E' conosciuta come la più grande beffa mediatica del secolo scorso, capace di gettare nel panico migliaia di persone appartenenti ad ogni strato sociale.
"Signore e signori, vogliate scusarci per l'interruzione del nostro programma di musica da ballo, ma ci è appena pervenuto uno speciale bollettino della Intercontinental Radio News. Alle 7:40, ora centrale, il professor Farrell dell’Osservatorio di Mount Jennings, Chicago, Illinois, ha rilevato diverse esplosioni di gas incandescente che si sono succedute ad intervalli regolari sul pianeta Marte. Le indagini spettroscopiche hanno stabilito che il gas in questione è idrogeno e si sta muovendo verso la Terra ad enorme velocità…"
Dopo questo annuncio iniziale, riprende la musica, che verrà però presto interrotta varie volte da altri comunicati, sempre più allarmanti, e per conferire maggiore credibilità a quanto viene detto è inscenata anche un'intervista ad un astronomo. Si dà poi lettura di un bollettino speciale secondo cui, alle 20:50 circa, un oggetto fiammeggiante di grandi dimensioni, ritenuto un meteorite, è precipitato in una fattoria nei pressi di Grovers Mill, nel New Jersey.
E' conosciuta come la più grande beffa mediatica del nostro secolo, capace di gettare nel panico migliaia di americani appartenenti ad ogni strato sociale. Un radiodramma che cambiò definitivamente non solo la carriera del suo artefice, l'allora giovanissimo Orson Welles, ma tutto lo studio sociologico sugli effetti dell'esposizione ai contenuti massmediatici. Stiamo parlando della celebre versione radiofonica de "La Guerra dei Mondi" ("War of the Worlds" - 1897), uno dei più noti romanzi di Herbert G. Wells, nome imprescindibile della fantascienza letteraria.
Da quel giorno in poi furono assai più evidenti le potenzialità dei mezzi di comunicazione di massa e quanto fosse presente il rischio di manipolazione e canalizzazione dell'opinione pubblica da parte di tali mezzi. La descrizione dell'evento stesso può essere d'aiuto per capire meglio le dinamiche che hanno permesso ad un semplice radiodramma di scatenare una serie di reazioni a catena capaci di suscitare il reale terrore degli ascoltatori, con crisi di panico e addirittura casi di suicidi (anche se studi e dati raccolti all'epoca sembrano in parte affievolire l'impatto che la trasmissione ebbe).
E' la sera del 30 Ottobre del 1938, la sera prima di Halloween (e la data di sicuro non è casuale), quando la stazione radiofonica statunitense della CBS (Columbia Broadcasting System) decide di mandare in onda uno show speciale per celebrare tale festività. Come di consuetudine, è previsto un radiodramma, affidato quell'anno a Orson Welles, il miglior attore emergente di cui la radio disponeva. Il programma venne presentato come una serie di notiziari simulati, che suggerì a molti ascoltatori che quello che stavano ascoltando era vero e non un racconto. Welles descrisse così a Peter Bogdanovich l'effetto del suo adattamento in un noto libro-intervista: "Furono le dimensioni della reazione ad essere sbalorditive. Sei minuti dopo che eravamo andati in onda le case si svuotavano e le chiese si riempivano; da Nashville a Minneapolis la gente alzava invocazioni e si lacerava gli abiti per strada. Cominciammo a renderci conto, mentre stavamo "distruggendo" il New Jersey, che avevamo sottovalutato l'estensione della vena di follia della nostra America".
Quell'evento donò ovviamente una grande notorietà ad Orson Welles, e la RKO (Radio-Keith Orpheum) gli offrì immediatamente un contratto che nessun regista ad Hollywood aveva mai avuto: 50.000 dollari d'anticipo e la possibilità di realizzare tre film in totale libertà creativa, oltre ottenere il 20% degli incassi dei botteghini. A Welles venne anche concesso il "final cut", ovvero il controllo totale sul montaggio dei film, oggi cosa abbastanza frequente ma che all'epoca era questione assolutamente decisa dai produttori e non dai registi. Nel 1941 Orson Welles realizzò "Quarto potere" ("Citizen Kane"), facendo fare alla narrazione cinematografica un salto in avanti impensabile fino a pochi anni prima.
Il regista colleziona poi una serie di titoli determinanti nella storia della cinematografia mondiale (basterebbe citare "L'infernale Quinlan", "Rapporto confidenziale", "L'orgoglio degli Amberson", "Otello", "Macbeth"), ma si considerò comunque sempre un uomo di teatro più che di cinema, e nella sua tormentata carriera cercò di far proseguire le due attività contemporaneamente. Tra la fine degli anni '50 e l'inizio dei '70 le cose cominciarono a cambiare, travolgendo anche Welles, che si ritrovò il dito puntato contro sia dal quel pubblico che da quei critici che lo avevano sempre applaudito ed osannato. Le critiche ferirono molto l'attore e regista, che prese la decisione di abbandonare le tavole del palcoscenico.
Ma la disciplina e la classe di un attore sono valori che non tutti possiedono e che non seguono le mode del momento, e molti di quelli che lo attaccarono si ricredettero solo tempo dopo. I giovani, a detta di Welles, volevano distruggere il passato e lui preferì ritirarsi con stile, piuttosto che essere insultato o deriso. In quel periodo, per descrivere il suo stato d'animo, citò alcune battute tratte dal breve testo teatrale "Il canto del cigno" di Anton Čhecov: "Capii allora che non c'è nulla di sacro nell'arte, che tutto è vaneggiamento e inganno, che io ero uno schiavo, il sollazzo degli ozi altrui, un buffone, un menestrello! Da allora non credetti più né agli applausi, né agli attori, né agli entusiasmi. Il pubblico mi applaude, spende un rublo per le mie fotografie, ma io gli sono estraneo.".
In ogni caso, qui trovate la celebre trasmissione che diede il via alla carriera di Orson Welles, divisa in due parti e sottotitolata in italiano:
Buona visione e ascolto!
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