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  • Immagine del redattorePasquale Frisenda

F come Fumetto (9): "Mort Cinder" di Héctor G. Oesterheld e Alberto Breccia (1962)

Aggiornamento: 6 gen 2019

Brevi segnalazioni su singole storie, albi, libri e serie rigorosamente a fumetti.

"Mort Cinder" di Héctor G. Oesterheld e Alberto Breccia (Argentina - 1962)


"Chi è Mort Cinder? Apparentemente e superficialmente un uomo che non muore mai, o meglio, che può resuscitare per vivere altre avventure dove può ancora morire. In realtà, Mort Cinder è solo un trucco per farci sentire più reali, più vere, situazioni dove la vera protagonista è proprio la morte. Mort Cinder ha vissuto in tutti i tempi e in tutte le situazioni storiche. Era uno schiavo sulle navi negriere. Era uno dei tanti che hanno costruito la Torre di Babele. Era uno degli spartani alle Termopili. Un condannato nel penitenziario di Blue Dove. Un combattente nella Seconda Guerra Mondiale. Mort Cinder è stato dappertutto, ha sofferto dappertutto. Mort Cinder è in realtà un non-personaggio". (dall'introduzione di Beppi Zancan al volume "Gli Uomini dagli occhi di piombo" - ed. Oscar Mondadori - 1974)


"Con movimenti pesanti, stanchi, movimenti di muscoli intorpiditi, Mort Cinder lasciò la fossa che lo aveva ospitato per una settimana e si abbattè sulla panchina, gettando indietro la testa come per bagnarla di Luna e di stelle. Respirò affannosamente, e poi disse: "Nuvole... stelle... niente è più bello delle stelle viste da sotto le nuvole. In qualunque mondo. Ma viste da sopra le nuvole, le stelle possono essere terribili..." (da "Mort Cinder" di Héctor G. Oesterheld e Alberto Breccia)


"Una sera, la tranquilla vita dell'anziano antiquario Ezra Winston (plasmato sulle fattezze dello stesso Breccia, in realtà opportunamente invecchiato essendo allora più giovane del personaggio) viene sconvolta dall'apparizione di uno strano uomo, Mort Cinder. Winston si renderà presto conto che si trova di fronte all'impossibile: Mort Cinder è infatti un immortale, o, meglio, un uomo dalle mille morti, che nella sua esistenza ha partecipato ad innumerevoli vicende restate poi celebri nella storia dell'uomo, e di cui può raccontare la corretta versione dei fatti..."


Nata sulle pagine della rivista "Misterix", la serie diventa quasi immediatamente, come accadde anche per "L'Eternauta" (scritto sempre da Héctor Germán Oesterheld), uno dei simboli dell'historieta argentina, e di sicuro rappresenta una pietra miliare nella storia del fumetto mondiale. In "Mort Cinder" gli autori hanno saputo miscelare i generi più disparati e con una capacità e un livello tale che si può ritrovare solo in quelle opere che hanno le basi per diventare dei classici. Lontanissimi da mode o dalla volontà di strizzare l'occhio ad altri generi non riconducibili strettamente al fumetto, Héctor G. Oesterheld e Alberto Breccia creano per il loro personaggio un mondo inquietante, dove nulla è certo e anzi dove la realtà è composta da infinite sfumature. Mort Cinder è un concentrato di angosce e superstizioni che in qualche modo ogni persona ha sentito o con cui ha avuto a che fare.

Nelle varie storie che compongono la serie (tutte relativamente brevi, e anche questo è un punto a favore della grande capacità di scrittura di Oesterheld, non a caso uno dei padri dell'historieta e uno dei più rivoluzionari scrittori che si siano mossi nel mondo del fumetto), si trovano sia toni realistici che fantastici, horror o fantascientifici, e i lettori possono percepire in maniera sempre vivida le vicende dei personaggi, la loro disperata solitudine di prigionieri reclusi, l'orrore della guerra, la follia degli uomini di ogni tempo, o l'enfasi per una epica lotta. Quello che sta a cuore agli autori sembra essere la possibilità di esaminare gli eccessi e le insensatezze che hanno costellato la storia umana, muovendosi, grazie al loro personaggio, nel tempo e nello spazio, ma concentrandosi su episodi che possono avere significati metaforici e morali: l'innato desiderio di opprimere il nostro prossimo, la follia di molti gesti e pensieri, ma anche la sete di sapere e di conoscenza in tutte le sue varie sfaccettature, sia positive che negative.


A dare ulteriore peso e valore all'affascinante scrittura proposta da Oesterheld (che, oltre di "Mort Cinder" e dell'"Eternauta", è autore anche di titoli come "Ernie Pike", il "Sgt. Kirk", "Ticonderoga", "Randall" o "Sherlock time"), si aggiungono gli straordinari disegni di Alberto Breccia, che in questo caso comincia a sperimentare tecniche grafiche che lo porteranno poi su strade davvero imprevedibili e sempre spiazzanti. Breccia disegna e dipinge intorno al suo personaggio una fitta rete di incredibili atmosfere, che aumentano in maniera esponenziale le possibilità narrative offerte dalla sceneggiatura. I suoi sono personaggi umanissimi e dolenti, che sentono addosso il peso della vita, ma l'autore uruguaiano sa offrire ai suoi lettori anche squarci di mondi "alieni" oppure ritratti di tempi passati, che restano scolpiti nella mente di chi li guarda per l'assoluta capacità evocativa che quelle pagine sanno trasmettere.


Due mostri sacri del fumetto mondiale, dunque, all'opera in questa serie. Héctor Oesterheld rimane indimenticabile, come è difficile ancora oggi dimenticare il suo destino: dopo la clandestinità, negli anni '70 finì nel tristemente noto elenco dei desaparecidos, sotto la furia della dittatura politica e militare allora presente in Argentina. Alberto Breccia rischiò di fare la stessa fine (a causa di un fumetto sulla storia di Ernesto "Che" Guevara), ma riuscì a sopravvivere, e prosegui la sua carriera proprio nel solco tracciato con Oesterheld in quegli anni, continuando a sperimentare la sua arte e allargando, come pochi hanno saputo fare dopo di lui, gli orizzonti espressivi del fumetto.


Gli episodi di "Mort Cinder", 9 in tutto più un prologo: "Ezra Winston, antiquario" ("Ezra Winston, el antiquario"); "Gli uomini dagli occhi di piombo" ("Los ojos de plomo"); "La madre di Charlie" ("La madre de Charlie"); "La torre di Babele" ("La torre de Babel"); "Nel penitenziario di Blue Dove - 1" ("En la penitenciaria: Marlin"); "Nel penitenziario di Blue Dove - 2" ("En la penitenciaria: El Frate"); "Sacrificio alla Luna" ("Sacrificio a la Luna - El vitral"); "La nave degli schiavi" ("La goleta de los esclavos"); "La tomba di Lisis" ("La tumba de Lisis"), "La battaglia delle Termopili" ("La batalla de las Termopilas"), sono stati pubblicati fra il 1962 ed il 1964, in origine in volumi e riviste dal formato orizzontale. Per questo le edizioni pubblicate successivamente quasi sempre hanno rimontato le tavole a seconda delle esigenze, dal formato pocket a quello di un libro tradizionale, con degli artifici grafici e con l'aggiunta di ritagli di vignette per riempire gli eventuali vuoti nelle pagine.


Qui in Italia il personaggio arrivò per la prima volta sulla rivista "Il Mago", ed è stato poi ripresentato in molte occasioni in volume. Restano nel cuore degli appassionati i 4 volumi della Imago Libri usciti nel 1979 e che raccolgono tutte le storie della serie, ma nel 2008 è uscita per la comma22 un'edizione davvero curatissima in fatto di stampa.


Vi lascio con un video tratto dal programma "Continuarà" e dedicato a Mort Cinder:

P.S. Altre informazioni su Alberto Breccia potete trovarle QUI e QUI.


Buone letture e visione!


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