti, registi e scrittori, come Tim Burton, Frank Miller, Umberto Eco o Paolo Conte, lo hanno citato in vari modi nel corso del tempo e Corto Maltese, il suo più noto personaggio, viene nominato anche in un film di Woody Allen (anche se per scelta dei doppiatori italiani).
Ugo Eugenio Prat nasce il 15 giugno del 1927 a Rimini, figlio di un militare di carriera romagnolo di origini inglesi, Rolando Prat, e di Evelina, figlia del poeta veneziano Eugenio Genero. Nel 1936 il padre viene trasferito in una colonia italiana in Abissinia e Hugo lo segue, fatto che determina l'inizio della sua giovinezza africana. A quattordici anni viene arruolato dal padre nella polizia coloniale dove conosce la vita militare e incontra diversi eserciti, come quello italiano, quello francese, l’abissino, l’inglese e il senegalese. Questo periodo lascia un segno indelebile nella memoria del futuro autore, che spesso riporterà nella sue tavole personaggi legati al mondo militare. Pratt impara a parlare la lingua locale in modo da poter fare amicizia con i ragazzi del posto e proprio in quegli anni si appassiona ai romanzi d’avventura leggendo i libri di James Oliver Curwood, Zane Gray o Kenneth Roberts, e scopre anche i primi fumetti americani: in particolar modo sarà la lettura di "Terry e i pirati" di Milton Caniff ad aprigli gli occhi sulla forza della narrazione per immagini e a fargli decidere di voler diventare un disegnatore di fumetti.
Nel 1942 perde suo padre, probabilmente in un campo di prigionia francese o inglese. Prima di essere arrestato, il padre compie un ultimo gesto per suo figlio: chiede ai militari di poter rientrare un attimo in casa, prende un libro e lo regala al giovane Ugo (che rientrerà in Italia grazie all'intervento della Croce Rossa a favore dei prigionieri) dicendogli: "Vedrai che un giorno anche tu troverai la tua isola del tesoro". Il libro, neanche a dire, è "L'isola del tesoro" di Robert L. Stevenson.
Una volta finita la guerra, si ritrova ad essere un ragazzo appassionato di disegno e con un vissuto carico di variegate esperienze, di immagini e di storie, e con una voglia enorme di raccontarle, ed è in quel momento che decide che firmerà le sue tavole aggiungendo una H al suo nome e una T al suo cognome, diventando Hugo Pratt. Da lì a poco, con un gruppo di amici - composto da Mario Faustinelli, Alberto Ongaro e Fernando Carcupino - fonda una rivista che nelle intenzioni manifesti il loro interesse per i grandi disegnatori di comics americani, primo fra tutti proprio Milton Caniff: nasce così l'"Asso di picche" (prima battezzata "Albi Uragano", pubblicata da Uragano Comics Inc.). Al primo nucleo si uniscono ben presto nuove leve, attratte dall'attenzione che la pubblicazione riscuote nell'ambiente veneziano: personaggi come Dino Battaglia, Beppe Porcheddu, Ivo Pavone, Rinaldo D'Ami, Paolo Campani, si aggiungono alla formazione originale per creare il celeberrimo "Gruppo di Venezia", un insieme di autori che diventeranno monumenti del fumetto italiano e internazionale.
Le storie di "Asso di Picche" (un giustiziere mascherato che ricorda vagamente il Phantom di Lee Falk e Ray Moore) arriveranno con successo anche in Argentina (con il nome di "As de Espadas"), sopravvivendo persino alla chiusura della testata originale, e Pratt decide quindi di trasferirsi in quel Paese. Una vera svolta per il giovane disegnatore arriva con il suo passaggio alla Editorial Frontera diretta da Héctor Oesterheld: Pratt inizia a disegnare "Junglemen", scritta da Ongaro, e poi "Ernie Pike", "Ticonderoga" e il "Sgt. Kirk", scritte dallo stesso Oesterheld, tenendo intanto dei corsi di disegno con Alberto Breccia alla Escuela Panamericana de Arte di Enrique Lipszyc. Fra gli allievi dei corsi figurano ninetemeno che gente come Walter Fahrer e José Muñoz. In quel frenetico periodo Pratt incontra diversi disegnatori, come José Luis Salinas o i fratelli Del Castillo, ha una turbolenta amicizia con il jazzista Dizzy Gillespie, frequenta i locali dove si balla il Tango, ha relazioni con molte donne, impara lo spagnolo e scopre la letteratura sudamericana, tra cui i lavori di Jorge Luis Borges.
L'entrata nel mondo del fumetto, le esperienze tratte dai suoi viaggi (in quel periodo si reca anche in Brasile, dedicandosi a escursioni nel Mato Grosso e in Amazzonia) e l'incontro con la giovanissima Anne Frognier, che anni dopo diventerà sua moglie, gli suggeriscono diversi spunti per un'altra serie, questa volta scritta anche da lui e che si rivelerà importante per la sua maturazione grafica perché ispirata con maggiore consapevolezza ai netti contrasti del bianco e nero di Milton Caniff: "Anna nella giungla" ("Ann y Dan"). Più tardi è la volta di "Wheeling", un vero romanzo grafico ambientato alla fine del 1700, nel periodo immediatamente precedente alla rivoluzione Americana, durante la guerra franco-indiana e ispirato ai lavori di Kenneth Roberts e Zane Grey. L'autore riprenderà in mano questa serie in diversi momenti della sua carriera.
Alla fine degli anni '50, Pratt lascia l'America Latina e si sposta a Londra, dove, per Fleetway Publications, disegna alcune storie di guerra, ma ben presto fa ritorno nel continente americano, dapprima negli Stati Uniti e poi di nuovo in Sud America. Nel 1962 si stabilisce invece in Italia, cominciando a collaborare con "Il Corriere dei Piccoli" e dedicandosi alla trasposizione a fumetti di celebri romanzi, tra cui proprio "L'isola del tesoro" di Stevenson. Dopo avere dato vita a "L'Ombra", il suo secondo eroe mascherato, anche in questo caso frutto del sodalizio con Ongaro, Hugo Pratt incontra Florenzo Ivaldi, editore e imprenditore di Genova. Nel 1967, Ivaldi, orami acceso sostenitore di Pratt, apre la rivista chiamata "Sgt. Kirk", sulla quale vengono pubblicate le opere argentine dell'autore, insieme a storie di diversi altri disegnatori e alcuni classici americani. Il primo lavoro inedito che Pratt prepara e presenta su quella pubblicazione sarà una storia che segnerà in maniera radicale la sua carriera e la sua vita, e dove sono evidenti le tante ispirazioni dei romanzi d'avventura da lui letti, tra cui spiccano le opere di Alexandre Dumas, Herman Melville e Joseph Conrad, ma a ispirarlo fu soprattutto uno scrittore oggi dimenticato, Henry De Vere Stacpoole, l'autore di "Laguna Blu"; sulla nuova testata appare infatti "Una ballata del mare salato", la prima avventura del suo personaggio più famoso: Corto Maltese.
Alla produzione delle successive storie del fascinoso avventuriero - molte di queste realizzate in Francia, dove Pratt si è intanto trasferito, trovando un clima creativo molto stimolante (alcune storie realizzate per questo personaggio, come "Corte Sconta detta Arcana", "Favola di Venezia" o "La casa dorata di Samarcanda", sono ritenute ormai dei classici della storia del fumetto. La serie terminerà con "Mu", disegnato nel 1988 e pubblicato in volume nel 1992, una storia, quest'ultima, scritta e disegnata velocemente, ma a cui Pratt pensava da più di vent'anni) - l'autore aggiunge anche altri impegni, come la sua ininterrotta collaborazione a "Il Corriere dei Piccoli", dove con Mino Milani lavora all'adattamento del Sandokan di Emilio Salgari.
Il personaggio di Corto Maltese riscuote un grande successo in Francia come in tutta Europa, e Hugo Pratt, che continua i suoi viaggi in giro per il mondo, diventa lui stesso un "personaggio". Le televisioni realizzano trasmissioni a lui dedicate (come il documentario intitolato "I mari della mia fantasia", realizzato dal critico e regista cinematografico Ernesto G. Laura per far conoscere il suo lavoro di disegnatore, oppure lo si vede partecipare a programmi come "Fumo d'inchiostro" e "Tac au Tac") e alcuni colleghi lo inseriscono nelle loro storie: Alberto Ongaro lo rende il protagonista dei suoi romanzi e Milo Manara lo fa diventare uno dei protagonisti della storia "H.P. e Giuseppe Bergman". Nel frattempo Pratt non smette di produrre e realizza un'altra celebre serie: "Gli Scorpioni del deserto", pubblicata dal 1969 al 1994.
Intorno alla metà degli anni '70, quando comincia a lavorare ad una nuova storia di Corto Maltese, "Conte Sconta detta Arcana", Pratt mostra un evidente cambiamento stilistico nel suo tratto, teso verso una maggiore sintesi, strada che continuerà poi a seguire ("Vorrei arrivare a dire tutto con una linea", è una delle sue affermazioni più note). Alla fine degli anni '70 lavora per Sergio Bonelli alla collana "Un uomo un'avventura", per cui scrive e disegna: "L'uomo dei Caraibi" (1977), "L'uomo del Sertao" (1978), "L'uomo della Somalia" (1979) e "L'uomo del grande Nord" (1980). Nel 1983 Pratt collabora con un suo illustre allievo, Milo Manara, che disegna la sua "Tutto ricominciò con un'estate indiana": un capolavoro riconosciuto della nona arte. Manara sarà l'unico disegnatore a lavorare con Pratt per tali progetti (nel 1991 realizzano insieme un'altra storia, "El gaucho").
Alla metà degli anni '80 si trasferisce in Svizzera, vicino al Lago Lemano, nel cantone di Vaud. Nel 1993, a Roma, insieme a Patrizia Zanotti e Marco Steiner, fonda la casa editrice Lizard, che nel 2008 viene rilevata dal gruppo RCS diventando Rizzoli Lizard con sede a Milano.
Hugo Pratt muore il 20 agosto del 1995.
Buone letture!
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