Immagini da due albi della miniserie tratta dai racconti di Joe Lansdale.
I numeri 3 e 4 di "Deadwood Dick", intitolati "Fra il Texas e l'inferno" e "Il piombo e la carne", sono usciti in edicola rispettivamente nel settembre e ottobre del 2018.
Nel febbraio del 2019 è arrivato in libreria il volume cartonato che raccoglie entrambi gli episodi (e che gode di una qualità di stampa decisamente superiore agli albi).
I testi di queste due storie sono stati realizzati da Maurizio Colombo (co autore di "Dampyr"), e il bello di lavorare con uno sceneggiatore con cui senti affinità è che non c'è bisogno di spendere troppe parole per capirsi ma si avverte comunque la necessità e il piacere di scambiarsi pareri, suggerimenti, ipotesi, perché si condivide un immaginario comune e ci si arricchisce a vicenda (sicuramente lui lo ha fatto con me) ad ogni incontro o discorso affrontato. Nella mia carriera mi sono capitate alcune esperienze del genere e per me è il miglior modo di lavorare, perché sento che mi fa crescere e che mi fa bene, anche a livello motivazionale, per tentare di dare il massimo. Mi è capitato anche in questa occasione, lavorando su una sorprendente sceneggiatura che tavola dopo tavola si è rivelata essere una sfida continua verso cose che non avevo mai fatto. Un progetto arrivato al momento giusto, perché ne avevo proprio bisogno. Con lui avevo già lavorato anni fa, nel 2004, in una breve storia che ci divertì molto, ed è un piacere aver di nuovo incrociato la sua strada.
Il personaggio scelto da Joe Lansdale come protagonista per un suo ciclo di racconti è esistito davvero e si chiamava Nat Love, un ex-schiavo divenuto famoso nel periodo successivo alla guerra civile americana.
Nacque nel 1854, figlio di schiavi nelle proprietà di Robert Love nella Contea di Davidson, nel Tennessee.
Nonostante a quel tempo l’alfabetizzazione degli schiavi fosse proibita, Nat imparò a leggere e scrivere fin da bambino con l’aiuto di suo padre, Sampson, che godeva di qualche privilegio in quella piantagione.
Una parte delle informazioni sulla sua vita oggi disponibili sono ricavate direttamente dalla sua autobiografia, "Life and Adventures of Nat Love, better known in the Cattle Country as Deadwood Dick", in cui ebbe modo di raccontare come divenne il più famoso cowboy nero del vecchio West.
Dopo la Guerra di Secessione (1861-1865), si trasferì a Dodge City, dove imparò il duro e difficile mestiere del cowboy.
Si allenò a lungo per diventare un bravo tiratore con pistola e fucile, e questo, insieme alla sua abilità con cavalli e bestiame, gli assicurò la stima dei ranchero della zona e anche il suo primo soprannome, "Red River Dick".
Nel 1872, Love si trasferì in Arizona, dove ebbe occasione di incontrare e conoscere autentici miti della storia del West, quali Bat Masterson, Pat Garrett, Billy the Kid e altri ancora.
Il 4 luglio del 1876, nonostante i venti di guerra tra esercito e nativi, riuscì comunque a condurre una grossa mandria di bovini fino a Deadwood, nel Dakota del sud.
In quella città (che prese il nome dalla quantità di alberi morti trovati in quella zona), allettato dal premio disponibile di 200 dollari, si iscrisse ad un rodeo, dove vinse praticamente tutte le gare.
Proprio per questo gli venne affibbiato un nuovo nomignolo, quello con cui sarebbe divenuto davvero famoso, "Deadwood Dick" (ovvero "il tizio di Deadwood", ma si riferiva anche ad un personaggio letterario allora noto in quelle regioni. Il senso che ha oggi la parola "dick" in inglese è cosa più recente).
Dopo altre avventure rocambolesche, dove rischiò non poche volte la pelle, nel 1889 lasciò le praterie e si sposò.
Fece molti lavori e in diverse città, ma con la pubblicazione del suo libro di memorie riuscì a guadagnare una discreta cifra per riuscire a vivere tranquillo.
Morì a Los Angeles nel 1921, all'età di 67 anni.
Deadwood Dick, prima dell'interessamento di Lansdale ("Mi sono innamorato di lui nel 1970 leggendo la sua autobiografia ed è da allora che penso a come trasformarla in un romanzo. È una storia che merita di essere raccontata ancora: Nat è un simbolo di libertà e coraggio"), fu il protagonista di molti racconti e romanzi, e persino di film e telefilm, anche se quasi mai venne rappresentato come era davvero (in una serie televisiva fu persino interpretato da un bianco).
Nella miniserie bonelliana sono stati presi in esame principalmente i racconti di Lansdale ("Soldierin'", "Hide and Horns" e il romanzo breve "Black Hat Jack", ripresentati nel libro "Paradise Sky”) per rielaborare il personaggio nella versione a fumetti, e gli albi offrono tre diverse interpretazioni del protagonista, a seconda dell'ottica e della sensibilità degli autori coinvolti nella realizzazione delle varie storie.
Un ideale "commento sonoro" all'album potrebbe essere questo (è "Dead man theme" di Neil Young, composto per la colonna sonora di "Dead man" - 1995).
Qui di seguito trovate alcuni bozzetti, studi, tavole e vignette tratte dai n.3 e 4, mentre l'illustrazione che apre il post è la copertina del volume "Fra il Texas e l'inferno":
Questa è invece una stampa realizzata per un incontro a Milano in occasione di BookCity 2018:
E per chiudere un breve video dedicato alla realizzazione di un bozzetto sul personaggio:
Buone letture!
Comments