"Moby Dick" di Herman Melville - L'audiolibro
- Pasquale Frisenda
- 4 gen 2019
- Tempo di lettura: 4 min
Aggiornamento: 19 apr 2022
Ispirato dalla tragica storia della baleniera Essex e dalla vicenda di Mocha Dick, un gigantesco capodoglio albino realmente vissuto, il romanzo contiene in sé molti elementi, tra cui una forte componente allegorica.

"Laggiù soffia! Laggiù soffia! La gobba come una montagna di neve! È Moby Dick!" (da "Moby Dick" - 1851)
"Di sotto il suo cappello abbassato, una lacrima di Achab cadde in mare: e tutto il Pacifico non contenne ricchezze paragonabili a quella goccia di pianto." (da "Moby Dick" - 1851)
"La Balena Bianca nuotava davanti a lui come l'ossessiva incarnazione di tutte quelle forze maligne da cui alcuni uomini profondi si sentono divorati, finché quel che loro rimane per continuare a vivere non è che mezzo cuore e mezzo polmone. [... ] Tutto ciò che sconvolge e fa impazzire di più, tutto ciò che fa rimescolare il sedimento sul fondo della bottiglia, ogni verità che contenga una parte maligna, tutto ciò che schianta i nervi a fa indurire il cervello, tutto il male, per l'invasato Achab, erano personificati in modo visibile, e tale da rendere praticamente possibile attaccarli, in Moby Dick. Sulla bianca gobba della balena aveva accumulato la somma di tutta la rabbia, di tutto l'odio sentiti dalla sua stirpe da Adamo in poi; e quindi, neanche avesse un mortaio al posto del petto, le sparava contro, come un proiettile, il suo cuore." (da "Moby Dick" - 1851)
"Rimarrà sorpreso il lettore aprendo il libro a quelle pagine di Estratti iniziali sulla balena e crederà che almeno queste pedantesche citazioni si possano saltare, almeno queste sian superflue. Neanche queste. L’interessante lista di riferimenti, pescati in tutte "le Vaticane e le bancarelle della terra" e le etimologie in più d’una dozzina di lingue, che precedono, servono a portare il lettore a quel grado di universalità, ad ambientarlo in quell'atmosfera laica di dotta discussione, che sarà il nerbo, talora umoristico e talora eroico, di tutti i futuri capitoli." (Cesare Pavese)
"Moby Dick o La balena" ("Moby-Dick; or, The Whale") è di certo il romanzo più conosciuto di Herman Melville ed è da tempo considerato uno dei capolavori assoluti della letteratura americana, in particolare della cosiddetta American Renaissance. Nel 1851 fu pubblicato in due versioni differenti: in ottobre a Londra dall'editore Bentley col titolo "The Whale" ("La balena") con modifiche fatte dall'autore e dall'editore per emendare il testo dalle parti considerate oscene, blasfeme e dalle ironie verso la Corona britannica; in novembre a New York presso l'editore Harper & Brothers col titolo definitivo "Moby-Dick, or The Whale" ("Moby Dick, ossia la balena"), ma soggetta a vari passaggi di mano ed errori di copiatura. "Moby Dick" è un libro difficile, lungo, pieno di digressioni scientifiche, biologiche, psicologiche, teologiche e filosofiche, tanto che, in una lettera all'amico Nathaniel Hawthorne, Melville definiva il suo romanzo come il "libro malvagio" poiché uno dei veri protagonisti del racconto era il male, quello della natura e degli uomini, che egli però voleva descrivere senza rimanerne sentimentalmente o moralmente coinvolto. Fu un fallimento commerciale: alla morte di Melville, nel 1891, l'opera era fuori stampa, e ne erano state vendute circa 3200 copie, ma il libro fu riscoperto intorno al 1920 e da allora il successo è stato praticamente costante.
Ispirato dalla tragica storia della baleniera Essex e dalla vicenda di Mocha Dick, un gigantesco capodoglio albino vissuto nelle acque del Pacifico all'inizio dell'800 e che sembra sia sopravvissuto ad oltre centro scontri con le baleniere prima di essere ucciso, il romanzo si presenta principalmente come un racconto avventuroso ma contiene in sé molti elementi mitici e religiosi come anche una forte componente allegorica, e pur se realizzato con uno stile narrativo semplice, il testo è ricco di descrizioni e dialoghi complessi. La trama è nota: la baleniera Pequod, guidata dal risoluto capitano Achab, si lancia alla caccia di Moby Dick, una mostruosa balena bianca. Achab è animato da un odio scellerato e da una monomania ottusa, che arriva a trascinare con sé verso lo scontro fatale e verso l’abisso l’intera sua nave e il suo equipaggio.
A raccontarci la storia è uno dei marinari, Ismaele, e il libro comincia proprio dalla presentazione del narratore: "Chiamatemi Ismaele", dice ai lettori. Poco importa credere che stia dicendo il vero e se lui si chiami davvero Ismaele; il suo è un nome biblico, simbolico e anche onomatopeico, perché, almeno in originale (Ishmael), assomiglia un po' al suono di un'onda del mare, e le sue parole arrivano presto ad ammaliare chi inizia a seguirlo nella lunghissima caccia alla balena bianca, vero totem di tutto ciò che rimane ignoto e inafferrabile per l’uomo.
Da tempo entrato nell'immaginario comune, "Moby Dick" non poteva sfuggire all'attenzione del cinema, e qui segnalo almeno il primo film dedicato al romanzo: "Moby Dick, la balena bianca", la versione data dal regista John Huston nel 1956:
e "Heart of the Sea - Le origini di Moby Dick", il film diretto da Ron Howard nel 2015 che narra le vicissitudini della Essex:
Buon ascolto!

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