Brevi segnalazioni su singole storie, albi, libri e serie rigorosamente a fumetti.
"La Casta dei Meta-Baroni" di Alejandro Jodorowsky e Juan Giménez ("La Caste des Méta-Barons" - Francia - dal 1992 in poi)
"Sono i Meta-Baroni, una dinastia di guerrieri il cui nome è leggenda. Ogni Meta-Barone deve allevare un erede che si dimostri più potente del padre uccidendolo in combattimento. Il padre non ammette che il proprio figlio sia imperfetto, ovvero più debole di lui, dato che deve diventare il rappresentante della Casta che da sempre impone il suo marchio nell'intero Universo..."
Nel 1975, Alejandro Jodorowsky cominciò a lavorare al progetto del film tratto da "Dune", il famosissimo romanzo di Frank Herbert, coinvolgendo una considerevole quantità di talenti (gente come Orson Welles, Salvador Dalì, Mick Jagger, i Pink Floyd e, non ultimo, Jean Giraud, meglio noto come Moebius, che in quel periodo era uno degli astri nascenti del fumetto mondiale), ma poi varie difficoltà lo costrinsero ad abbandonare l'idea, anche se a malincuore.
Il suo interesse per la fantascienza si era però radicato in lui, e l'estroso autore cileno decise di tradurre quella sua passione in storie a fumetti, affidandone la realizzazione grafica proprio a Moebius.
Il risultato di questa collaborazione fu "L'Incal", una serie puramente fantascientifica (ma non priva di lati grotteschi e umoristici) che venne pubblicata nel 1981 su "Métal Hurlant", l'innovativa rivista francese nata nel 1975 e ideata da Jean-Pierre Dionnet, Bernard Farkas, Philippe Druillet e dallo stesso Giraud.
Quando si sente parlare di fantascienza si pensa d'istinto a film o romanzi, ma anche il fumetto ha avuto i suoi vertici in tal senso, e basterebbe pensare a "Jeff Hawke" o "L'Eternauta", e alla produzione di tanti autori, come appunto Moebius, Enki Bilal, Philippe Druillet, Juan Zanotto e Horacio Altuna.
Tra i grandi nomi che nel mondo del fumetto si sono distinti nella produzione di racconti di fantascienza è poi d'obbligo citare Juan Giménez, che se non è stato il più grande di tutti (in tal senso per me lo è stato) c'è andato comunque molto vicino.
Per dare corpo alla sua monumentale saga (derivata dall'"Incal": è in quella serie che compare per la prima volta Othon, il capostipite dei Meta-Baroni), in cui lo sceneggiatore impiega anche una parte delle idee che aveva ideato a suo tempo per "Dune", dove la più classica tragedia greca si trasforma in space-opera e si possono rintracciare tutti gli aspetti che Jodoroswky ha sempre evidenziato nella sua carriera, non solo fumettistica - ovvero la contaminazione tra l'uomo e la macchina, le mutilazioni del corpo e dell'anima, l'ambiguità sessuale, ma anche la bellezza esuberante della natura e la tensione verso il sublime e il cosmico -, l'incontenibile scrittore mette al lavoro Giménez, che con il suo inconfondibile stile crea una incredibile sequenza di spettacolari tavole a colori che accolgono pienamente tutte le invenzioni escogitate da Jodorowsky, rendendo verosimili le tante trame mistico-filosofiche presenti nella storia.
Guardando il lavoro di Giménez davvero non si rimpiange nessun kolossal di fantascienza realizzato per il cinema, e anzi molti di questi sfigurano al confronto.
Ambientata su un pianeta remoto e in un futuro imprecisato, la storia, che ci viene raccontata da due servitori robot che si divertono a rievocare le imprese dei loro vari padroni (alleggerendo un po' il tono dell'insieme), ruota attorno ai Meta-Baroni, un'antica società di guerrieri il cui lignaggio si perde nel tempo e nel cosmo infinito.
Il rito della successione prevede una lotta mortale fra padre e figlio e si compie soltanto se il primo viene ucciso dal secondo: questa è la base di una società fondata sulla distruzione.
Tanto è vero che ognuno di loro viene mutilato di una parte del corpo alla nascita come segnale distintivo, e per sopperire a queste menomazioni, il guerriero viene dotato di una parte meccanica che potenzia le sue facoltà fisiche, quindi si trasforma in un cyborg.
Il loro è un universo completamente automatizzato e la loro società spietata, dove non c'è spazio per le mezze misure.
L'opera, che ha avuto una diffusione mondiale, è un ampio affresco fantascientifico che offre una lettura stimolante e intelligente, a tratti anche impegnativa, ma di certo mai scontata, prevedibile o banale e né appesantita da un cerebralismo sterile.
La serie è costituita dai seguenti volumi:
"La Casta dei Meta-Baroni: Othon il trisavolo"
"La Casta dei Meta-Baroni: Honorata la trisavola"
"La Casta dei Meta-Baroni: Aghnar il bisavolo"
"La Casta dei Meta-Baroni: Oda la bisavola"
"La Casta dei Meta-Baroni: Testa d'Acciaio il nonno"
"La Casta dei Meta-Baroni: Dona Vicenta Gabriela de Rokha la nonna"
"La Casta dei Meta-Baroni: Aghora il Padre-Madre"
"La Casta dei Meta-Baroni: Senza-Nome l'ultimo Meta-Barone"
La serie de "La Casta dei Meta-Baroni" è apparsa in Italia in parte sulla rivista "Skorpio", ed è poi stata pubblicata singoli volumi da Alessandro Editore e, più di recente, in un volume integrale dalla Magic Press.
Buone letture!
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