Brevi segnalazioni su singole storie, albi, libri e serie rigorosamente a fumetti.
"Rifiuti" di Carlos Trillo e Juan Giménez ("Basura" - Argentina - 1987)
"In un mondo che ha oltrepassato da tempo il punto di non ritorno, la gigantesca produzione di rifiuti, unita all'inquinamento e agli effetti devastanti dell'utilizzo di armi chimiche e nucleari, hanno provocato il Grande Disastro, riducendo la Terra ad un immenso cumulo di immondizia. L'unico luogo ancora abitabile in tutto il pianeta è la leggendaria Città Bianca, nella quale si sono rifugiati i pochi eletti che vivono in un mondo asettico ed ipertecnologico, dove la pulizia è diventata suprema legge di vita e che è guidato da severe regole dettate dalla necessità di sopravvivenza, regole che spesso sfociano in un fanatismo quasi religioso. Chi viola le leggi e mette in dubbio le Sacre Scritture rivelate dopo il Grande Disastro viene punito con la morte o, peggio, con l'espulsione dalla Città. Al di fuori di questa struttura sopravvivono a stento i diseredati di ogni tipo, tra malattie, mutazioni e ogni forma di degrado. I più fortunati hanno occupato vecchi edifici e fortini nei quali vivono al riparo dalla maggior parte dei pericoli presenti, cercando di simulare un'esistenza quasi normale, mentre tutti gli altri vivono all'aperto, tra i rifiuti o nelle grotte, senza nessun tipo di protezione, costretti a lottare ogni giorno per tentare di andare avanti e trovare qualcosa con cui nutrirsi. Ma la situazione è destinata a cambiare e una rivolta ha inizio..."
I personaggi principali, almeno nella prima fase della storia, sono due abitanti delle lande ricoperte da macerie e rifiuti, un uomo e una donna che vagano in cerca di cibo, ed è grazie ai loro discorsi che ai lettori vengono agilmente descritte le critiche condizioni del pianeta e di chi lo popola.
Nella Città Bianca viene però condannato un uomo, e come la sentenza suprema prevede, deve essere espulso da quel rifugio finale.
Una volta arrivato nel mondo esterno, l'esule viene scambiato dai popoli che vivono tra i rifiuti per essere il loro salvatore, una sorta di condottiero di cui parlano antiche leggende. Assecondando quella superstizione, l'uomo riesce a sopravvivere, a riunire intorno a sé un esercito e, grazie alla sua conoscenza della Città Bianca, a scagliare un'imprevedibile offensiva contro la roccaforte.
"Rifiuti", l'amara parabola ecologista sceneggiata da Carlos Trillo e splendidamente illustrata dal visionario talento di Juan Giménez, è considerata giustamente una delle più valide rappresentazioni della fantascienza a fumetti, almeno per quel genere legato all'immaginario catastrofico e postatomico.
Pubblicata alla fine degli anni '80, la storia risulta ancora essere drammaticamente attuale, proprio per le notizie che spesso si leggono sui giornali e che trattano l'inquinamento ambientale.
Il giudizio espresso dai due autori sull'umanità non è certo tenero, visto che gli uomini descritti nel tenebroso futuro di "Rifiuti" continuano ottusamente a commettere gli stessi errori che hanno portato il mondo alla catastrofe.
Ma, forse, l'unica possibilità di salvezza suggerita da Trillo e Giménez consiste proprio nel continuare a lottare.
Un'opera da leggere lentamente, questa, e con attenzione - sia per i testi che per gli sbalorditivi disegni - tanto è capace di stimolare riflessioni sulle vicende narrate, che inevitabilmente si fanno specchio di una realtà già molto presente nel mondo che ci circonda e che può suggerire nuove convinzioni circa il nostro atteggiamento verso un futuro che, se lasciato andare nella direzione narrata dagli autori, non può che avere un esito inevitabilmente disastroso e spaventoso.
"Rifiuti" è una storia altamente drammatica, che può persino atterrire, far male per la durezza con cui sono raccontati alcuni momenti e che lancia un segnale di allarme, ma che è anche ricca di notevole fascino, con tavole talmente evocative che non possono lasciare in nessun modo indifferenti chi le guarda.
In Italia la storia è stata pubblicata a puntate nel 1988 sulla rivista "L'Eternauta", dal numero 43 al numero 48, e l'anno seguente sulle pagine del settimanale "Lanciostory".
La storia è stata pubblicata integralmente nel 1993 anche in uno dei supplementi spillati della rivista "Skorpio", ma non a colori, togliendo alle tavole di Giménez buona parte del loro valore.
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