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  • Immagine del redattorePasquale Frisenda

Settima arte (23): "Guerre stellari" di George Lucas (1977)

Aggiornamento: 13 lug 2021

Video, immagini e brevi informazioni su film e documentari che hanno segnato la storia del cinema (o solo il mio immaginario).

"Guerre stellari" di George Lucas ("Star Wars" - USA - 1977)


Sceneggiatura: George Lucas.

Con: Mark Hamill, Harrison Ford, Carrie Fisher, Alec Guinness, Peter Cushing, Peter Mayhew, David Prowse, Anthony Daniels, Kenny Baker.


"Tanto tempo fa, in una galassia lontana lontana..." (incipit di tutti i film della saga)


"Che la Forza sia con te." (Obi-Wan Kenobi a Luke Skywalker - da "Guerre stellari" - 1977)

"Guerre stellari", la creazione cinematografica di George Lucas (nato a Modesto, California, il 14 maggio del 1944) che ha esordito nei cinema di tutto il mondo nel 1977, non ha certo bisogno di presentazioni, ma forse il documentario prodotto da History channel e qui presente riserverà comunque diverse sorprese.

Il film, come l'intera saga, che si inserisce pienamente nel genere della space opera, trae ispirazione da un numero notevole di riferimenti, più o meno diretti, tra cui tutta la mitologia europea classica legata a figure come Re Artù e il mago Merlino, fino a quella moderna, come i romanzi di John R.R.Tolkien dedicati al ciclo de "Il Signore degli anelli", il "John Carter" di Edgar Rice Burroughs, alcuni film di Akira Kurosawa, il ciclo di "Dune" di Frank Herbert, gli studi sulla mitologia di Joseph Campbell e molti albi e volumi a fumetti, che vanno da "Flash Gordon", sia quello scritto e disegnato da Alex Raymond che quello cinematografico con Larry "Buster" Crabbe (che Lucas vedeva da ragazzo al cinema), a buona parte dell'immaginario fantascientifico proposto dalla bd francese, come il "Valerian" di Pierre Christin e Jean-Claude Mézières e molte opere viste sulla sperimentale rivista "Métal Hurlant".

L'epopea lucasiana è ambientata in una dimensione immaginaria e in un tempo non ben precisato, con un universo popolato da umani e da molte altre specie viventi provenienti da tutti gli angoli dello Spazio.

Robot di ogni genere svolgono una vasta varietà di compiti, mentre innumerevoli astronavi permettono un rapido e comodo spostamento tra i numerosi sistemi e pianeti.

La storia ripropone l'eterna lotta tra il bene e il male, qui incarnata da due gruppi contrapposti chiamati Jedi e Sith, che attingono i loro poteri da un campo di energia mistica denominato Forza.


L'intero progetto di "Guerre stellari", scritto negli anni '70 dal giovane Lucas (allora poco più di un cineasta di belle speranze ma ancora con poca esperienza: aveva diretto solo due film, lo sperimentale "L'Uomo che fuggì dal futuro"/"Thx 1138", del '71, e "American graffiti", del '73. Quest'ultimo in particolare fu comunque un grande successo al botteghino e segnò a suo modo l'immaginario di quegli anni), prevedeva, fin dall'inizio, un totale di ben 9 film da realizzare per arrivare a raccontare in maniera chiara e completa (pur se alla fine non sono certo mancate incongruenze e contraddizioni), secondo i desideri del regista, quello che in quei soggetti lui aveva inserito: si trattava di un impegno vasto e faraonico, e che naturalmente nessuno studio poteva, in quel periodo, accettare di produrre davvero. In più, molti produttori faticavano persino a comprendere lo stile di narrazione che Lucas aveva messo sulla carta: battaglie fra astronavi, bizzarre creature con nomi ancora più bizzarri, misteriose energie che dominano il cosmo e gli esseri viventi, protagonisti che somigliavano ad una sorta di esperti guerrieri spaziali mischiati però a figure simili a guide spirituali (solo in seguito ribattezzati cavalieri Jedi), e uno di questi doveva anche essere l'eroe principale: il misterioso Mace Windu (interpretato poi da Samuel Jackson nella seconda trilogia prodotta a cavallo tra gli anni '90 e il 2000).


Lucas si rende conto che le sue pretese sono state eccessive e scende ad un compromesso; comincerà dalla parte centrale della sua personalissima space opera, concentrandosi sull'episodio più facilmente comprensibile, in qualche modo più completo e dove i riferimenti da lui utilizzati sono, volendo, anche più palesi. Il protagonista sarà diverso, non più Mace Windu ma il giovane Luke Skywalker, sicuramente più adatto ad essere compreso e accettato dal pubblico dei più giovani a cui il film è principalmente diretto (e in cui milioni di ragazzini in tutto il mondo si sono, effettivamente, poi identificati), che sarà seguito e addestrato nel suo difficile percorso di vita da Obi-Wan Kenobi, un vecchio e saggio maestro Jedi (interpretato da un magnifico e serafico Alec Guinnes, l'unica star conclamata sul set del film, insieme a Peter Cushing).

Nasce così "Guerre stellari" ("Star Wars" in originale. Ribattezzato poi, per fare chiarezza nell'universo narrativo della saga sempre più in espansione, "Star Wars - Episodio IV - Una nuova speranza"), che divenne da subito uno straordinario successo commerciale, trasformando gli allora sconosciuti attori protagonisti, Harrison Ford, Mark Hamill e Carrie Fisher, in stelle di prima grandezza (anche se poi solo Ford riuscì davvero a crescere come attore e ad uscire dal legame con Han Solo, il personaggio da lui interpretato nel film).

George Lucas mescola abilmente tutte le sue passioni giovanili, facendone nascere una cosa nuova (cinematograficamente parlando, almeno), puntando molto sull'aspetto visivo e sulle nuove tecnologie applicate al cinema che in quegli anni stavano nascendo e che ha poi lui stesso contribuito massicciamente a sviluppare (la stessa cosa fece poi qualche anno dopo, realizzando l'altra serie/mito che porta la sua firma, quella di "Indiana Jones").


Dopo una lunga e travagliatissima lavorazione dettata da set faticosi e pieni di imprevisti, infiniti guasti tecnici e revisioni dei dialoghi, Lucas fa una proiezione privata della copia lavoro del film ad alcuni suoi colleghi ed amici, tutti registi emergenti in quegli anni a Hollywood, tra cui Steven Spielberg e Brian De Palma, mentre altri, pur invitati, come Martin Scorsese e John Milius, non parteciparono. Lucas viene aspramente criticato per il tono dato al racconto, soprattutto da De Palma, che lo ritiene fin troppo bambinesco e che non sa decidersi tra il favolistico e l'epico, gli altri rimangono perplessi (va detto che non videro il film finito, ma, come detto, solo la copia lavoro), mentre da Spielberg riceve invece un incondizionato appoggio (per scommessa, Spielberg scrisse in una busta, poi sigillata, la cifra che secondo lui il film avrebbe incassato, cioè 20 milioni di dollari. Ma "Guerre stellari" finì per guadagnare 10 volte tanto: realizzato con un budget di soli 11 milioni di dollari, un anno dopo ne aveva incassati oltre 200).

Neanche i produttori capivano il senso del film, abituati a ben altro cinema, né riuscivano ad accettarlo, ma dopo le prime proiezioni in sala, visto l'effetto che la pellicola faceva sui ragazzini ne intuirono subito le enormi potenzialità economiche. "Guerre stellari" esordì il 25 maggio del 1977, ma meno di 40 sale cinematografiche in tutti gli Stati Uniti accettarono di proiettarlo.  Nonostante le pesanti(ssime) critiche subite dalla stampa specializzata, gli incassi strepitosi del film riuscirono comunque a zittire la critica (che in parte rivalutò l'opera, se non artisticamente parlando almeno a livello di fenomeno di costume): i risultati finali parlano di ben 775.400.000 di dollari di cui ben 460.998.007 solo negli states. 


Grazie al successo ottenuto, Lucas inizia la lavorazione dei due diretti sequel del primo film: "Guerre stellari - Episodio V - L'impero colpisce ancora", diretto da Irvin Kershner, e "Guerre stellari - Episodio VI - Il ritorno dello Jedi", diretto da Richard Marquand, usciti rispettivamente nel 1980 e nel 1983.

Ne "L'Impero colpisce ancora", il primo e fortunatissimo sequel di "Guerre stellari", sono presentati diversi nuovi personaggi che diventeranno subito familiari ai fan della saga (caratteristica che verrà mantenuta in tutti gli altri titoli), ma uno di questi, forse il più importante, non viene interpretato da un attore in carne e ossa perché è solo un pupazzo animato.

Il suo nome è Yoda, e riceverà l'amore incondizionato di tutti gli spettatori.

Simile ai famosi Muppet televisivi, per muoverlo e per dargli la voce viene chiamato lo specialista Frank Oz, che proprio al "Muppet Show" aveva collaborato per anni, mentre il suo volto fu invece realizzato dall'artista britannico Stuart Freeborn (tra i film a cui ha lavorato c'è anche "2001: Odissea nello spazio"), che si era basato in parte sulla propria faccia e in parte su quella di Albert Einstein.

Solo in alcune sequenze del film, dove lo si vede camminare, Yoda venne interpretato da alcuni attori nani.

Animare e rendere plausibile il personaggio in tutti i suoi movimenti e dettagli fu un lavoro pionieristico, dove non mancarono inevitabili difficoltà, ripensamenti, dubbi e intoppi (Lucas lo descrisse così: "Fu un salto nel buio. Se non avesse funzionato, il film sarebbe crollato di conseguenza"), ma nel risultato ottenuto le sue reazioni ed espressioni nelle sequenze girate con Mark Hamill sembrarono così autentiche e coinvolgenti che riuscirono a incantare le platee di tutto il mondo:

Quel film (da molti ritenuto il migliore della saga) è poi celebre per la scena in cui Darth Fener (o Vader, come preferite), dopo un lungo combattimento, dice a Luke la verità su suo padre; di sicuro uno dei momenti chiave dell'intero progetto e che non ha mancato di sorprendere il pubblico in sala nel lontano 1980.

Grazie ad una sorta di reperto archeologico riemerso di recente, una ripresa in una sala cinematografica di allora e pubblicata su Youtube, si possono sentire le reazioni degli spettatori a quella rivelazione:

Come detto, tra la fine degli anni '90 e i primi anni del 2000, George Lucas realizza e dirige personalmente una nuova trilogia ambientata precedentemente ai fatti narrati nei film già visti ("Star Wars - Episodio I - La minaccia fantasma"; "Star Wars - Episodio II - La guerra dei cloni"; "Star Wars - Episodio III - La vendetta dei Sith"), ma che in buona parte delude le aspettative, dimostrando addirittura che l'immaginario dei fan era andato ben oltre e in buona parte più a fondo, ormai, di quello che riuscì a fare lo stesso Lucas in quei film, che anche da un punto di vista visivo (sono tutti molto roboanti ma a volte incoerenti) sembrano comunque superati da altre produzioni in giro in quegli anni (soprattutto rispetto alle cose viste nella trilogia de "Il Signore degli anelli" di Peter Jackson).

In tempi recenti i diritti sul franchise di "Guerre stellari" (ormai ribattezzato "Star Wars" anche in Italia e che si è esteso in diverse produzioni di cartoni animati) sono stati acquistati dalla Disney (ha rilevato anche quelli sul personaggio di "Indiana Jones"), che ha messo in produzione una terza trilogia (andando a completare quindi il progetto originale di Lucas di nove film in totale). I titoli di questa parte finale della saga sono: "Star Wars - Episodio VII - Il risveglio della Forza" (2015) diretto da J. J. Abrams, "Star Wars - Episodio VIII - Gli ultimi Jedi" (2017) diretto da Rian Johnson, "Star Wars - Episodio IX - L'ascesa di Skywalker" (2019), ancora diretto da Abrams.

A questi è stata poi aggiunta la serie cinematografica chiamata Anthology che per ora include: "Rogue One: A Star Wars Story" (2016) di Gareth Edwards, e "Solo: A Star Wars Story" (2018) di Ron Howard.


Per arrivare a finire il primo "Guerre stellari" Lucas accetta anche di fare un investimento con la sua casa di produzione, la Lucasfilm (fondata nel 1971), ma si assicura però lo sfruttamento del merchandising legato al titolo, cosa che i produttori della 20 Century Fox, ben poco interessati alla cosa, gli concedono subito. Ma è proprio grazie all'enorme ricavo economico di questo aspetto che Lucas diventa, da lì a poco, uno degli uomini più potenti e influenti di Hollywood (nel bene e nel male), arrivando da quel momento in poi a investire moltissime risorse nello sviluppo degli effetti visivi e speciali nel cinema con la Industrial Light & Magic (ILM), azienda da lui creata nel 1975 e che è diventata, proprio grazie alla saga spaziale, un punto di riferimento in tal senso.


L'intera serie di Guerre stellari si è rivelata un vero e proprio fenomeno produttivo, attirando una vasta schiera di appassionati e ritagliandosi un suo spazio nella cultura di massa, ha ispirato generazioni di registi e ha contribuito a sviluppare nuove tecniche nell'industria cinematografica, in particolare nell'ambito del montaggio e degli effetti sonori e visivi.


Qui potete vedere il documentario "Guerre stellari - L'impero dei sogni":

e qui "Da Guerre stellari a Guerre stellari: La storia della ILM", documentario del 1999 dedicato alla Industrial Light & Magic:

Buona visione!


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