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  • Immagine del redattorePasquale Frisenda

"Frankenstein" di Mary Shelley - L'audiolibro

Aggiornamento: 13 gen 2021

Uno dei miti della letteratura moderna affonda le sue radici nelle più profonde paure umane: la figura del mostro è probabilmente l'incarnazione della mancanza di etica che la bramosia umana spesso accetta in favore del proprio appagamento.

"Ti chiesi io, Creatore, dall'argilla di crearmi uomo? Ti chiesi io dall'oscurità di promuovermi?" (citazione da "Paradiso perduto" di John Milton apparsa nella prima edizione di "Frankenstein" uscita nel 1818)


"Hai pensato ad una storia?", mi si chiedeva ogni mattina, ed ogni mattina ero costretta a rispondere con un "No" mortificante. Ogni cosa deve avere un inizio - per parafrasare Sancho Panza - e questo inizio deve essere legato a qualcosa che lo precede. 

Gli Hindù hanno posto un elefante a sorreggere il mondo, ma poi hanno raffigurato l'elefante sorretto da una tartaruga. La capacità di inventare, bisogna ammetterlo con umiltà, non consiste nel creare dal nulla, ma dal caos. Bisogna innanzitutto procurarsi la materia prima; l'invenzione può dare forma ad una sostanza oscura e inerte, ma non può creare la sostanza stessa. In tema di scoperte e di invenzioni, anche quelle che appartengono al regno dell'immaginazione, torniamo continuamente alla storia di Colombo e dell'uovo. L’invenzione consiste nella capacità di cogliere le possibilità di un soggetto e nel saper dar forma e attrattiva alle idee che contiene in sé".

(Mary W. Shelley - dall'introduzione a "Frankenstein" dell'edizione del 1831)


Ben lungi dall'essere semplicemente un romanzo gotico o horror, il "Frankenstein" ("Frankenstein; or, the modern Prometheus") di Mary Shelley è un'opera in cui la allora diciannovenne scrittrice affronta temi complessi oltre che scottanti, alcuni dei quali attualissimi anche ai giorni nostri.

Il romanzo, scritto tra il 1816 e il 1817 e pubblicato per la prima volta nel 1818 (poi modificato per una seconda edizione del 1831), ha una struttura epistolare e raccoglie tutte le missive che un giovane capitano ed esploratore inviava alla sorella. Argomento principe di tali lettere era la storia che a questo capitano venne narrata a sua volta da un tale Victor Frankenstein, uno scienziato a cui l'uomo di mare aveva salvato la vita durante una spedizione al Polo Nord e che, una volta tratto a bordo della nave e adagiato nel proprio letto di morte, aveva deciso di liberare la propria anima dai terribili incubi che la opprimevano, raccontando il proprio tragico vissuto...


La genesi del romanzo avvenne nel maggio del 1816, quando Mary Wollstonecraft Godwin in Shelley accettò l'invito della sorellastra, Claire Clairmont, diventata l'amante di lord Byron, di seguirla a Ginevra. Il tempo piovoso (fu l'Anno senza estate) confina spesso i dimoranti in albergo e questi occupano il tempo leggendo traduzioni in francese di storie di fantasmi dalla letteratura tedesca, e Byron propone allora di comporre loro stessi una storia di quel genere. Le lunghe conversazioni dei presenti vertono sulla natura della vita, sul lavoro di Charles Darwin e sulle ricerche di Luigi Galvani. Tali pensieri scatenarono l'immaginazione di Mary e portarono alla fine a procurargli un incubo: uno studente che si inginocchia di fianco alla creatura che ha assemblato; creatura che, grazie a una qualche forza, comincia a mostrare segni di vita. Mary inizia il racconto decisa a ricreare quel terrore che essa stessa ha provato nell'incubo: il successo dello scienziato nell'animare la creatura l'avrebbe terrorizzato ed egli sarebbe scappato davanti ad essa, sperando che, abbandonato e in balia del mondo, l'essere sarebbe morto; ma la creatura rimane sconcertata dalla sua solitudine ("Persino Satana aveva i suoi compagni che lo ammiravano e incoraggiavano; ma io sono solo") e avrebbe voluto delle spiegazioni, similmente a quelle di Adamo del "Paradiso Perduto" di John Milton.

Il marito di Mary la spinse poi a sviluppare maggiormente la storia, che venne continuata una volta tornati in Inghilterra.


Trovate QUI l'audiolibro del romanzo, letto da Tommaso Ragno e tradotto da Luca Lamberti per il programma "Ad alta voce" di Radio3.


Buon ascolto!


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