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  • Immagine del redattorePasquale Frisenda

F come Fumetto (7): "Torpedo 1936" di Enrique S. Abuli, Alex Toth e Jordi Bernet (1981)

Aggiornamento: 16 apr 2021

Brevi segnalazioni su singole storie, albi, libri e serie rigorosamente a fumetti.

"Torpedo 1936" di Enrique Sanchez Abuli, Alex Toth e Jordi Bernet ("Torpedo 1936" - Spagna - 1981)


Siamo in America, nei turbolenti anni '30, e il paese sta cercando di rialzarsi dal periodo della Grande Depressione. E' un mondo duro, a volte spietato, dove gangster di ogni stampo e la nascente malavita organizzata imperversano, mentre le strade brulicano di disperati alla ricerca di una sola occasione. Questo è lo sfondo delle storie di Torpedo, il più celebre personaggio di Enrique Sanchez Abuli e Jordi Bernet.


Torpedo (il cui vero nome è Luca Torelli) è un gangster di mezza tacca, quella che si definirebbe mera manovalanza del crimine; l'intelligenza e le sottigliezze non sono proprio il suo punto forte e l'idea di farsi una cultura non lo ha mai nemmeno sfiorato. Nasce in Sicilia intorno al 1900, in una povera famiglia composta da suo padre, Vittorio Torelli, sua madre, Luciana Petrosino, e suo fratello maggiore (anche se il vero padre del fratello è in realtà il nonno, che ha violentato la propria figlia, e il padre biologico di Luca è stato il boss mafioso locale, che ha abusato di Luciana in cambio di una mediazione pacifica nella faida tra i Torelli e i Petrosino). Dopo varie vicissitudini, sempre turpi e condite di violenza, è costretto a fuggire via. Arrivato in America tenta di sopravvivere come può (in modo losco, perlopiù). Tempo dopo, iniziata la sua carriera criminale, fa la conoscenza di un certo Rascal, che diventerà (spesso suo malgrado) la sua improbabile spalla.


Potrebbe sembrare un vero duro con quell'aspetto (Torpedo è un omaggio al Clint Eastwood prima maniera e a molti personaggi del noir cinematografico), ma non lo è (o non lo è fino in fondo): riesce a cavarsela solo perché prima di pensare spara, perché l'ignoranza (e lui ne ha da vendere) in certi contesti è (anche) un pregio e, soprattutto, perché è un grande, grandissimo bastardo. Malfidato, ottuso, scurrile, irascibile, perfido, ma anche furbo, attento e meticoloso (in particolar modo se deve vendicarsi di uno sgarbo ricevuto), Torpedo risulta comunque simpatico (anche perché le cose non gli vanno sempre bene, anzi...), saprà sempre uscire vivo dalle mille situazioni a lui avverse, e le sue storie (a volte spassosissime) conquisteranno il plauso della critica specializzata e l'affetto incondizionato di un pubblico di lettori in tutto il mondo.

Concepita come serie formata da episodi brevi - che ha avuto poche eccezioni in tal senso con storie più corpose - il mondo costruito da Abuli è assolutamente perfetto e il linguaggio utilizzato dallo sceneggiatore è una sequenza ininterrotta di colpi di scena e cambi di fronte, pura azione mischiata ad umorismo ner(issim)o, battute folgoranti, cinismo a palate e quella sottile vena malinconica che caratterizza da sempre il noir e l'hard boiled.

Memorabili sono poi le tavole che Bernet realizza per la serie (soprattutto nei primi anni, quando non ancora era diretto verso la linea forse troppo grottesca e caricaturale di "Chiara di notte" e "Cicca dum dum"), cariche sia di atmosfera che di ironia, straordinariamente rappresentative dei testi di Abuli.

Le avventure di Torpedo sono state edite e ristampate più volte in Italia, a cominciare dalla rivista "L'Eternauta" (che permise al personaggio di esordire nel nostro paese) fino a "Torpedo", la rivista edita dalla ACME nel 1991, ma oggi l'edizione più facile (e completa) da trovare sono gli splendidi volumi cartonati (cinque in tutto) editi dalle BD Edizioni.

Da segnalare è anche il fatto che le prime due storie della serie sono state disegnate da un mostro sacro del fumetto mondiale, Alex Toth (uscirono nel 1981, pubblicati in origine sull'edizione spagnola di "Creepy"), ma poi il grande disegnatore di origini ungheresi decise di passare la mano: Torpedo era troppo malvagio, cinico e sboccato per i suoi gusti, non ci si ritrovava a disegnarne le gesta, e Abuli non gradiva il tentativo di Toth di limarne la crudezza. Il personaggio rimase fermo per più di un anno, ma poi l'editore Toutain decise di affidarsi a Bernet, un autore che per stile grafico ha molti punti di contatto con Toth - anche se il suo disegno risulta più energico e "nervoso" - e che come gusto narrativo è più affine alle intenzioni dello sceneggiatore. Messi al lavoro, i due si intendono alla perfezione e riescono a dare definitiva forma alla serie.


Da tempo si parla di una possibile versione cinematografica di Torpedo, e a tal proposito Bernet si è così espresso: "Non credo molto ad una versione cinematografica di "Torpedo". Non sono sicuro che un regista possa conservarne l'equilibrio tra la commedia e la crudeltà: ho paura che possa scadere nella farsa e nella pornografia. Avrei creduto ad uno come Howard Hawks, ma non vedo, tra i registi attuali, chi possa essere l'uomo adatto. Credo che da vent'anni a questa parte si stia assistendo ad una degradazione sensibile di tutte le discipline artistiche: cinema, teatro, musica, pittura... Questa degradazione è sentita anche nell'illustrazione e il fumetto non è stato risparmiato dalla tendenza generale. Attenzione, non sono una persona particolarmente legata al passato, non mi auguro di tornare indietro: ogni epoca deve avere e coltivare la propria originalità, constato semplicemente che il livello attuale in molti campi della creatività è particolarmente mediocre".


Vi lascio con questi video: i primi due ripercorrono brevemente le avventure dell'inossidabile gangster di Abuli e Bernet, mentre nel terzo il grande disegnatore spagnolo parla di alcune delle sue creature:


Buona lettura!



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