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  • Immagine del redattorePasquale Frisenda

I mondi straordinari di Richard Corben

Aggiornamento: 28 mag 2023

Uno dei più celebri illustratori e fumettisti americani, con una fama che sfocia quasi nella leggenda, per l'enorme considerazione di cui gode nell'ambiente.

"Nell'uomo di oggi la mente cosciente non è troppo vicina all'inconscio. Esiste tra loro una frontiera assai difficile da varcare. E' una corda sottilissima, affilata come un rasoio, ma quella è l'unica strada in cui si può passare senza cadere nell'abisso. Vi sono però persone che sanno camminare su questa corda e usare questo ponte come se si trattasse di un facile sentiero. Richard Corben è uno di questi spregiudicati acrobati. Cammina con sicuro equilibrio dalla sua visione dell'antica Età della pietra (l'inconscio) fino al presente. E va anche oltre, per poi tornare indietro." (dall'introduzione di Philip José Farmer a "Den: Viaggio nel paese di Giammai" - Ed. Milano Libri - 1979)


Nato il 1° ottobre del 1940, Richard Vance Corben è diventato uno dei più celebri illustratori e fumettisti americani, con una fama che sfocia quasi nella leggenda, visto la considerazione di cui gode nell'ambiente. Un disegnatore anomalo, rivoluzionario per tanti aspetti, capace di esprimere un'epicità e una potenza eccezionali muovendosi tra un disegno a volte iperrealistico e incredibilmente materico, a volte grottesco, decisamente comico e beffardo, ma sempre con una naturalezza che fa effetto.

Padrone assoluto della luce e delle ombre, che vengono usate con enorme sapienza (molto spesso, nelle sue tavole, sia gli ambienti che i personaggi sono illuminati da più fonti di luci che permettono all'autore di lavorare sui volumi, e questo indipendentemente che le realizzi nei suoi debordanti colori o nel suo formidabile bianco e nero), caricando i suoi disegni di atmosfere densissime e pregnanti che imprigionano l'occhio e il cuore del lettore, aiutandolo a scivolare da subito nel mondo che lui ha immaginato e gli ha preparato.


Nel 1965 si laurea in Belle Arti all'Art Institute di Kansas City (la città dove è nato), e, dopo aver lavorato come scultore, pittore e animatore professionista, inizia a produrre fumetti in uno stile tipicamente underground, all'autore perfettamente congeniale (la sua antologia "Fantagor" ne è un buon esempio).

Nel 1970 illustra storie dell'orrore e di fantascienza (generi amati da Corben, e in cui si esprimerà con risultati eccelsi) per la Warren Publishing, che compaiono su riviste come "Creepy", "Eerie", "Vampirella", "1984" e "Comix International", inoltre collabora anche al classico personaggio di Will Eisner, "Spirit", colorandone diversi episodi. Nel 1975 arriva però una prima svolta nella sua carriera: in Francia, Jean "Moebius" Giraud, Philippe Druillet e Jean-Pierre Dionnet, insieme a Philippe Caza e ad altri celebri autori, fondano la rivista "Metal Hurlant", e Corben, sentendo affine quel tipo di pubblicazione, coglie l'occasione per proporre alcune sue storie, soprattutto a "Heavy Metal", la versione americana di quell'iniziativa editoriale arrivata pochi anni dopo. Nel 1976 adatta a fumetti "Bloodstar", una breve storia di Robert E. Howard, che si rivela un capolavoro di narrazione e potenza grafica (pubblicato in Italia nel 1981 dalle Edizioni Milano Libri con il titolo "Bloodstar nel regno di Aesir").

Tra le storie disegnate per "Heavy Metal" da segnalare è la saga fantasy di "Den", senz'altro uno dei suoi personaggi più famosi, che ha avuto inizio nel cortometraggio sperimentale "Neverwhere" (del '68, di cui trovate qui di seguito un estratto) e in una breve storia nella pubblicazione underground "Grim Wit".

"Den" (che ha forti rimandi al "John Carter di Marte" di Edgar R. Burroughs) racconta le avventure di un giovane ragazzo, tutt'altro che prestante o in gamba, ma che si trova catapultato all'improvviso a Neverwhere, una dimensione parallela alla nostra - chiaramente ispirata all'era Hyboriana di Robert E. Howard, alle dimensioni orrorifiche immaginate da Howard P. Lovecraft e, ovviamente, al Marte/Barsoom di Burroughs - dove diventa un uomo gigantesco, superdotato e muscoloso che ha avventure (spesso ironiche ed erotiche) in un mondo pieno di stravaganti pericoli, mostruosità varie ma anche di prosperosissime donne.  Questa storia è stata in parte ripresa anche nel film a episodi e in animazione "Heavy Metal" (1981), dedicato proprio alla rivista statunitense nata nel '77 e diretta oggi da Kevin Eastman.

A causa della natura spesso fortemente erotica delle sue tavole, Corben venne pubblicamente accusato di produrre pornografia, pensiero in cui l'autore non si è mai riconosciuto e anzi verso cui ha reagito con una certa durezza.

Il suo lavoro nei fumetti e nell'animazione gli porta diversi riconoscimenti, tra cui il Premio Shazam come "Outstanding new talent" nel 1971 e per il "Superior achievement by an Individual" nel 1973, un "CINE Golden Eagle" e un trofeo "President of Japan Cultural Society" nel 1968 proprio per "Neverwhere". Autore poliedrico, visionario e dall'immaginazione incontenibile, Corben è famoso anche per la realizzazione di alcune copertine di album rock o manifesti cinematografici, tra cui "Bat out of Hell" di Meat Loaf e "Il Fantasma del palcoscenico" di Brian De Palma.


I lavori da segnalare di questo autore sarebbero tantissimi, talmente varia e corposa è stata ed è la sua produzione, tra volumi, storie brevi e illustrazioni, ma qui cito almeno lo splendido "Rip in Time", (scritto da Bruce Jones e pubblicato qui in Italia dalla rivista "L'Eternauta"), "Vic and Blood" (che vede alla sceneggiatura lo scrittore Harlan Ellison), ovviamente la saga di "Den", e poi "Mutant World", "Son of Mutant World", "Jeremy Brood" e la straordinaria versione de "Le Mille e una notte" (con ai testi Jan Strnad), "La Trilogia del tempo" e "Notti bianche", oltre che le sue recenti produzioni per la Marvel ("Punisher: The end", con Garth Ennis, "Cage" e "Banner" con Brian Azzarello), per la serie di "Hellblazer" (l'ottima run intitolata "Tempi duri", nei numeri che vanno dal 146 al 150, sempre con Azzarello), di "Hellboy" di Mike Mignola, e di Batman (con la breve storia "Il creatore di mostri", scritta ancora da Strnad e pubblicata nel n. 2 di "Batman: Bianco e nero"), e ancora la collaborazione alla serie "Aliens" su testi di John Arcudi, oppure la versione a fumetti del romanzo "La casa sull'abisso", di William Hope Hodgson, e quelli tratti dai racconti di Howard P. Lovecraft e Clark Ashton Smith. Tutto materiale facilmente rintracciabile nelle fumetterie italiane (QUI trovate dieci sue opere in particolare).

Un altro grande scrittore a cui Corben si è dedicato è stato di sicuro Edgar Allan Poe. La sua poesia "Il corvo" ("The Raven", 1845), famosa per la sua musicalità e l'atmosfera sovrannaturale, narra la triste condizione di un uomo (per molti è la descrizione dello stato di paranoia in cui versava lo stesso Poe) che, mentre è terribilmente afflitto per la morte della donna amata, riceve la visita di un corvo che gli ripete ossessivamente "Nevermore" ("Mai più"), tracciando, verso le ultime strofe, l'apice del suo dolore. La poesia, come altri lavori di Poe, è uno studio di una colpa (a volte di una perversione), questioni che per il poeta non risiedono in un senso di pentimento ma nel desiderio di auto-distruzione. Per questo tipo di possibile intendimento, per il linguaggio scelto, le allitterazioni, le rime interne e il lessico arcaico, "Il corvo" è diventato uno degli scritti più celebri di Poe, influenzando nel tempo moltissimi altri scrittori, sceneggiatori, cineasti, pittori, illustratori e, non ultimi, musicisti e fumettisti. Tutti elementi, questi, che trovano piena corrispondenza nell'arte di Richard Corben, e ovviamente una sua versione de "Il corvo" non poteva mancare.

"The Raven", la prima canzone degli Alan Parsons Project e presente nell'album "Tales of Mystery and Imagination" (1976), è basata proprio sull'omonima poesia di Poe e la trovate qui, in un video arricchito dai disegni di Corben:

mentre qui altre produzioni di Corben dedicate ad altri celebri racconti di Poe:

Qui di seguito trovate invece alcuni video dedicati all'autore e alla sua straripante arte:



Nel 2005 Corben lavora con il rocker Rob Zombie e con lo sceneggiatore Steve Niles su un progetto per IDW Publishing chiamato "Bigfoot": la serie, composta in tutto in cinque albi (in Italia uscita raccolta in un volume solo), dimostra la sua costante evoluzione e dove si vedono momenti di puro horror resi splendidamente dall'artista.

Il suo ultimo lavoro, come animatore, è per il videogame "Darkstar – The Interactive movie".


Richard Vance Corben viene a mancare il 2 dicembre del 2020.

La notizia della sua scomparsa viene diffusa dalla moglie, Madonna Corben, a qualche giorno di distanza e su una pagina Facebook a lui dedicata: "È con grande dolore e senso di perdita che devo condividere la triste notizia che Richard è morto il 2 dicembre 2020 a seguito di un intervento chirurgico al cuore. Mancherà enormemente alla sua famiglia, ai suoi amici e ai suoi fan. Era molto felice per l'amore nei confronti della sua arte da voi dimostrato. Il vostro sostegno nei decenni ha significato molto per lui. Ha cercato di ripagarlo lavorando diligentemente su ogni opera che vi stava dedicando. Anche se Richard ci ha lasciati, il suo lavoro e il suo ricordo vivrà sempre nei nostri cuori." Sempre nel 2020 viene messo in produzione "To Meet the Faces You Meet", un film ispirato al racconto a fumetti omonimo risalente al 1972, disegnato da Richard Corben e scritto da Jan Strnad (in Italia è apparso nel 1976, nel numero 156 della rivista "Eureka"). Il film è curato dal regista e animatore J. Allen Williams, che per produrlo ha avviato una campagna di crowdfunding su Kickstarter.


QUESTO è il sito di Richard Corben, dove, oltre disegni e notizie, potete trovare anche diverse animazioni realizzate dall'autore.

QUI trovate la sua bibliografia a fumetti completa, mentre QUI la bibliografia italiana.


Buona visione e, nel caso, buone letture!










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