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  • Immagine del redattorePasquale Frisenda

Il segno morbido e suadente di Vittorio Giardino

Aggiornamento: 6 set 2023

Uno dei maggiori rappresentanti di un certo tipo di fumetto, che propone storie sempre solide, personaggi plausibili e un disegno accurato.

Ormai da decenni Vittorio Giardino è considerato uno dei più noti e talentuosi fumettisti italiani (o fumettari, come amava dire Hugo Pratt). Nato a Bologna il 24 dicembre del 1946, decide di tentare la strada del fumetto abbastanza tardi, nel 1979, e da completo autodidatta (fino a quel momento si era occupato, con buoni risultati, di ingegneria elettronica: "E' stata dura, soprattutto i primi tempi" - ha avuto modo di raccontare Giardino in una intervista - "ma rifarei quella scelta"), esordendo sulla rivista "Il Mago" (prima alcuni suoi lavori erano apparsi su alcune fanzine).

I suoi iniziali lavori (come ad esempio la breve storia presente nel volume, "Indagini nell'altroquando", pubblicato negli anni '70, oppure le storie d'esordio del primo personaggio di rilievo scritto e disegnato da Giardino, "Sam Pezzo", un poliziesco che richiama un perfetto stile hard-boiled americano, anche se mostra delle curiose ambientazioni "bolognesi", uscito a partire dal 1979) lo segnalano per le buone idee che sa sviluppare e una certa capacità narrativa, ma il livello del disegno appare ancora acerbo.

Da lì a poco, Giardino comincerà invece a dimostrare una personale visione della cosiddetta linea chiara (anche se in molti sue produzioni, come nella serie di "Sam Pezzo", appunto, continuerà ad usare i neri come ombre e per creare efficaci atmosfere), riuscendo a trovare uno stile che si farà presto riconoscibile e inconfondibile, con un segno ed un disegno morbido, elegante e affascinante, preciso nei dettagli ma senza risultare mai statico, pedante, freddo o solo un'esibizione di pura tecnica. L'autore continua a evolversi e maturare e con lui le storie di "Sam Pezzo", pubblicato sia su riviste come "Il Mago" e "Orient Express", e poi in volume per la casa editrice Comic Art.

Nel 1982 arriva per lui la definitiva conferma: esce "Rapsodia ungherese", la prima avventura di Max Fridman, uno dei suoi personaggi più complessi e rappresentativi. Con quella storia la carriera di Giardino è a una svolta: l'elaborata narrazione e uno stile di disegno sempre più maturo e consapevole si fondono mirabilmente, e descrivono minuziosamente un particolare momento della Storia europea, anche se il tutto è al servizio di una vicenda immaginaria. I suoi lavori successivi, comprese le altre storie dedicate a Max Fridman (come "La porta d'oriente" e "No pasaràn"), seguono quella strada, toccando e affrontando spesso argomenti oscuri o difficili, come il nazismo o la guerra civile spagnola, fino agli anni dello stalinismo e del successivo periodo post Unione Sovietica.

Sempre alla ricerca di spunti narrativi e periodi storici poco utilizzati nel fumetto, lontano da citazioni fini a se stesse o eterni ricicli di immaginari radicati e consolidati, Vittorio Giardino si dimostra un narratore davvero anomalo nel panorama fumettistico presente nella maggior parte oggi in Italia: "Penso che il pubblico oggi sia diviso fondamentalmente in due parti: i nostalgici (cioè chi legge i fumetti perché gli ricordano quando era bambino), e il grande pubblico degli adolescenti (che leggono quasi solo manga, spesso anche di basso livello e con il denominatore comune che ripetono la favola di Cenerentola: cambiano i vestiti, le ambientazioni e i linguaggi, ma sempre quella è la storia)".


Giardino diventa invece, e in breve tempo, uno dei maggiori rappresentanti, sia in Italia che in Francia (ma anche nel resto del mondo), di un certo tipo di fumetto, che propone storie solide, ambientazioni accurate e convincenti, personaggi plausibili e un disegno suadente e sempre più raffinato a incorniciare il tutto. Il riscontro ottenuto da parte del pubblico permette all'autore di cominciare a variare maggiormente la sua produzione (e in maniera più libera), e, dopo le ombrose indagini di Sam Pezzo e gli intrighi internazionali in cui è coinvolto Max Fridman, Giardino affronta il fumetto erotico (ma con forti elementi onirici e una dose non indifferente di ironia) con la splendida "Little Ego" (che è anche un omaggio grafico all'indimenticabile "Little Nemo", il personaggio creato da Windsor McCay nel 1905); oppure storie più o meno brevi di genere giallo o drammatico (come ad esempio "Il ritrovamento di Paride" e "La terza verità" o altri racconti brevi, presentati su riviste come "Corto Maltese" o "Il Grifo"), a volte condite di un erotismo più cupo, dove è presente il tema dei viaggi e quello della menzogna come modo di vivere, tutte ambientate ai nostri giorni e tutte o quasi in Italia (tipo "Umido e lontano", "Sotto falso nome", "Candidi segreti", "Safari" o "Fuori stagione", rintracciabili sia su riviste come "Comic Art" che nei volumi intitolati "Vacanze fatali" o "Viaggi e miraggi", ma vengono pubblicate anche su diversi giornali e periodici d’attualità, come "Il Messaggero", "L’Espresso", "Giochi", "La Repubblica", ecc.); fino ad arrivare all'ennesima serie capolavoro: quel "Jonas Fink" in cui viene narrata la vita di un giovane ebreo nella Praga che va dalla fine della Seconda Guerra Mondiale alla caduta del muro di Berlino.

Poche volte l'autore realizza storie non scritte direttamente da lui, e in tal caso è da segnalare il contributo dato da Giardino al volume "Diabolik: Visto da lontano" (2002) con la storia "Cosa c'è sotto", scritta da Alfredo Castelli.

Qui trovate il suo sito, dove si possono ammirare molti dei suoi meravigliosi lavori: Universe of Vittorio Giardino.


Mentre questo è un elenco delle opere (in questo caso storie a fumetti, brevi o meno, ma non i tanti libri dedicati alle sue illustrazioni o alla sua arte) firmate per testi e disegni da questo autore nel corso della sua carriera: "Pax Romana" (1978) "Da territori sconosciuti" (1978) "Ritorno felice" (1978) "La Predella di Urbino" (1978) "Encomiendero" (1978) "Un cattivo affare" (1978) "Sam Pezzo: Piombo di mancia" (1979) "Sam Pezzo: Nessuno ti rimpiangerà" (1979) "Sam Pezzo: Risveglio amaro" (1980) "Sam Pezzo: La trappola" (1979) "Sam Pezzo: Merry Christmas" (1980) "Sam Pezzo: L'ultimo colpo" (1980) "Sam Pezzo: Juke box" (1981) "Max Fridman: Rapsodia ungherese" (1982) "Sam Pezzo: Shit city" (1982) "Sam Pezzo: Nightlife" (1983) "L'ultimatum" (1983) "C'era una volta in America" (1984) "A carnevale..." (1984) "Circus" (1984) "A nord-est di Bamba Issa" (1984) "Max Fridman: La porta d'oriente" (1985) "Little Ego" (1985-1989) "Umido e lontano" (1987) "Sotto falso nome" (1987) "Candidi segreti" (1988) "Safari" (1988) "Fuori stagione" (1988) "Quel brivido sottile" (1988) "Il ritrovamento di Paride" (1988) "Little Ego: Beduini" (1989) "La terza verità" (1990) "Jonas Fink: L'infanzia" (1991) "Vecchie volpi" (1993) "La rotta dei sogni" (1993) "Troppo onore" (1993) "Restauri" (1992) "Il maestro" (2000) "L'isola del mito" (2000) "Jonas Fink: L'adolescenza" (1998) "Max Fridman: No pasaràn vol. I" (2000) "Max Fridman: No pasaràn vol. II" (2002) "Eva Miranda" (2005) "Max Fridman: No pasaràn vol. III" (2008)

"Jonas Fink: Il libraio di Praga" (2018)

"Max Fridman - parte IV" - in preparazione


Vittorio Giardino lavora da tempo anche nel campo dell'illustrazione (per riviste di moda o altro) e dell'affiche, realizzando litografie, manifesti e serigrafie.

Di recente è stato realizzato da Lorenzo Cioffi "Le circostanze - I romanzi disegnati di Vittorio Giardino", un documentario dove viene proposto un ritratto molto interessante della carriera dell'autore attraverso i suoi lavori, con testimonianze di personalità del fumetto – italiano ed estero – e appassionati come Francesco Guccini.

Seguendo per oltre un anno la lavorazione dell’ultimo libro di Giardino (la prossima storia di Max Fridman), il filmato offre uno squarcio della sua poetica intrinsecamente legata alla storia del '900, e con un accesso nel suo studio viene ripercorsa la sua trentennale produzione, in particolar modo soffermandosi sui personaggi di Max Fridman e Jonas Fink:

Giardino ha ricevuto innumerevoli riconoscimenti nella sua carriera, tra cui lo Yellow Kid per "Rapsodia Ungherese", l'Alph’Art , l'Harvey Award e il premio Alfred per "Jonas Fink" e il Gran Premio Romics per i libri a fumetti per il primo volume di "No pasaràn".


Buone letture!



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