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Il West in TV: Cowboy e indiani come amici e praterie come campi da gioco

  • Immagine del redattore: Pasquale Frisenda
    Pasquale Frisenda
  • 26 gen 2018
  • Tempo di lettura: 7 min

Aggiornamento: 18 gen 2024

Breve panoramica sulle tante serie televisive dedicate ad uno dei generi più amati dal pubblico.

Il genere western arrivò presto ad essere sfruttato nel cinema - per le affascinanti potenzialità narrative che conteneva oltre che per le sue caratteristiche, che potevano garantire un certo livello di spettacolarità -, nel 1903 per la precisione, con "Assalto al treno" di Edwin S. Porter ("The Great train robbery"), un film pionieristico in tutti i sensi che riscosse un enorme consenso tra il pubblico. Per diversi anni girò per tutti gli Stati Uniti d'America, diventando la principale attrazione del primo nickelodeon (un tipo di cinema diffuso negli states a partire dai primi anni del '900, che, a differenza del vaudeville, si caratterizzò per l'eliminazione di tutte quelle attività correlative e alternative alla proiezione del film, come letture, accompagnamenti musicali, lanterna magica e cose simili, in favore di una fruizione più immersiva nel film, e il suo successo determinò decisamente l'affermarsi del cinema come intrattenimento e del suo valore commerciale).

Ma solo dopo qualche decennio il western diventò un vero fenomeno dell'immaginario di molte generazioni, e a questo contribuì non poco la televisione: da quando, negli anni '50, la "scatola magica" si diffuse in moltissime case americane, il genere western infatti godette di una popolarità immensa, diventando rapidamente uno dei favoriti dal pubblico e vero punto fermo delle tante produzioni per il piccolo schermo. 

Il picco di gradimento i western televisivi lo raggiunsero nel 1959, con ben 26 titoli programmati e quasi tutti di successo (in quel periodo, otto su dieci programmi realizzati erano western).

Per circa dieci anni quel genere di produzioni non ebbero nessun cedimento negli ascolti, ma alla fine degli anni '60, il western, se raccontato in maniera tradizionale, cominciava a perdere colpi e a sbiadire in popolarità. Uno dei tentativi fatti dai produttori per recuperare l'audience fu quello di inserire delle novità nei contenuti dei vari programmi: inizialmente fondendo gli elementi canonici della narrativa avventurosa western con aspetti inediti o sicuramente meno trattati, come il dramma familiare o racconti dai toni più rosa (celebri in tal senso restano le serie de "La casa nella prateria", del 1974, o "La signora del West", del 1993), le arti marziali ("Kung Fu", del 1972), lo steampunk o fantawestern ("Selvaggio West", del 1965), per poi arrivare, come naturale evoluzione del linguaggio, ad una maturità narrativa e visiva davvero notevole, che nulla (o davvero ben poco) aveva a che invidiare ai prodotti cinematografici (come la bellissima e pluripremiata "La conquista del West", del 1978, e l'ottima "Colorado", sempre del '78, che riesce a dare una completa e realistica panoramica sull'intera storia del West).


La prima che esordì, nel 1949, fu la serie televisiva dedicata a "Hopalong Cassidy", il rude eroe creato nel 1904 dal romanziere Clarence E. Mulford, ma da quel momento in poi un'infinita serie di personaggi hanno fatto seguito, e molti serial televisivi hanno avuto lunga vita sullo schermo, diventando, e con diritto, dei veri classici, visto il livello qualitativo delle storie e della messa in scena. Arrivarono poi "The Lone ranger" (conosciuto in Italia anche come "Il cavaliere solitario"), che è stato uno dei primi show televisivi ad avere un successo davvero eclatante, tanto da far diventare il personaggio creato inizialmente per dei serial radiofonici da George W. Trendle (e sviluppato per la televisione dallo scrittore Fran Striker dal '49 al '57) una sorta di eroe nazionale; il celebre "Roy Rogers show", serie che ha funzionato per sei stagioni, dal '51 al '57 sulla NBC, con un totale di 100 episodi (nominata per un Emmy Award nel 1955 come Miglior serie western); "Rawhide", che andò in onda sulla rete americana CBS dal 1959 al 1966 (che ha anche il merito di aver lanciato la carriera di Clint Eastwood), è stata la quarta serie western più longeva della TV americana (battuta solo da nove anni di "Il virginiano", prodotta dal 1962 al 1971, i 14 anni di "Bonanza", andata in onda dal 1959 al 1973 per un totale di 430 episodi, e i 20 anni di "Gunsmoke", trasmessi dal 1955 al 1975).


Il costante aumento dei costi di produzione abbinato ad un iniziale disinteresse del pubblico (alla fine del 1960 e primi anni del 1970) ha portato i produttori a scelte più mirate, che hanno ridotto enormemente la presenza dei western i TV, anche se i titoli proposti possono spesso vantare una qualità sempre piuttosto alta. Questo potrebbe essere stato il risultato di una tendenza in atto in quegli anni, in concomitanza con lo sviluppo della televisione a colori, che portò ad un evento colloquialmente noto come la "purga rurale", dove generi come il western incontrarono la loro quasi definitiva scomparsa a favore di nuove e più moderne serie mirate agli spettatori abitanti nelle grandi città, serie che infatti propongono spessissimo un'ambientazione urbana. Alcune serie western reggono ancora per qualche anno, ma vengono poi annullate piano piano.


Sono state quasi duecento le produzioni western (o simil western) che hanno avuto successo o comunque un forte seguito, ed è dunque impossibile citarle tutte, ma qui vorrei almeno ricordare, oltre quelle già nominate: "The Adventures of Jim Bowie", "The Adventures of Kit Carson", "Dakotas", "Riverboat", "Cimarron city", "Tate", "Klondike", "Iron horse", "Legend of Jesse James", "A Man called Shenandoah", "Guns of Will Sonnett", "Hondo", "Lancer", "Cimarron strip", "Custer", "The Adventures of Wild Bill Hickok", "The Americans", "Bat Masterson", "Bronco", "The Californians", "The Cisco Kid", "Colt 45", "Daniel Boone", "Davy Crockett", "The Gene Autry show", "Have gun – Will travel", "Hawkeye and the last of the mohicans", "Ai confini dell'Arizona" ("The high Chaparral"), "Laramie", "Laredo", "Maverick", "Pony express", "The Westerner", "The Rifleman", "Wanted: dead or alive", "La Grande vallata" ("The Big valley"), "Sugarfoot", "I forti di Forte coraggio" ("F troop"), "Cheyenne", "Uno sceriffo a New York" ("McCloud") e, per finire, quelle serie che hanno avuto davvero un successo enorme, anche qui in Italia, forse perché decisamente accessibili ad un pubblico più giovane, come "Le avventure di Rin Tin Tin" ("The adventures of Rin Tin Tin", trasmessa dalla rete televisiva ABC dal 1954 al 1959, ma il famoso pastore tedesco era già apparso in diverse fiction televisive), "Furia" ("Fury" o "Brave stallion" in originale, che fu trasmessa negli states dal 1955 al 1960) e infine "Zorro" (conosciuta in Italia anche come "La spada di Zorro", la famosa serie prodotta dalla Disney trasmessa tra il 1957 e il 1959 e basata sul notissimo personaggio creato da Johnston McCulley). Ma questa lista potrebbe essere molto più lunga...


Nel 1974, qui in Italia la Rai produce lo splendido sceneggiato "Jack London - L'avventura del grande nord", scritto da nomi come Angelo D'Alessandro, Piero Pieroni e Antonio Saguera, diretto dallo stesso D'Alessandro e interpretato da Orso Maria Guerrini, Arnaldo Bellofiore e Andrea Checchi.


Il 1990 ha visto le reti televisive americane tentare di riproporre ancora il mito della frontiera con dei film tv come "Conagher", diretto da Reynaldo Villalobos, interpretato da Sam Elliott e Katharine Ross, e tratto da un romanzo di Louis L'Amour, o il grintoso "Lonesome dove" di Simon Wincer, che vanta un cast formato da Robert Duvall, Tommy Lee Jones e Danny Glover. Variazioni moderne sul genere sono "Walker Texas ranger", la lunga serie western/poliziesca interpretata e successivamente anche prodotta da Chuck Norris, andata in onda dal 1993 al 2001, e "Firefly", serie creata da Joss Whedon nel 2002 che mescola western e fantascienza. Tra le ultime serie da segnalare ci sono senz'altro "Deadwood", prodotta dalla HBO tra il 2004 e il 2006, creata da David Milch e che vanta la collaborazione come regista di Walter Hill: ambientata nel 1870 nella omonima cittadina del South Dakota (dove morì Wild Bill Hickok), la serie è composta in tutto da tre stagioni e ha ottenuto 11 nomination agli Emmy Award, vincendone tre, riuscendo a mescolare sapientemente personaggi realmente esistiti e fittizi ad eventi storici e inventati. Sempre Hill dà vita nel 2006 a "Broken Trail", che ha come protagonisti Robert Duvall (e per me già potrebbe bastare) e l'ottimo Thomas Haden Church, ma una segnalazione particolare la merita la prova che offre Greta Scacchi per il suo personaggio, la dolente ma sensibile Nola, una donna arrivata a prostituirsi per sopravvivere in un luogo che conosce solo la barbarie, ma in cui è riuscita, nonostante tutto, a conservare la sua umanità.

Pluripremiata, la miniserie - composta di sole due puntate - si rivela essere davvero un gioiello; un western drama ispirato all'omonimo romanzo di Alan Geoffrion, autore che qui si occupa della sceneggiatura, e che racconta di un difficile e pericoloso viaggio dall'Oregon al Wyoming di due cowboy (a cui si aggiunge un terzo) e una mandria di 500 cavalli.

Davvero incredibile il senso di realismo che l'insieme comunica, con uno stile narrativo che va a esplorare situazioni e personaggi privi di ogni retorica, soffermandosi in maniera insolita su dettagli inaspettati (a volte anche inediti) della durissima vita dei cowboy, a perenne contatto con l'ambiente e gli animali, o della terribile condizione delle prostitute nei villaggi di frontiera.

La serie riesce a intrecciare abilmente la trama principale anche a eventi storici, come il traffico di donne cinesi (anche giovanissime) che sbarcavano a San Francisco per essere poi vendute, che è poi lo spunto da cui parte la storia, e l'acquisto da parte dei militari inglesi di cavalli nel West americano. Del 2011 è invece la splendida "Hell on wheels", creata da Tony e Joe Gayton e trasmessa sul canale via cavo AMC, dove già dal titolo (letteralmente "Inferno su ruote") si fa riferimento alle realtà itineranti, composte da case da gioco, saloon e bordelli, che seguivano gli operai dediti alla costruzione della First Transcontinental Railroad negli anni '60 del XIX secolo.

Nel 2016 è stata poi distribuita la sorprendente "Westworld - Dove tutto è concesso" ("Westworld"), ispirata all'omonimo film del 1973 diretto da Michael Crichton, un altro binomio tra western e fantascienza che vanta una scrittura di ottimo livello e una messa in scena decisamente convincente.


Qui riporto alcune delle sigle più celebri, quelle delle serie che sono entrate a far parte dell'immaginario avventuroso di moltissime persone o che, in qualche modo, hanno segnato un'epoca:


"Il cavaliere solitario"/"Lone ranger" ("The Lone ranger" - 1949):

"Le avventure di Rin Tin Tin" ("The adventures of Rin Tin Tin" - 1954):

"Furia" ("Fury" - 1955):

"La spada di Zorro" ("Zorro" - 1957):

"Bonanza" (1959):

"Gunsmoke" (1964 - Tutte le sigle):

"I forti di Forte coraggio" ("F troop" - 1965):

"Selvaggio West" ("Wild Wild West" - 1965):

"La grande vallata" ("The big valley" - 1965):

"Ai confini dell'Arizona" ("The high Chaparral" - 1967):

"Kung Fu" (1972):

"La casa nella prateria" ("Little house on the praire" - 1974):

"Jack London - L'avventura del grande nord" (1974):

"La conquista del West" ("How the West was won" - 1978):

"Colorado" ("Centennial" - 1978):

"Deadwood" (2004):

"Broken Trail" (2006):

"Hell on whells" (2011):

"Westworld - Dove tutto è concesso" ("Westworld" - 2016):


Buona visione!



 
 
 

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