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  • Immagine del redattorePasquale Frisenda

F come Fumetto (14): "Perramus" di Juan Sasturain e Alberto Breccia (1985)

Aggiornamento: 26 ott 2020

Brevi segnalazioni su singole storie, albi, libri e serie rigorosamente a fumetti.

"Perramus" di Juan Sasturain e Alberto Breccia (Argentina - 1985)


"Argentina, anni '70. Con i volti trasfigurati in teschi spettrali dalle tenebre, uno squadrone della morte arriva presso il covo di un gruppo di dissidenti politici. Uno di loro si da ad una vile fuga, abbandonando i suoi compagni al loro triste destino. Approda in una locanda, dove gli viene fornita, in una maniera emblematica, la soluzione ai suoi sensi di colpa. Passa lì il resto della notte, e al suo risveglio scopre che ogni ricordo della propria vita è scomparso: l'uomo che non ricorda neanche più il suo nome, e dovrà cercare di ricostruirsi un'identità e una personalità, mentre il mondo intorno a lui prosegue sul cammino che porta al caos e alla dissoluzione..."


- "Sto molto male e voglio morire." - "Guarda, carino, in questo posto c'è la soluzione dei tuoi problemi: Maria, il piacere, Rosa, la fortuna, o Margarita, l'oblio." ... - "L'oblio. Voglio dimenticare." - "Dimenticherai." (da "Perramus") 


Un uomo in fuga dal proprio passato e dal proprio mondo: questo è l'incipit della prima storia di "Perramus", scritta con grande intelligenza e gusto delle parole da Juan Sasturain e affidata all'enorme estro grafico di Alberto Breccia. Pubblicata per la prima volta sulla storica rivista di fumetti argentini "Fierro" nel 1985 (mentre qui in Italia si è potuta leggere sulle pagine di "Orient Express"), contiene già tutte le linee guida che verranno poi confermate nel prosieguo della serie: la satira spietata verso il potere in tutte le sue incarnazioni, la denuncia della repressione in tutte le sue forme, lo smascheramento di tutte le presunte forme di libertà che nascondono in realtà l'essenza della schiavitù e dell'oppressione, la celebrazione di uno spirito identitario perduto e gli sforzi tesi al recupero della memoria (sia storica che personale).


Uomo senza (vera) identità, Perramus (un nome ricavato semplicemente dalla marca di un impermeabile. "Ma... è un marchio, non un nome!", protesterà poi un altro personaggio, cosa che in tempi come i nostri, dove hanno più importanza i loghi che la qualità dei prodotti che vendono, dovrebbe far riflettere), si ritrova così senza memoria, e per sua scelta: troppe cose da dimenticare, troppi orrori visti. Troppo di tutto. La distruzione umana e sociale portata avanti da ogni dittatura (e in questo caso che sia quella cilena di Augusto Pinochet o quella argentina orchestrata da Jorge Rafael Videla e da Leopoldo Galtieri, non cambia l'esito delle azioni repressive intraprese) è infinita, totale. Dunque Perramus scappa, cerca di sopravvivere al mondo, oltre che alla vergogna di aver abbandonato i suoi compagni. Affonderà ancora nel buio, diventando anche strumento occasionale del massacro, ma, così facendo, prenderà coscienza di quello che a nessuno piace vedere, che è più terribile ed è ben oltre l'orrore più palese: la consapevolezza che le dittature assomigliano spesso a democrazie (false) ben presenti e ben radicate in molti paesi, spesso a causa di rivoluzioni che hanno l'amaro sapore di restaurazioni. 

Nel suo peregrinare, incontrerà poi anche un certo Jorge Luis Borges, un uomo mai sceso a patti con il potere costituito (che forse è il famoso scrittore, forse no).

Non di facile approccio come lettura, e fortemente inquietante, grottesco, spiazzante, ironico, ermetico e surreale, il senso della storia orchestrata da Sasturain e Breccia si può forse ritrovare concentrato in uno scambio di battute tra Borges e lo stesso Perramus:

Perramus: "Maestro... stanno dormendo… perché insiste ancora sull'argumentum ornithologicum?" Borges: "Io non parlo affinché mi ascoltino, così come non mangio affinché mi pesino o sono cresciuto affinché mi misurassero… Capisce?" Perramus: "No." Borges: "Non importa. Non le spiego affinché capisca."


Per i suoi contenuti e valore narrativo, "Perramus" è stato premiato da Amnesty International, la celebre ONG per i Diritti umani.


Le storie di "Perramus" sono state pubblicate qui in Italia sia su "Orient Express" che su "L'Eternauta", e poi in un volume, edito nel 1987 dalla Glénat Italia.


Altre informazioni sull'historieta argentina le potete trovare QUI e QUI.


Buona lettura!


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