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  • Immagine del redattorePasquale Frisenda

Il mondo intero di Robert E. Howard - Da Cross plains all'Era Hyboriana

Aggiornamento: 22 giu 2022

Storia e storie dell'autore di Conan, Solomon Kane, Kull e di altri cupi eroi fantasy, genere che ha contribuito a fondare.

"Il mondo intero" è un film dedicato alla vita di Robert Ervin Howard e all'unico amore che ha avuto, quello per la giovane maestra Novalyne Price. In una scena del film, Howard porta la Price sopra un'alta collina poco fuori da Cross plains (il paese del Texas dove ha sempre vissuto), un luogo per lui particolare e importante perché lì spesso andava a scrivere o a cercare ispirazione. Prima di giungere in cima le fa chiudere gli occhi e una volta arrivati le dice: "Ora puoi aprirli." - "Mio dio... è bellissimo! Si vede il mondo intero da qui!" - "Sì. E' vero. Questo e altri mondi".


"Gli uomini civilizzati sono più scortesi dei selvaggi, perché sanno di poter essere maleducati senza correre il rischio che la loro testa sia spaccata in due da un colpo d'ascia o da qualcosa di simile." In questa semplice frase apparsa in un suo racconto c'è molto dello spirito e della visione del mondo di Robert Howard, che anche se non aveva nulla contro la società (ed espresse idee politiche che oggi si definirebbero progressiste), detestava con tutto se stesso l'ipocrisia e la falsità che vedeva imperare nei rapporti tra le persone. Considerato da tempo il padre della moderna heroic fantasy, nonché uno dei massimi esponenti della letteratura dell'orrore e grande interprete del romanzo d'avventura, è l'autore di personaggi come Conan il barbaro, Solomon Kane o Kull di Valusia; figure oscure e violente, degni specchi del mondo che andavano ad affrontare e che spesso era peggio di loro. Robert Howard nasce il 22 gennaio del 1906 a Peaster, nel Texas, ma per questioni legate al lavoro del padre, un medico condotto, la sua famiglia si trasferisce l'anno successivo nel paese di Cross plains, sempre in Texas, dove poi trascorse tutta la vita. Fu profondamente legato a sua madre, da un affetto che aveva quasi del morboso, ma entrò spesso in contrasto con il padre, oltre che con i ragazzi del luogo a causa del suo aspetto gracile. Come reazione a questo, dedicò molto tempo della sua adolescenza alla ginnastica, alla pesistica e anche al pugilato, motivato dai campioni dell'epoca (ma pare che si allenasse anche abbattendo alberi), tanto da diventare in breve un uomo dal fisico imponente, cosa che gli permise di non aver più fastidi, almeno dai suoi coetanei.


Di carattere introverso, il giovane Howard ha pochi e turbolenti rapporti con gli abitanti del paese, preferendo sempre trascorrere le sue giornate in casa a leggere con avidità romanzi e racconti d'avventura, in particolar modo i libri di scrittori come Robert L. Stevenson, Rudyard Kipling, Arthur Conan Doyle, Henry Rider Haggard, Edgar R. Burroughs, Clark A. Smith, Rafael Sabatini, Bram Stoker, Ambrose Bierce, Edgar Allan Poe o Howard P. Lovecraft. Tutte quelle letture, insieme alle conseguenze che molti pazienti di suo padre riportavano da risse, incidenti nelle miniere, nelle fattorie, nei campi e nei giacimenti petroliferi che sorgevano nella zona, o anche ferite da scontri a fuoco, linciaggi o incursioni nelle riserve indiane, formarono l'immaginario del giovane Howard, elaborando un mondo dove il dolore e la fatica sono elementi inseparabili dalle esperienze della vita quotidiana. Fin da bambino scrive di avventurieri, marinai e guerrieri; uomini rudi e decisamente poco avvezzi alla diplomazia. All'età di quindici anni inizia a elaborare dei veri e propri racconti, solo per suo diletto ma con regolarità. Comincia a inviare i suoi scritti alla storica rivista pulp "Weird Tales", dove aveva conosciuto molti dei suoi autori preferiti, tra cui Lovecraft, e vengono accettati, ma la rivista paga solo a pubblicazione avvenuta e il materiale di scorta non è poco. Nel frattempo Howard decide di fare altri lavori, alternandoli alla scrittura, per essere indipendente almeno economicamente dal padre, e fa esperienza come giornalista, stenografo, commesso, benzinaio. Il suo esordio come scrittore avverrà su "Weird Tales" nel 1925, a soli 19 anni, con un racconto intitolato "Spear and fang". Quattro anni dopo, nel 1929, sempre sulle pagine di "Weird Tales", crea la saga di "Kull di Valusia", vero e proprio precursore del suo personaggio più famoso, ovvero Conan il barbaro, nato invece nel 1932 e più precisamente nel racconto intitolato "La Fenice sulla lama" (Howard riscrisse un racconto che gli era stato rifiutato, intitolato "Quest'ascia è il mio scettro" e che aveva Kull come protagonista), che da subito ottiene un notevole riscontro. Il successo come scrittore e il conseguente discreto agio economico arrivano a creargli ancora maggiori frizioni con gli abitanti del paese, incapaci di capire come possa accadere e invidiosi di quello strano ragazzone che "senza lavorare riesce a guadagnare bene", situazioni aggravate ulteriormente da un periodo di forte recessione economica che affligge buona parte della popolazione degli Stati Uniti. L'isolamento di Howard diventa quasi assoluto, salvo qualche occasionale contatto con pochi amici.


Ambientato nell'immaginaria "Era Hyboriana" (una rielaborazione in chiave fantastica di buona parte dell'Europa, dell'Asia e del nord Africa, che, ad oggi, rimane ancora uno degli esempi di mondo immaginario meglio costruiti e tra i più complessi nel genere fantasy), Conan fu protagonista di una saga che copre l'intera sua vita, dall'adolescenza fino all'età adulta, quando arriva a sedersi sul trono di Aquilonia. A Conan sono stati dedicati molti racconti e alcuni romanzi (di cui diversi realizzati da altri scrittori dopo la morte di Howard) e, negli anni successivi, anche di cartoni animati, film e serie a fumetti (e qui vale la pena ricordare almeno quella degli anni '70/'80 della Marvel Comics, ad opera di nomi come Roy Thomas, Barry Windsor-Smith e John Buscema, che contribuì non poco a dare fama al torvo personaggio) oltre che, ovviamente, delle strepitose illustrazioni di Frank Frazetta, uno dei più importanti disegnatori che l'opera di Howard abbia mai avuto. Il lavoro svolto su questo personaggio rappresenta l'apice della scrittura di Howard, ed è qui che arriva quindi ad esprimersi al meglio delle sue capacità.

Howard inventò anche altri affascinanti personaggi, e non si può non ricordare Solomon Kane, una tenebrosa figura che immagina quando aveva circa 14 anni. Solomon Kane si muove in un medioevo popolato da demoni e stregonerie ed esordì col racconto intitolato "Ombre rosse" ("Red Shadows"), pubblicato su "Weird Tales" nel 1928 (anche se la prima storia in ordine cronologico è in realtà "Teschi sulle stelle", uscita nel 1929). Ci sono poi Bran Mak Morn, il re e condottiero dei Pitti, oppure Esaù Cairn, il protagonista di "Almuric, il pianeta selvaggio". Dotato di una fantasia dirompente, nella sua breve carriera Howard scrisse decine e decine di racconti di diversi generi. e tra questi furono particolarmente apprezzati quelli di ambientazione western. Nel 1931 incontra l'unico amore della sua vita, Novalyne Price, un'insegnate di inglese, ma la loro relazione, già complicata dal carattere tutt'altro che facile di Howard, fu anche molto contrastata dalla madre dello scrittore, e quando lo stato di salute, sempre precario, di quest'ultima, comincia a complicarsi, Howard diventa sempre più scostante, assente, e alla fine la Price, nel 1936, decide di trasferirsi. Da quel momento in poi il destino ha in serbo ben poco per Howard, e i due non si rivedranno più. Il tempo trascorso con la giovane donna fa comunque germogliare in Howard nuove considerazioni verso il genere femminile, arrivando a riversare la determinazione in lei vista nelle tante eroine con cui arricchì i suoi racconti, come Bêlit, Valeria la piratessa e Red Sonja. Nel 1986 Novalyne Price pubblica un libro intitolato "Colui che camminava da solo" ("One who walked alone"), tratto dal diario dove aveva annotato i suoi incontri con Robert Howard e la loro particolare storia. Dal libro della Price, nel 1996 il regista Dan Ireland ricava il bel film intitolato "Il mondo intero" ("The whole wide world'"), nel quale ad interpretare Howard troviamo il bravo e ispirato Vincent D'Onofrio, mentre nei panni della Price una giovanissima ma già convincente Renèe Zellweger.

E' difficile oggi capire fino in fondo le novità che questo autore portò in quegli anni nella letteratura di genere fantastico (e non solo), perché molti dei suoi personaggi sono entrati ormai nell'immaginario comune, sono dati per acquisiti, anche scontati, e sono persino frutto di parodie. Ma, nonostante alcune pecche nello stile, dovute soprattutto alla sua giovane età, i mondi creati da Howard intorno ai suoi eroi sono invece ancora tutti da (ri)scoprire, tanto sono pulsanti di vita, pieni di meraviglie e orrori, ricchi di mille dettagli e atmosfere. Per non parlare della sua coinvolgente capacità narrativa, che permette al lettore di entrare istantaneamente nelle dimensioni da lui immaginate (e questo proprio perché sono così piene e complete) e fargli provare le stesse sensazioni che vivono i suoi personaggi: leggendo i suoi racconti si riesce davvero a credere di essere al fianco di Conan o di Kull, magari immersi in ombrose giungle, nelle affollate strade di esotiche e opulente città (come nei loro oscuri sotterranei) o negli infuocati deserti da loro affrontati, oppure insieme a Solomon Kane, a debellare orribili malefici tra Europa e Africa.


L'11 giugno del 1936, a soli 30 anni, Robert Howard si toglie la vita, affranto da problemi psicologici e fisici mai risolti (soffriva di cuore, che curò per tutta la sua breve vita assumendo la digossina) e dalla notizia che per la madre non c'è ormai più nulla da fare (morirà il giorno dopo alla sua scomparsa). Il padre lo accudisce per otto ore, ma alla fine Howard muore. Queste le ultime parole trovate nella sua macchina da scrivere: "Tutto è andato, tutto è finito. Ponetemi sulla pira; la festa è terminata e il lume ora spira".


La morte di Howard provocò non poco dolore e stupore tra i suoi colleghi. Tra questi c'era Howard P. Lovecraft, autore con cui Howard aveva stabilito un forte contatto tramite corrispondenza (tanto che il loro carteggio è stato poi raccolto in ben due volumi), e in quell'occasione il solitario di Providence scrisse una lunga lettera che così terminava: "Che un artista così geniale debba morire, quando centinaia di scribacchini continuano a propinarci falsi fantasmi, navi spaziali e detective dell'occulto, è invero un triste esempio d'ironia cosmica."

Il lavoro di Howard rimase solo nella memoria dei suoi lettori e degli ammiratori, almeno fino al 1946, quando August Derleth pubblicò un'antologia di storie dal titolo "Skull-Face and Others" (recensita dal New York Times, fu ritenuta così violenta da poter causare la schizofrenia), che permise alla produzione dello scrittore di avere un nuovo slancio.


QUI trovate il sito dedicato a lui e al suo mondo, mentre QUI l'elenco dei suoi libri usciti in Italia.


Chiudo il post con due trailer e una clip tratti dai film dedicati a Conan e Solomon Kane, i suoi due eroi più noti:


"Conan il barbaro" di John Milius (1982) - trailer:

"Conan the barbarian" di Marcus Nispel (2011) - clip:

"Solomon Kane" di Michael J. Basset (2009) - trailer:


Buona visione e buone letture!



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