Mai scontato o prevedibile, ha dato prova di saper ben raccontare le contraddizioni della società contemporanea e la complessità della natura umana.
"Se da un lato credo enormemente nella soluzione sociale, nel cercare di fare le cose insieme; allo stesso tempo ho una terribile sfiducia nei confronti della collettività: le più grandi atrocità dell'umanità sono state fatte o permesse dal collettivo". (Miguelanxo Prado)
Nato a La Coruña nel 1958, Miguelanxo Prado è da tempo uno dei fumettisti spagnoli più celebri e apprezzati a livello internazionale, ma si è distinto anche come illustratore e animatore.
Nel suo lavoro, mai prevedibile o banale, e anzi davvero superbo a livello narrativo e di una bellezza grafica rara, ha dato prova di saper ben raccontare le contraddizioni della società contemporanea e la complessità della natura umana.
Un'umanità che, sotto l'occhio di questo autore, viene messa alla berlina e presentata in maniera disarmante.
Le storie di Prado, che siano ambientate nel nostro surreale presente oppure in un distopico futuro, e che siano ironiche o drammatiche, fanno sempre una sola domanda: cosa sta succedendo all'umanità?
Appassionato di pittura e letteratura fin dalla giovane età, scoprì il fumetto intorno ai 20 anni, colpito dall'estro grafico autori come Jean "Moebius" Giraud, Sergio Toppi, Dino Battaglia o Alberto Breccia, oltre che dalle storie di José Muñoz e Carlos Sampayo, da cui Prado impara praticamente tutto ciò che sa sulla grammatica e la sintassi del fumetto. Abbandonati gli studi di architettura decide, nei primissimi anni '80, di dedicarsi professionalmente ai cartoni animati e ai fumetti, iniziando a collaborare con tutte o quasi le maggiori pubblicazioni del genere presenti sul mercato spagnolo ("Zona 84", "Comix", "1984", "Cairo", "Cimoc") e scrivendo e disegnando opere già significative, come "Frammenti dell'inciclopedia delfica", "Manuel Montano" e la stupefacente e amarissima serie "Stratos". In quel periodo inizia una collaborazione anche con il settimanale a fumetti "El Jueves", presentando "Deliri quotidiani", una serie diventata molto famosa e composta di brevissime storie grottesche e graffianti sui tanti mali della società contemporanea, poi raccolte più volte in volume e per il quale vinse (meritatamente) il Cómic de Barcellona nel 1989. Quel particolare periodo della sua vita, lo ricorda così: "È stata una fase difficile, perché è durata molti anni e perché la mia passione per la pittura e la letteratura è stata un apprendimento diretto ricevuto da mio padre. Mi portò a visitare le poche gallerie d'arte che si trovavano a La Coruña. Poi mi accompagnò a vedere il Prado, e a Toledo per vedere i dipinti di El Greco. Che le persone che avevano contribuito a immettere quella grande passione nella mia anima non capissero poi che ho lasciato una possibile carriera in architettura per dedicarmi a questa, l'ho sempre trovato molto difficile da digerire".
Nonostante il costante cambiamento nella grafica e nei soggetti trattati, Prado è stato capace di elaborare uno stile unico e perfettamente riconoscibile ma che è naturalmente figlio di innumerevoli influenze - sia derivate dal mondo dell'arte visiva che da altre fonti -, come il lavoro di Jan Veermer, che ebbe un forte impatto sull'autore e che, come ha dichiarato, è sicuramente da lì che arriva il fascino per il silenzio che ha cercato in più momenti di riproporre. Sono senz'altro poi visibili i debiti verso la pittura di Henri de Toulouse-Lautrec e di Egon Schiele.
A livello letterario, una delle sue prime letture furono i romanzi di Howard P. Lovecraft, il realismo magico di Álvaro Cunqueiro, molta letteratura latinoamericana, tra cui Jorge Luis Borges e Julio Cortàzar, e poi ancora le opere di Virginia Wolf - per come viene trattato il monologo interiore dei personaggi e per come viene raccontata la realtà - e, oggigiorno, autori come Ian McEwan.
Negli anni '90, durante la crisi che colpì il settore dei fumetti in Spagna, la sua produzione in quel campo si riduce per dedicarsi ad altri media, facendo illustrazioni o character design per la TV (in Spagna per il popolare programma per bambini "Club Xabarín", negli Stati Uniti per la serie animata di "Men in Black" prodotta da Steven Spielberg).
Dal 1998 Prado diventa il direttore de l'Atlantico, la fiera del fumetto che si tiene ogni estate a La Coruña.
Nel primo decennio del nuovo secolo, Prado torna a occuparsi delle sue prime passioni: il fumetto - pubblicando "La mansión de los Pampín", un album umoristico-didattico commissionato dal Collegio Ufficiale degli Architetti della Galizia, e collaborando con Neil Gaiman nell'antologia "The Sandman: Notti infinite" - ma soprattutto l'animazione. Nel 2007 esce al cinema il lavoro che lo ha tenuto impegnato per diversi anni, ovvero "De Profundis", film che Prado ha diretto, scritto e disegnato con grande dedizione: "Il mare è un elemento costante nei miei lavori, ma non è una fissazione, semplicemente solo qualcosa di naturale, perché è stato sempre presente nella mia vita. Sono nato a La Coruña e sin da giovanissimo ho percorso quelle strade che odoravano di iodio, ascoltavo i gabbiani e vedevo il mare. Più tardi ho scoperto che il mare è un concetto, che fin dalle culture più antiche ha agito su diversi livelli. Uno è quello della realtà: le culture che conoscono il mare cercano di navigarlo, conoscerlo, sfruttarlo, nutrirsene, ma, allo stesso tempo, e su un secondo livello, il mare è un ambiente mistico, un transito per l'aldilà. Nel mare, tutte le popolazioni che sono cresciute nelle sue vicinanze hanno depositato in esso le loro più terribili paure. Nel mare gli uomini hanno immaginato tesori, favolosi mondi e magiche città sommerse. La percezione del mare ha sempre funzionato così per gli esseri umani, e tutti accettiamo senza problemi la convivenza tra il mare reale e il mare mistico che abbiamo nelle nostre teste". Nel 2009 Prado entra nella Royal Galician Academy of Fine Arts in veste di insegnante. Nel 2012 esce la sua ultima fatica fumettistica: "Ardalén" (il nome dato dall'autore ad un vento di sua invenzione), un graphic novel - con il quale si aggiudica il premio al Salón del Cómic de Barcelona 2013 - che è un'autentica ode ai ricordi, alla fragilità della memoria, capace con gli anni di confondere la realtà con i nostri desideri (questione, quella della memoria, da lui molto sentita, che è presente in parte anche in un'altra sua storia, "Segno di gesso"). Un'opera profonda, come un'esperienza vitale, con una intensa carica emotiva che riesce a penetrare l'anima del lettore. Del suo lavoro di disegnatore di fumetti, Prado ebbe a dire: "Se nella realizzazione di un libro ho avuto la fortuna di lavorare bene, ne sono sempre molto felice, perché questo è quello che faccio, ma una volta completato non mi interessa molto tornare sugli stessi argomenti, e di certo non nello stesso modo. A volte questa è una contraddizione in sé, come autore e anche come lettore. Apprezzo molto che certe persone riescano a farlo, e che continuino a farlo bene. Ad esempio, adoro che Hugo Pratt abbia fatto molti libri di Corto Maltese. Ma io non ne sono in grado, non ne sento il bisogno."
Tra i lavori più noti e significativi che hanno caratterizzato la sua carriera vanno ricordati senz'altro i già citati "Stratos", "Deliri quotidiani" ("Quotidianìa delirante"), "Manuel Montano" e "Frammenti dell'enciclopedia delfica" ("Fragmentos de la enciclopedia délfica"), ma non possono mancare il bellissimo "Amori tangenti" ("Tangencias", una carrellata su diversi rapporti di coppia, esaminati nell'intimità di pensieri, azioni, sensazioni, pulsioni, desideri e nelle inevitabili delusioni e solitudini a cui molte persone sono in qualche modo destinate), "Pierino e il Lupo" ("Pedro y el Lobo", la splendida versione a fumetti tratta dall'opera più famosa di Sergei Prokofiev), e infine "Segno di gesso" ("Trazo de tiza", una storia "impossibile", onirica e sperimentale di un uomo su un'isola, incapace di distinguere il sogno dalla realtà o il presente dal passato). Per quest'ultimo titolo, Prado ha vinto diversi riconoscimenti, tra cui l'Alph'Art per il miglior album straniero al Festival internazionale del fumetto di Angoulême, ricevendo questo premio per la seconda volta; la prima volta fu nel 1991 per "Manuel Montano".
Le storie di Miguelanxo Prado sono state pubblicate in Italia sia su riviste ("L'Eternauta", "Lanciostory") che in volumi editi da diversi editori.
QUI trovate il suo sito, QUI il suo blog, e QUI la sua pagina Facebook, mentre il video che segue contiene una lunga intervista all'autore:
Buone letture e buona visione!
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