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"Godzilla" di Ishirō Honda ("Gojira" - Giappone - 1954)
Sceneggiatura: Ishirō Honda e Takeo Murata, da un soggetto di Shigeru Kayama.
Con: Akira Takarada, Momoko Kochi, Akihiko Hirata, Takashi Shimura, Fuyuki Murakami, Takasashi Takashi.
"Giappone, a pochi anni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. Alcuni pescherecci sono affondati in modo misterioso e le autorità pensano si tratti di mine sottomarine oppure di un'insolita attività vulcanica sotterranea. Ma una sera, sull'isola di Odo, vicino al luogo dove le imbarcazioni sono affondate, un essere gigantesco emerge dal mare e devasta il villaggio di pescatori. Sul posto arriva una spedizione scientifica, capeggiata dal paleontologo Kyohei Yamane, sua figlia Emiko e Hideto Ogata, un giovane ufficiale della marina, che scopre qualcosa di terrificante sul conto della creatura a cui la gente ha dato il nome di Gojira. Secondo il professor Yamane, Gojira è un rappresentante di una specie di creature primordiali che vivevano nei fondali marini e sopravvissuto all'estinzione, ma ora cresciuto in dimensioni e mutato a causa delle radiazioni provocate dagli esperimenti nucleari..."
"Sapevamo che il mondo non sarebbe stato più lo stesso. Alcuni risero, altri piansero, i più rimasero in silenzio. Mi ricordai del verso delle scritture Indù, il "Baghavad-Gita". Vishnu tenta di convincere il Principe che dovrebbe compiere il suo dovere e per impressionarlo assume la sua forma dalle molteplici braccia e dice, "Adesso sono diventato Morte, il distruttore dei mondi." Suppongo lo pensammo tutti, in un modo o nell'altro". (Julius Robert Oppenheimer commentando l'effetto del test Trinity, il primo per un'arma nucleare, condotto dagli Stati Uniti il 16 luglio 1945 nell'ambito del Progetto Manhattan)
La trama del film diretto da Ishirō Honda è semplice e lineare ma piuttosto curata, e dal 1954 Godzilla è diventato il re incontrastato dei kaijū (letteralmente "mostri misteriosi") del cinema nipponico, protagonista di una lunghissima serie a lui dedicata (ci sono più di trenta film ufficiali sul personaggio, oltre che videogiochi, cartoni animati e fumetti), ma la sua fama si è gradatamente espansa anche all'estero, tanto da diventare uno dei mostri più famosi della storia del cinema e generando una quantità di imitazioni e omaggi praticamente infinita. L'idea del film risale al 1953: dopo una riedizione del primo, storico film su "King Kong" (1933), il rinnovato successo spinse i produttori americani a realizzare "Il risveglio del dinosauro" ("The Beast from 20,000 Fathoms", uscito appunto nel 1953), diretto da Eugène Lourié, con gli splendidi effetti speciali in stop-motion di Ray Harryhausen e lontanamente ispirato al racconto "La sirena" ("The Fog horn", 1951) di Ray Bradbury. Il film racconta di un dinosauro simile ad un varano che, rimasto ibernato per millenni al Polo Nord, si risveglia a causa di un'esplosione atomica e nel suo tragitto arriva fino a New York, dove semina morte e distruzione.
"Il risveglio del dinosauro" ottiene un buon riscontro anche in Giappone, convincendo Tomoyuki Tanaka, produttore della casa cinematografica Toho, a realizzarne un rifacimento. Dopo una breve gestazione, il risultato finale fu il "Gojira" di Ishirō Honda.
Al di là delle sue fonti d'ispirazione iniziali, il personaggio di Godzilla è un prodotto pienamente giapponese e, a differenza del film americano, qui il livello di drammaticità inserito nel racconto raggiunge livelli decisamente più alti.
Il nome della creatura deriva dal nomignolo di un dipendente della Toho, che per via della sua corpulenza era soprannominato Gojira, una parola che è un mix tra il termine occidentale gorilla e quello giapponese kujira, che significa invece balena.
Secondo il progetto originale la creatura preistorica doveva avere l'aspetto di un'enorme piovra (intuizione sfruttata in seguito dal cinema americano con "Il mostro dei mari", 1955), mentre il suo celebre verso è stato invece ottenuto col riverbero del suono di un contrabbasso unito a quello di una corda da strumento di un'ottava sotto la norma e strofinata con un guanto di cuoio grezzo.
La saga di Godzilla da metafora della paura del nucleare e della scienza che, se fuori controllo, potrebbe minacciare l’esistenza stessa della vita sulla Terra, si è quasi da subito trasformata in un mero divertimento per ragazzini, affascinati da mostri ed effetti speciali (dove il dramma si è stemperato in situazioni tra il comico e il grottesco), ma alla sua origine è possibile vedere ben altro: il ricorso ai miti, la descrizione di come si è evoluta/involuta la società giapponese, abbandonando le sue tradizioni e sempre più occidentalizzandosi, e, come detto, diversi aspetti dell'era atomica, che ha caratterizzato la seconda metà del XX secolo e che perdura ancora oggi.
Le interpretazioni dategli sono state comunque diverse: l'archetipo più antico che si può associargli è quello della minaccia che arriva dal mare, la furia senza controllo della natura, elemento fondante della cultura giapponese in relazione ai frequenti maremoti che si abbattono sulle coste dell'arcipelago (da qui l'usanza di costruire le abitazioni tradizionali con materiali semplici e facilmente riparabili).
Come ha evidenziato anche Hidetoshi Chiba, professore di cinema alla Tokyo's Digital Hollywood University, nel corso del tempo, il Giappone è stato colpito da terribili disastri naturali, come eruzioni vulcaniche, terremoti, tsunami o tifoni; Godzilla rappresenta tutto questo, secondo Chiba: "Non è un essere umano e nemmeno una creatura con emozioni riconoscibili, come King Kong. C’è una scintilla di divino in lui, se vogliamo. È indifferente alle creature che abitano questo pianeta, che per lui sono come formiche, insignificanti".
Come Chiba ha spiegato alla BBC, il primo essere umano che sbarcò sulle isole giapponesi non impiegò molto a capire che era capitato in una terra particolarmente difficile: il Giappone si trova alla confluenza di tre placche tettoniche, in uno dei punti del pianeta con la maggiore attività sismica e vulcanica.
Un altro elemento rintracciabile nella figura del mostro è la filosofia shintoista giapponese che, in estrema sintesi, considera ogni creatura ed elemento naturale come espressione del divino.
Seguendo questa interpretazione, in Godzilla e negli altri protagonisti dei kaiju ega (film di mostri) potrebbero identificarsi gli eredi moderni dei kami e degli oni, elementi sacri o da temere della tradizione giapponese.
Analogamente, il mezzo cinematografico sarebbe la nuova forma di espressione che ha sostituito racconti, disegni ed altri veicoli tradizionali per la diffusione della mitologia in Giappone.
Convenzionalmente, escludendo il film originale, il resto della saga è divisa in quattro epoche distinte, di cui due corrispondenti, metaforicamente, a periodi in cui è suddivisa la recente storia giapponese: l'era Showa ("periodo di pace illuminata", sotto l'Imperatore Hirohito, dal 1926 al 1989), l'era Heisei ("pace ovunque", sotto l'Imperatore Akihito, dall'89 in poi), l'era Millennium, che prende il nome dal film "Gojira Millennium", del 1999, e l'era Reboot.
Il film del 1954 è una palese denuncia degli orrori causati dall'uso della bomba atomica nel secondo conflitto mondiale, di cui il Giappone fu vittima, e Godzilla incarna la devastazione prodotta da quegli eventi; in una delle scene più forti del film si vede Tokyo immersa in un mare di fiamme con il mostro che si aggira sullo sfondo, mentre, in un'altra scena, vengono mostrate le innumerevoli vittime insieme ai feriti.
L'unica cosa che può fermare Godzilla, inteso come un'arma nucleare vivente, è un'arma ancora più letale ma tecnologica, che però si teme che possa cadere in mani sbagliate e che venga usata anche questa per fini bellici.
Combattere la violenza con altra violenza è un errore, e questo è un altro dei messaggi che il film vuole trasmettere.
Abbandonate le cupe seriose atmosfere del primo film, i seguiti, quelli dell'era Showa (il gruppo più numeroso), che coprono un lasso di tempo di circa vent'anni, subiscono un alleggerimento dei toni, trasformando Godzilla da incubo incontrollabile ad improbabile difensore della Terra (e beniamino dei bambini).
Si può leggere in questa virata la nuova fiducia riposta nel nucleare da parte dei giapponesi tra gli anni '60 e '70, motivata da un ingente investimento in tal senso fatto dagli Stati Uniti in quel Paese e sostenuto da una martellante campagna pubblicitaria su ogni media, fiducia che portò il Giappone a costruire molte nuove centrali nucleari e a stanziare notevoli fondi per la ricerca.
Da forza distruttrice, l'energia atomica diventa quindi alleata dell'umanità.
Passando per film sempre più infantili (con un messaggio di fondo vagamente educativo) si arrivò infine alla decisione di effettuare un reboot della saga a 30 anni dall'originale.
I film dell'era Heisei, pur mantenendo il ruolo di Godzilla come protettore della Terra, sono permeati da un tono più critico nei confronti dell'utilizzo dissennato del potere e della scienza.
Tramite moderni effetti speciali, non paragonabili ai rudimentali costumi di gomma utilizzati nei film tradizionali, al mostro venne restituita l'aura di terrore che emanava in origine.
Per la prima volta vennero presentate le implicazioni dell'arrivo di Godzilla sui rapporti tra il Giappone e gli altri paesi, specialmente gli Stati Uniti e l'Unione Sovietica, e il cambio di stile riflette le angosce tipiche degli anni '80 per un paventato conflitto nucleare globale, in cui l'energia atomica tornava ad essere vista come una minaccia.
Alla fine di questo ciclo, si cominciò a pensare alla realizzazione di un blockbuster americano, che si concretizzò nel 1988 nel debole film di Roland Emmerich (che ha ben poco a che fare con la matrice giapponese del mostro ma è più un remake de "Il risveglio del dinosauro", e al massimo contiene un confuso messaggio ecologista).
Nel 2014 esce poi un'altra versione americana di Godzilla, che tenta di farsi sintesi dei tanti aspetti della saga ma con un esito narrativo impacciato, destinato principalmente ad un pubblico adolescenziale, pur se nel film si riesce a cogliere un riferimento all'agghiacciante disastro della centrale atomica di Fukushima del 2011, e quindi al più recente trauma subito dal Giappone a causa dei pericoli dell'energia atomica.
Di questo film sono comunque previsti dei sequel.
Dopo la prima versione americana, dalla fine degli anni '90 la Toho realizza i film dell'era Millennium e dell'era Reboot, ancora in corso, tra cui "Godzilla Final Wars" e "Shin Godzilla".
Nonostante la guerra fredda fosse finita e negli anni '90 si vivesse in un clima di relativa distensione, la paura dell'uomo verso l'incontrollabilità della scienza era ancora viva e si manifestava nei movimenti ambientalisti che caratterizzarono quel periodo.
In ogni caso, il primo film del 1954, che ha retto ottimamente il passare del tempo, attinge a piene mani dal dolore di un'intera nazione e dalle angosce scatenate dalle bombe atomiche. Dal secondo dopoguerra, il cinema giapponese si era sempre accostato al tema dell'atomica in modo altamente realistico e drammatico per tentare di analizzare quella tragedia (trovate QUI un elenco di titoli), e "Godzilla", pur se inserisce un elemento fantastico, segue la stessa falsariga, perché la prima pellicola, girata in uno spettrale ma suggestivo bianco e nero, dà corpo alle paure e negli occhi degli interpreti si legge il terrore per il ritorno di un orribile destino, qui incarnato in un drago preistorico portatore di morte.
L’incubo della bomba atomica perseguitava anche i responsabili della distruzione di Hiroshima e Nagasaki, perché anche nel cinema americano non mancarono film che utilizzarono quelle ansie, e oltre al già citato "Il risveglio del dinosauro", non si può non nominare "Assalto alla terra" (sempre del 1954. In quell'anno da parte degli Stati Uniti d'America fu effettuato l'esperimento atomico denominato Castle Bravo, che ebbe luogo nell'atollo di Bikini, con la detonazione di un dispositivo termonucleare di circa mille volte superiore alla potenza delle bombe sganciate su Hiroshima e Nagasaki. L'esplosione eccedette di quasi tre volte la potenza prevista, a causa di errori di calcolo, diffondendo radioattività in un'area molto maggiore) di Gordon Douglas, altro valido e famoso titolo dove la potenza atomica giustifica la presenza di formiche giganti e mostruose.
Nel fumetto statunitense nasceranno poi una generazione di personaggi che sono dirette conseguenze di contaminazioni atomiche (l'Uomo ragno e Hulk sono forse gli esempi più noti).
Il successo internazionale di Godzilla comincia nel 1956, quando il film giapponese viene distribuito negli Stati Uniti ma solo dopo essere stato pesantemente rimaneggiato con un nuovo montaggio e con la creazione di scene girate in America dal regista Terry O. Morse per includere il personaggio del reporter interpretato da Raymond Burr. Questa operazione, volta a rendere più appetibile la pellicola al pubblico americano, poco incline ad apprezzare un film con protagonisti esclusivamente orientali, rende meno cupo il lavoro di Honda, ne modifica radicalmente ritmo e trama e di fatto ne snatura il senso. "Godzilla - The King of Monsters" (questo il titolo americano) è un nuovo film, più lungo del precedente di ben diciassette minuti e questa volta distribuito in tutto il mondo. Il film di Honda ha anche una terza versione, realizzata in Italia nel 1977 da Luigi Cozzi, rimontata (tra le altre cose, fu aggiunto un filmato di repertorio che mostra la distruzione di Hiroshima dopo l’esplosione della prima bomba atomica), colorizzata, stereofonica, più lunga di circa venti minuti e con una nuova colonna.
QUI trovate una galleria di immagini dal backstage del film e di seguito alcuni video, di cui il primo dedicato allo sviluppo degli effetti speciali di "Godzilla" e i seguenti alle produzioni cinematografiche statunitensi e giapponesi sui mostri giganti:
Buona visione!
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