Tre programmi che permisero ai lettori di ritrovare i loro eroi in Tv ma anche di far conoscere il mondo del fumetto ad un pubblico diverso e nuovo.
Se nel 1908 l'uscita di una rivista come "Il Corriere dei Piccoli" diede la prima conferma in Italia del valore narrativo e della ricerca stilistica che il fumetto poteva esprimere (l'editoriale presente nel primo numero, uscito il 27 dicembre, è considerato il manifesto di fondazione del fumetto italiano), introducendo i personaggi classici statunitensi oltre che pubblicare molti autori italiani e presentando scrittori e poeti di primo piano, dalla fine degli anni '60 la rivoluzione culturale in atto fu artefice anche della riscoperta di quella forma di espressione, in particolar modo grazie ad un gruppo di intellettuali come Umberto Eco, Dino Buzzati e Oreste Del Buono, che si erano già avvicinati al decennio d'oro del fumetto americano, quello degli anni '30, e che avevano conservato l'amore e l'interesse per quel mezzo di comunicazione.
Nel 1965 aveva fatto la sua comparsa nelle edicole l'innovativa rivista "Linus", a cui si aggiunsero ben presto mensili come "Il Mago" ed "Eureka", e la scuola della grafica italiana stava avendo un rilancio dovuto in parte anche alla popolarità di una trasmissione come "Carosello", in cui erano presenti molte animazioni:
Già nel 1956, nel programma contenitore "Oggi lavoro io", trasmesso dalla Rai all'interno della fascia pomeridiana della TV dei ragazzi, venne dedicato uno spazio all'animazione con "Storia del cartone animato", curato da Roberto Gavioli e Walter Alberti, dove, oltre alle produzioni della Disney e a quelle dell'UPA (l'United Productions of America, realtà produttiva creata da Stephen Bosustow, un disegnatore che nel 1941 si staccò dal gruppo Disney in seguito ad una agitazione sindacale), vennero messi in risalto diversi autori come Ub Iwerks, Paul Terry o il nostro Antonio Rubino, figura centrale del mondo del fumetto e dell'illustrazione italiana, e prestata l'adeguata attenzione ai lavori di Paul Grimault (punto di riferimento per gente come Isao Takahata e Hayao Miyazaki. Takahata in particolare espresse grande ammirazione verso l'opera del regista francese, affermando: "Ho scelto questa professione dopo la folgorante visione di "La bergère et le ramoneur", dove ho percepito le enormi potenzialità insite nel cinema d'animazione").
Nel 1970 quel tipo di trasmissioni presero però una forma molto più definita con la realizzazione di "Gli eroi di cartone", andato in onda fino al 1973 sempre all'interno della Tv dei ragazzi.
Ovviamente dedicata ai cartoni animati ma con molti personaggi tratti dai fumetti, la trasmissione scritta da Gianni Rondolino, Luciano Pinelli e Nicola Garrone, a cui si aggiunse Nicoletta Artom, si sviluppò in tre anni e con un conduttore diverso per ogni stagione: Lucio Dalla dal 1970 al 1971 (qui sotto lo si vede insieme a Federica Taddei e Luciano Pinelli. Nella foto che chiude il post, è invece in studio con Oreste Del Buono), Francesco Mulè dal 1971 al 1972, e Roberto Galve dal 1972 al 1973. Qualche anno più tardi la Artom fu l'ideatrice anche di "Drops", un'altra produzione Rai sull'animazione, e sempre lei fu l'artefice, alla fine degli anni '70, dell'arrivo in televisione di personaggi come "Goldrake" e altri anime giapponesi.
"Gli eroi di cartone" fu così presentato nel febbraio del 1970 sulle pagine del "Radiocorriere TV" (all'epoca la testata ufficiale della Rai): "I più celebri personaggi dei cartoni animati stanno per arrivare sui teleschermi attraverso un ciclo di trasmissioni che si propongono di analizzare, tra l'altro, il rapporto tra fumetti e cartoni animati".
Il successo ottenuto portò gli autori, affiancati da Sergio Trinchero, a ripensare al taglio da dare al programma: inizialmente nato solo come contenitore di cartoni animati si trasformò in una vera e propria rassegna del cinema d'animazione proponendo personaggi già noti o inediti (ma escludendo le produzioni Disney), come "Asterix", "Felix il gatto", "Bugs Bunny", "La Pantera rosa", "Speedy Gonzales", "Willy il Coyote e Beep Beep", "Gatto Silvestro e Titti", i "Fantastici quattro", "L'Uomo ragno", "Topo Ignazio" o il "Charlie Brown" di Charles Schulz (la prima stagione esordì con una monografia dedicata a questo personaggio), e poi "Andy Panda" e "Questo pazzo, pazzo, pazzo Picchiarello" di Walter Lantz, "Mister Magoo" di John Hubley, "Il signor Rossi" di Bruno Bozzetto, "Un piccolo uomo in grigio" di Pino Zac (Giuseppe Zaccaria), fino alle serie animate di "Braccio di Ferro" e "Superman" realizzate dai fratelli Max e Dave Fleischer per il loro celebre studio.
Furono poi introdotti autori come Winsor McCay e Ladislav Starevich e dato spazio anche a forme più sperimentali di lavorazione nei cartoni animati: una puntata fu dedicata a Norman McLaren, pioniere dell'animazione disegnata direttamente su pellicola.
La celebre e insolita sigla della trasmissione (differente dalla sua versione discografica, leggermente più lenta) eseguita da Lucio Dalla, venne così descritta dallo stesso cantautore in un'intervista: "In quel pezzo c'era un approccio rap verso la canzone, che anticipava i tempi e che, nonostante l'aria gioiosa, si poneva interrogativi sul sociale: "Che mondo sarà se ha bisogno di chiamare Superman?":
In ogni caso, se negli anni '60 i telespettatori ignoravano i nomi degli autori, dei registi e dei disegnatori di "Carosello", non era un mistero invece per chi si muoveva in quel settore che al programma collaboravano molti grandi nomi, tipo Paolo "Paul" Campani, uno dei maestri italiani dell'animazione, oltre che fumettista, regista, sceneggiatore e produttore cinematografico, che con la Paul Film – la sua casa di produzione – non si dedicò solo ai cortometraggi animati in bianco e nero per "Carosello" ma sviluppò anche produzioni più sperimentali e a colori, a volte destinate al cinema (sfruttando quindi l'arrivo del colore nei nuovi modelli di televisori).
Fu proprio uno dei lavori di Campani per "Carosello", uno spot intitolato "Pupa e Bob-Bob contro Puf Puf", che diede l'idea a Giancarlo Governi per i suoi futuri progetti.
Intorno al 1970, Governi, giornalista e responsabile del reparto programmi speciali della Rai, aveva iniziato a pensare ad uno spazio che non ospitasse solo dei cartoni animati ma che portasse letteralmente i fumetti in TV.
Prese contatto con lo studio di Guido De Maria, che aveva in forze uno dei fumettisti più in voga del momento: Franco "Bonvi" Bonvicini.
Governi raccontò di aver conosciuto Bonvi sulla rivista "Off Side", dove veniva pubblicata "Sturmtruppen", la più celebre striscia del disegnatore, e dove apparve a puntate anche "Storie dello spazio profondo", sceneggiato dal cantautore Francesco Guccini.
Bonvi aveva un disegno caricaturale ma allo stesso tempo molto leggibile e chiaro, adatto al mezzo televisivo, oltre che una evidente verve istrionica, e Governi lo considerava la scelta più naturale per quello che aveva in mente.
In quel periodo, l'eclettico De Maria, appena trentenne, aveva fondato una società pubblicitaria che ideava e produceva caroselli in animazione, e fu Guccini, con cui già lavorava, a presentargli Bonvi, un giovane disegnatore in cerca di lavoro.
L'intesa tra i due fu immediata e si sviluppò intorno ad un surreale discorso su come andare su Marte a coltivare pomodori (De Maria, fiutando il tipo, si mise a parlare delle difficoltà nel coltivare i pomodori su Marte ma anche dei vantaggi che indubbiamente ne trarrebbe l'umanità se ci fosse riuscita. Il tutto imitando la voce di Carlo Romano, storico doppiatore di Jerry Lewis, che per gli strani scherzi del destino diede poi la voce anche a "Nick Carter").
Con Guccini (che collaborerà alle sceneggiature e alle musiche), De Maria realizzerà uno dei caroselli in animazione più belli e divertenti di quegli anni: "Salomone, il pirata pacioccone", mentre con Bonvi darà vita a "Nick Carter", appunto, il suo personaggio più popolare:
Nick Carter è un poliziotto appartenente alla letteratura popolare americana ma Bonvi e De Maria lo propongono in una versione comico-grottesca che sembrava la chiave giusta per un programma pensato per i ragazzi; un'intuizione che diventò il perno intorno al quale si sviluppò tutta l'operazione di "Gulp!" e "SuperGulp!".
Il 14 settembre del 1972 arriva quindi in televisione "Gulp! I fumetti in Tv", in 12 puntate in bianco e nero, con le sigle di Franco Godi (detto Mr. Jingle per la sua produzione di celebri musiche pubblicitarie) e dove appare per la prima volta Nick Carter.
Con lui nasce il linguaggio dei "fumetti in Tv", e l'episodio pilota, intitolato "Il mistero dei dieci dollari", che serve come provino per la Rai e che darà vita alla serie Tv, viene realizzato tra il 1969 e il 1970 su richiesta di Governi.
A seguito del successo della trasmissione, Bonvi produce poi oltre ottanta storie a fumetti ("Nick Carter Story") pubblicate dal "Corriere dei Ragazzi" tra il 1972 e il 1975.
I disegni di alcuni episodi sono affidati da Bonvi a due suoi allievi, Clod (Claudio Onesti) e Silver (Guido Silvestri), che si occuperanno anche di alcune animazioni del personaggio per "SuperGulp!" su testi di De Maria.
Nick Carter è stato uno dei primi fumetti multimediali: nato per la TV, è approdato poi sulla carta e, nel 2001, è arrivato in rete grazie al sito ufficiale:
Tra i cartoni animati presentati nella prima serie, vale la pena ricordare , "Il signor Rossi" di Bruno Bozzetto (con la collaborazione alla sceneggiatura di Maurizio Nichetti), "La secchia rapita" di Pino Zac (dal poema di Alessandro Tassoni), e "Corto Maltese", basato sull'opera di Hugo Pratt:
Per non risultare da subito troppo spiazzanti, all'inizio gli autori decisero di ricorrere a degli attori come presentatori (la scelta cadde su Aurelio Ponzoni e Renato Pozzetto, in arte Cochi e Renato, una coppia di giovani comici molto famosi in quegli anni), anche se avrebbero preferito lasciare fuori da un programma dedicato unicamente ai fumetti delle persone in carne e ossa, ma a quello arrivarono più tardi, dopo aver acquisito maggiore autonomia.
Le cose andarono però per le lunghe, perché dopo (e nonostante) il riscontro avuto, "I fumetti in Tv" furono accantonati per cinque anni.
Venne sì realizzata la prima puntata della nuova serie, più lunga e articolata, ma poi i finanziamenti necessari passarono ad un altra produzione, uno sceneggiato con Burt Lancaster.
Solo nel 1977 la trasmissione ritornò in onda con il titolo di "SuperGulp! I fumetti in Tv", arricchita di nuovi personaggi (nel 1981 cambiò ancora nome in "Buonasera con... SuperGulp!").
Il nuovo titolo del programma venne deciso considerando che ora aveva una durata superiore della precedente versione e soprattutto perché era a colori.
Anche in questa edizione aderiscono ancora grandi nomi del fumetto e dell'animazione italiana, come Bruno Bozzetto e Hugo Pratt che ripropongono rispettivamente "Il signor Rossi" e "Corto Maltese", ovviamente Bonvi con "Nick Carter", "Marzolino Tarantola" e la versione animata delle già citate "Sturmtruppen", a cui si aggiungono Sergio Bonelli con "Tex", il decano dei fumetti italiani (di cui viene animata una delle storie più celebri da lui scritte per quella serie, "El Muerto"), Silver con il suo "Lupo Alberto", Jacovitti con "Cocco Bill", "Jak Mandolino", "La famiglia Spaccabue" e "Occhio di Pollo", e poi Max Bunker (Luciano Secchi), che oltre a permettere di acquisire di nuovo i diritti per i cartoon dei vari supereroi della Marvel Comics prodotti dalla Hanna&Barbera e dalla Grantray-Lawrence Animation (come "Fantastici Quattro", "Thor" e "L'Uomo ragno", allora pubblicati in Italia dall'editoriale Corno per cui Secchi lavora), rende possibile tradurre in animazione anche "Alan Ford", il fortunato fumetto da lui realizzato con Magnus. Vengono trasmessi anche i cartoni e i fumetti animati di "Asterix", "Rip Kirby", "Cino e Franco", "Mandrake", "Phantom", "Tintin" e "Charlie Brown", solo per citarne alcuni.
Al contenitore fu trovata una collocazione nuova, quella della fascia preserale, e Nick Carter e i suoi fidi aiutanti, Patsy e Ten, furono questa volta promossi nel ruolo di presentatori. Un altro personaggio di De Maria che nella seconda serie diventò noto è "Giumbolo", nato nel 1978 e animato da Renato Berselli.
A lui era affidata la sigla finale del programma, scritta dallo stesso De Maria insieme a Godi (il 45 giri del brano superò le 100.000 copie di venduto):
Partendo dallo spot di Paul Campani, viene codificato un vero e proprio linguaggio da "telefumetto" e sullo schermo un team di selezionati doppiatori contribuiscono a dare ai personaggi delle voci caratteristiche e sempre adeguate leggendo (per i telespettatori più piccoli) i balloon che appaiono di volta in volta. Le tavole dei vari disegnatori vengono filmate da una macchina da presa in grado di zoomare e carrellare, alternando primi piani e campi medi in modo da dare dinamicità ai disegni e alla narrazione.
Il successo fu travolgente e la trasmissione divenne subito un vero e proprio cult, raggiungendo l'83% di indice di gradimento e facendo concorrenza a programmi di punta della Rai. Ebbe inoltre il merito di far conoscere ad un vasto pubblico il mondo dei fumetti e molti dei suoi protagonisti.
Nonostante il grande successo (tanto che cominciarono ad apparire dei programmi simili), "SuperGulp!" venne interrotto per decisione degli autori, principalmente perché sentivano il cambio di gusto in atto tra i più giovani a favore dei tanti anime che stavano arrivando dal Giappone, e, come ebbe a dire proprio Governi: "Facemmo come Greta Garbo, ci ritirammo dal mercato prima di subire le ingiurie del tempo".
Qui trovate una puntata di "SuperGulp! I fumetti in Tv", con i personaggi di "Alan Ford e il Gruppo T.N.T", "Corto Maltese", "Jak Mandolino", "Sturmtruppen" e "Giumbolo", e dove nel finale è presente anche un lungo dietro le quinte con gli autori al lavoro, seguita da altre animazioni (clip, sigle o episodi completi) che furono presentate nel programma:
"Sturmtruppen" (trovate QUI altri episodi):
"Tex - El Muerto":
"Mandrake" (clip):
"Phantom - L'Uomo mascherato":
"L'Uomo ragno" (sigla):
Per sfruttare la grande popolarità della trasmissione, che poteva garantire buone possibilità d'incasso anche al cinema, nel 1979 viene realizzato "I supereroi di SuperGulp!", un film animato diretto da Guido De Maria in cui i personaggi di Nick Carter e soci presentavano un'antologia di cartoon ancora inediti degli eroi americani visti in "SuperGulp!". L'esperimento rappresentò la prima uscita Marvel nelle sale cinematografiche italiane, ed è poi stato trasmesso in televisione in alcune tv locali (integralmente o spezzettato in più parti) ma mai dalla Rai né mai edito in dvd:
Per chiudere, qui trovate i ringraziamenti degli autori realizzati nel 1981 per salutare i telespettatori alla conclusione della trasmissione, a cui sono stati aggiunti quelli relativi alla serie di dvd pubblicata nel 2011:
Buona visione!
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