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  • Immagine del redattorePasquale Frisenda

Jordi Bernet - Un limpido stile tra sintesi, istinto ed energia

Aggiornamento: 1 dic 2023

Maestro indiscusso del fumetto spagnolo, si è mosso con incredibile naturalezza tra infiniti generi dimostrando sempre una grande personalità.

"Ecco un uomo che produce pura arte narrativa. Un'arte che usa quel tipo di singolare minimalismo nello stile di disegno e che in realtà già quello è un dispositivo narrativo in sé. Questo si inserisce completamente nella mia personale filosofia della narrativa sequenziale. Da sempre e con grande interesse, ho seguito i costanti progressi del lavoro di Jordi Bernet."

(Will Eisner)


"Da tempo Jordi Bernet è tra miglior fumettisti al mondo, ed è arrivato ad un passo da Alex Toth."

(Josep María Beà)


"L’inchiostro del suo pennello è più nero e meraviglioso che mai."

(Paul Gravett)


Disegnatore dotato di un cristallino talento, Jordi Bernet è da decenni una delle firme più significative del fumetto spagnolo.

Bernet è la dimostrazione di cosa può produrre una dote vitale ed istintiva per il disegno, e ancora di più per il disegno a fumetti, campo dove, nel tempo, ha maturato un segno e uno stile incredibilmente comunicativo, che ha permesso all'autore di muoversi con estrema naturalezza tra diversi generi narrativi, passando senza problemi dal noir al fantasy, dall'horror alla fantascienza e all'umoristico, fino all'erotico, dove la sua abilità nel ritrarre splendide e sensualissime donne è arrivata a caratterizzare buona parte della sua carriera.


Jordi Bernet Cussò nasce il 14 giugno del 1944 a Barcellona, in una famiglia di artisti quasi tutti legati al mondo del fumetto: è figlio del disegnatore Miguel "Jorge" Bernet Toledano, e i suoi nonni erano Joan Bernet Toledano, altro noto illustratore, e Miguel Cussó, sceneggiatore di fumetti e autore di romanzi.

Sin dalla sua infanzia frequenta di persona autori chiave dell'Escuela Bruguera (secondo un'espressione coniata nel 1968 dallo scrittore Ramón Moix Meseguer, noto come Terenci Moix, ovvero quel gruppo di fumettisti spagnoli si dedicarono al fumetto comico all'interno dell'Editoriale Bruguera nel periodo del dopoguerra. Con caratteristiche formali e tematiche molto riconoscibili, la Bruguera costituisce una delle tre grandi scuole grafiche che hanno segnato la storia dell'illustrazione e del fumetto in Spagna, e che ha avuto una profonda influenza sullo sviluppo del fumetto in quel Paese), come José Peñarroya o Guillermo Cifré, arrivando presto anche a conoscenza delle grandi firme del fumetto americano, tra cui, soprattutto, Milton Caniff, disegnatore che avrà su Bernet un'influenza enorme.

Nei primi anni '60, a causa della scomparsa prematura di suo padre, firmandosi solo Jordi inizia precocemente a lavorare nel settore fumettistico, quando, intorno ai 14 anni, chiede all'editore che pubblica "Doña Urraca", una serie di stampo umoristico creata proprio da suo padre, di dargli fiducia perché possa proseguirla lui, imitandone il più possibile lo stile.

Quel tipo di impegno, per il giovane disegnatore fu motivato soprattutto per essere un valido supporto per la sua famiglia, ma non soddisfaceva le sue ambizioni artistiche, visto che come principali riferimenti aveva autori come Hal Foster, Alex Raymond, Noel Sickles, Frank Robbins e il già citato Milton Caniff, e pur se di un tono comico e grottesco rimarrà sempre traccia nel suo stile, dal quel periodo in poi Bernet decide di provare a sviluppare un disegno più realistico.


Matura dell'esperienza facendo da assistente a Jordi Buxadé per la serie di "Jim Huracán", un western abbastanza classico edito dalla casa editrice Toray.

Nel 1963 entra alla Bardon Art, agenzia spagnola di illustrazioni e fumetti che ha sede a Barcellona e Londra (il nome deriva da Bar di Barcelona, e Don di London), realizzando la sua prima serie firmata con il suo nome, il western "Poncho Yucatan", sceneggiata da suo nonno Miguel Cussó e pubblicata anche in altri paesi europei.

La collaborazione gli apre le porte del mercato inglese per cui realizza numerosi lavori.

Tra il '63 e il '67, sempre per la Bardon Art, disegna illustrazioni per romanzi e racconti di vario genere su riviste inglesi come "Victor", "The Hornet", "Smash" o "Tiger", condividendogli impegni con altri autori spagnoli, gente come Victor de la Fuente, Luis Bermejo e José Ortiz.

Nel 1968 inizia a collaborare con la nota rivista belga "Spirou" per cui realizza serie come "Dan Lacombe" (sempre su sceneggiatura di suo nonno) e "Paul Foran" con lo scrittore José Larraz.

Per il mercato tedesco realizza invece le serie "Wat 69", la prima delle eroine ironicamente sexy disegnate da Bernet nella sua lunga carriera.

Nel 1971 esordisce per la prima volta sul mercato americano con una storia di otto pagine scritta da Gardner Fox per il numero uno di "Vampire Tales", una pubblicazione in bianco e nero della Marvel Comics, oltre a creare varie storie per "Black Dossier".

Nel 1973, per la casa editrice tedesca Kauka e sempre su sceneggiatura di Miguel Cussó, dà vita alla lunga serie di "Andrax", un personaggio che acquisterà una certa notorietà (in Italia nel 1974 la casa editrice Dardo ne pubblicò alcune avventure).

L'ultima storia di "Andrax" arriverà nel 1989, scritta da Antonio Segura.

Attraverso la mediazione di Selecciones Ilustradas inizia a disegnare, alternandosi con José Ortiz, la serie "El Cuervo" su sceneggiature di Andreu Martín e Carlos Echevarría.

Dal mercato tedesco arriva a quello italiano con la casa editrice Universo, producendo storie western in riviste come "L'Intrepido" e "ll Monello" (che in quegli anni avevano tirature altissime, oltre le 800.000 copie).


Dopo la caduta della dittatura di Francisco Franco nel 1975, Bernet ritorna a lavorare più corposamente per il mercato spagnolo e inizia la collaborazione con riviste di fumetti come "Creepy", "Metropol", "Comix International" e "Cimoc", incontrando tre scrittori con i quali avrebbe poi formato partnership solide, feconde e produttive.

Ritrova Antonio Segura, con cui crea la serie fantasy dell'amazzone "Sarvan" e quella cupa e claustrofobica di "Kraken".

Entrambe riscuotono il sentito favore dei lettori, ma il grande successo arriva però nel 1981, quando viene chiamato a sostituire Alex Toth - per via della poca affinità del grande disegnatore americano con il rude personaggio - nella realizzazione di "Torpedo 1936", serie scritta con notevole verve da Enrique Sánchez Abulí e che ha come protagonista un malavitoso di nome Luca Torelli (di origine siciliana ma trapiantato nella New York degli anni '40. Torpedo è il nome che usa come sicario), che permette a Bernet di entrare di diritto tra i grandi disegnatori internazionali.

Da questo momento in poi la carriera di Bernet è costellata di collaborazioni vincenti; sempre con Abulí realizza "Ritorno a casa", "Storie nere" e "Ab Irato", mentre su testi di Carlos Trillo disegna "Custer", un noir vagamente orwelliano costellato di erotismo, le storie dirette e decisamente erotiche di "Cicca dum dum", e ancora "Light and Bold" e "Iván Piire".

Nel 1990 realizza la copertina e delle illustrazioni per un album del gruppo spagnolo dei Callejones.

Nel 1991 vince il Gran Premio del Salón del Cómic di Barcellona.

Dal 1992 Bernet inizia una lunga collaborazione settimanale con la rivista "El Jueves" disegnando "Chiara di notte", sempre su sceneggiature di Carlos Trillo, qui coadiuvato nei testi da Eduardo Maicas: una serie erotica basata sulla vita quotidiana di una prostituta ma filtrata attraverso la lente della leggerezza e dell'ironia.

La serie è poco più di un divertissement per Bernet, ma il personaggio ha successo e viene pubblicato anche in molti altri paesi, come l'Argentina, l'Olanda, l'Italia, la Germania e gli Stati Uniti.

Nel 1996 disegna l'albo gigante n. 10 di Tex, scritto da Claudio Nizzi e intitolato "L'uomo di Atlanta", e nello stesso anno, per la DC comics, una breve storia della serie "Batman: black and white" su sceneggiatura di Howard Chaykin.

La collaborazione con il mercato americano diventerà molto frequente per Bernet, per cui realizza, nel tempo, delle copertine per "Weird Western Tales", un numero di "Solo", diverse storie della nuova serie di "Jonah Hex" e disegna un episodio dell'iniziativa editoriale dedicata a "Spirit", lo storico personaggio creato nel 1940 da Will Eisner (autore a cui Bernet era legato da una profonda amicizia).

Dei suoi lavori usciti in anni recenti vale la pena citare anche "American Vampire", su sceneggiature di Stephen King e Scott Snyder e la versione illustrata del romanzo "1280 almas" di Jim Thompson.

Libri dedicati all'arte di questo autore ne sono stati realizzati diversi, ma qui segnalo almeno "Bernet : 50 años de viñetas" di Antoni Guiral; "Bernet" di Manuel Auad, volume che vanta un'introduzione di Will Eisner e una prefazione di Joe Kubert; "La chica en blaco y negro" di Gianni Brunoro.

I lavori di Jordi Bernet sono apparsi in Italia su molte riviste, tipo "Comic Art", "L'Eternauta", "Torpedo", "Skorpio" o "Lanciostory", e in volumi pubblicati da editori diversi, tra cui le Edizioni BD, Comic Art, Edizioni NPE, Edizioni ACME, RW edizioni, Magic Press, 001 Edizioni, Glamour International Production ed Edizioni Cosmo.


Buone letture!



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