Le brevi storie che iniziò a scrivere e disegnare a partire dal 1827 lo indicano come il primo autore di fumetti al mondo.
"La linea è un mezzo artificiale di imitazione, ma corrisponde così bene alla maniera intuitiva d'osservare che parla alla nostra intelligenza nel modo più rapido e chiaro." (Rodolphe Töpffer)
"Töpffer non segue le ombre di nessuno; non mi ero mai imbattuto in un talento così originale." (Johann Wolfgang von Goethe)
Famoso illustratore e scrittore svizzero, Rudolphe Töpffer (31 gennaio 1799 - 8 giugno 1846) è anche considerato il fondatore del moderno fumetto. Suo padre, Wolfgang Adam Töpffer, un emigrante tedesco che si era stabilito a Ginevra, era un noto pittore e fin da bambino Rodolphe avrebbe voluto seguire le sue orme. Nel 1816 contrasse però un'infezione agli occhi e, per tentare di curarla, nel 1819 si trasferì a Parigi. Qui proseguì gli studi, dedicandosi in particolar modo a quelli umanistici, e frequentò assiduamente gli ambienti artistici. Nel 1820 tornò a Ginevra e, a causa dei persistenti problemi alla vista, abbandonò l'idea di diventare un pittore professionista e decise di dedicarsi all'insegnamento. Il suo impegno è anche rivolto verso la letteratura, e scrive brevi testi come "My Uncle's Library", "Nouvelles genevoises" e, in particolare, "Voyages en zig-zag - ou excursions d'un pensionnat en vacances en Suisse et sur le reverse méridional des Alpes ", racconti dei suoi viaggi a piedi in Svizzera fatti in compagnia dei suoi studenti. Nel 1823, si sposa con Anne-Marie Moulinié, dalla quale avrà quattro figli, e fonda un collegio privato. Nel 1832, venne chiamato alla cattedra di letteratura all'Università di Ginevra. Nel 1834 diviene membro conservatore nel cantone di Ginevra carica che mantenne fino al 1841. Nel 1842 divenne polemista per il Courrier de Genève opponendosi alle riforme liberali appoggiate invece da suo padre. Da lì a poco Töpffer inizierà ad avere dei seri problemi di salute che lo costringeranno, nel 1845, ad abbandonare l'insegnamento e a ritirarsi a vita privata.
Il nome di Töpffer è oggi legato ad una serie di storie illustrate accompagnate da brevi testi che egli scrisse e disegnò a partire dal 1827 per il diletto dei suoi allievi (storie non prive di intenti pedagogici) e che non era sua intenzione pubblicare. Fu solo a seguito delle pressioni avute proprio dai suoi allievi e da alcuni suoi amici, e in particolar modo di Johann Wolfgang von Goethe, suo convinto ammiratore, che Töpffer, nel 1833, si decise a dare alle stampe una di queste storie: "Histoire de monsieur Jabot". Le histoires hanno per protagonisti personaggi perfettamente delineati, sia sotto l'aspetto psicologico, in chiave spesso satirica, sia nella rappresentazione grafica, leggera e raffinata. Negli anni successivi altre sei storie verranno pubblicate: "Monsieur Crépin" (1837), "Les Amours de M. Vieuxbois" (1839), "Monsieur Pencil" (1840), "Le Docteur Festus" ( 1840), "Histoire d'Albert" (1845) e "Histoire de M. Cryptogame" (1845), e l'autore divenne molto noto per le sue "histoires en images".§ Dopo la morte di Töpffer, furono antologizzate nella serie di volumi intitolati "Histoires en Estampes". Il manoscritto di una storia lasciata incompiuta, "Brutus Calicot", è conservato presso la Biblioteca dell'Università di Ginevra. Un'altra sua pubblicazione è poi "Essais d'autographie" (1842). Nel 1842, una di queste storie verrà anche tradotta e pubblicata negli Stati Uniti, segno dell'interesse che avevano suscitato per la loro originalità espressiva.
Al di là del loro valore artistico e letterario, pur pregevole, grazie a queste storie molti critici, in particolar modo in anni recenti, hanno identificato Töpffer come il primo fumettista (esercitò tra l'altro una determinante influenza anche su un altro importante precursore: il tedesco Wilhelm Busch, il creatore di "Max und Moritz", ma anche il nostro Gianni De Luca dichiarò di essere stato profondamente condizionato dall'opera di Töpffer in molti suoi celebri lavori).
A quelle produzioni l'autore affianca anche testi autobiografici e racconti. Nel 1832 pubblica la sua prima novella, che rimarrà anche la più famosa, "La bibliotèque de mon oncle" ("La biblioteca di mio zio", un'autobiografia che rivela le amarezze e i dolori della sua giovinezza), alla quale seguiranno diverse altre. Del fumetto Töpffer è stato anche il primo teorico, e nella prefazione all'edizione de l'"Histoire de monsieur Jabot" scrisse: "Questo piccolo libro è di natura mista. È composto da una serie di disegni accompagnati da una o due righe di testo. I disegni senza testo avrebbero un significato oscuro. I testi senza disegno non avrebbero alcun significato", dimostrando così la consapevolezza della natura nuova del suo mezzo espressivo. In seguito approfondì i suoi studi sulle potenzialità espressive delle immagini frammiste al testo nel "Trattato di fisiognomica" pubblicato nel 1845, in cui viene analizzata l'importanza della caratterizzazione grafica dei personaggi al fine di esprimerne immediatamente la personalità.
Mentre le illustrazioni delle sue escursioni sono tradotte (e spesso trasformate) su matrici da incisori abili ma tradizionali, una nuova tecnica di stampa adottata da un editore parigino consente all'autore di disegnare direttamente su matrice: uno sforzo ulteriore ma definitivo che rende i volumi come autentici originali. Proprio nel periodo che vede l'editoria mondiale entrare in una nuova era, la salute dell'autore ginevrino si aggrava a causa di una malattia al fegato.
Muore a Ginevra l'8 giugno del 1846, a soli 47 anni.
Sarà pubblicato postumo anche un altro suo libro: "Réflexions et menus propos d'un peintre génevois ou essai sur le beau dans les arts" ("Riflessioni e appunti di un pittore ginevrino o saggio sul bello delle arti" - 1848), un saggio fondamentale e testamento artistico dell'autore che inventò il fumetto.
In questi due video, l'arte di Rodolphe Töpffer viene raccontata da due esponenti di spicco del mondo del fumetto: rispettivamente il francese Benoît Peeters e lo statunitense Art Spiegelman.
"Rodolphe Töpffer e la nascita del fumetto":
"Da Rodolphe Töpffer a Yellow Kid":
Mentre qui trovate una puntata del programma "AT Comics" dedicata a Töpffer:
Buona visione!
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