Piccolo ricordo del celebre personaggio creato dai fratelli Pagot, pionieri dell'animazione italiana oltre che maestri del fumetto.
"Il lavoro di papà e dello zio Toni, i loro film, i personaggi, le storie, fatti uscire dai magazzini, hanno ripreso vita e dimostrato di non risentire affatto del passare degli anni, tanto da generare la richiesta di completare la storia di questi creatori di storie e personaggi scrivendo un libro che fosse un po' una raccolta ed una sintesi della loro vita e della loro arte, nonché un'introduzione del lavoro che mia sorella Gi ed io abbiamo cercato di portare avanti nella "Tradizione Pagot." (Marco Pagot)
Toni Pagot (nome d'arte di Antonio Pagotto, nato a Milano il 16 dicembre del 1921 e scomparso il 7 luglio del 2001), con suo fratello Giovanni, detto "Nino" (1908-1972. Entrambi nella foto sotto) sono ricordati come dei pionieri dell'animazione italiana, oltre che maestri del fumetto.
Uno dei più celebri prodotti nati da quello che può essere considerato una sorta di pionieristico studio di animazione italiano, fondato nel 1938 con il nome di Pagot Film (che negli anni vede anche la collaborazione di Marco e Gina, figli di Nino) è il lungometraggio "I fratelli Dinamite" (1949), che insieme a "La rosa di Bagdad" (dello stesso anno) di Anton Gino Domeneghini, è il primo lungometraggio prodotto in Italia.
Il film dei fratelli Pagot, in breve, narra le sconclusionate disavventure dei tre fratelli Din, Don, Dan, che alternano un disastro dietro l'altro, per il divertimento dello spettatore. Questa prima avventura non ebbe però un grande successo, convincendo la Pagot Film a specializzarsi in prodotti televisivi.
Oltre alle collaborazioni con il mondo della pubblicità, per il quale vennero creati i personaggi di "Jo Condor", su idea di Romano Bertola, e di "Grisù il draghetto", creato subito dopo la morte di Nino (avvenuta nel 1972), lo studio di animazione iniziò anche una stretta collaborazione con gli statunitensi William Hanna e Joseph Barbera, per produrre cortometraggi con i loro personaggi.
Successivamente Toni si dedica al mondo del fumetto, iniziando collaborazioni con il "Corriere dei Piccoli" e il "Corriere dei Ragazzi" che, per quasi tutti gli anni '70 pubblicarono le avventure di Calimero per poi iniziare, a partire dal 1977, una lunga e proficua collaborazione con "Il Giornalino". Di questo periodo il suo personaggio più noto e significativo è certamente il poetico "Micromino", un bambino senza famiglia che abita nella discarica della città Solipsia. Con le sue avventure, Toni Pagot ha la possibilità di criticare la società moderna, che già da allora si avviava velocemente verso gli eccessi del consumismo, dimenticandosi spesso del rispetto per l'ambiente e dei bisogni sociali.
Come autore completo sono note le sue riduzioni a fumetti dei racconti vincitori dei concorsi "Peter Pan" e "Scrivi una favola diventerà un fumetto", rivolti ai piccoli lettori delle scuole elementari, le sue storie con i personaggi Hanna-Barbera, in particolare quelle con "Braccobaldo" protagonista, e la serie "I ragazzi di Giocity".
Come sceneggiatore, invece, si ricorda soprattutto la serie "Il fiuto di Sherlock Holmes", versione a fumetti dell'omonima serie animata coprodotta dal suo studio insieme alla Rai e alla Tokyo Movie Shinsha: nata dall'intuizione di Marco Pagot (che venne omaggiato da Hayao Miyazaki in un suo successivo lungomentraggio, chiamado proprio Marco Pagot l'avventuriero protagonista di "Porco Rosso").
La sua ultima storia è "Karol Wojtyla", la biografia a fumetti di Giovanni Paolo II, realizzata in collaborazione con un altro maestro del fumetto italiano, Sergio Toppi, opera che fece il giro del mondo, ottenendo anche una pubblicazione negli Stati Uniti ed una mostra itinerante.
Prima di dedicarsi all'animazione, Nino Pagot prese invece il posto di Antonio Rubino alla direzione artistica de "Il Balilla" e lavorò come illustratore per diverse pubblicazioni.
Negli anni '30 illustrò per la UTET di Torino le serie 4, 5, 7 e 8 della notissima collana per ragazzi "La Scala d'oro". Collaborò anche con l'editore fiorentino Nerbini sulla prima testata di fumetti disneyani al mondo: il "Topolino" formato giornale.
L'attività disneyana dell'autore si svolse negli anni tra il '37 ed il '41, dove disegnò storie sia per "Topolino" che per "Paperino", collaborando soprattutto con Federico Pedrocchi, ideatore dei due giornali e pioniere della scuola dei Disney italiani, ai cui primi passi Pagot contribuì con due storie ispirate al lungometraggio animato "Biancaneve e i sette nani": "Biancaneve e il mago Basilisco" (1939) e "I sette nani cattivi contro i sette nani buoni" (1939-1940)
La collaborazione con quelle pubblicazioni continua con una serie di storie con personaggi realistici, per la maggior parte scritte da Pedrocchi, e che in un certo senso anticipano le collaborazioni che molti maestri del fumetto nostrano, come Sergio Toppi, strinsero con il "Topolino" per la realizzazione di versioni a fumetti di famosi romanzi della narrativa.
Dopo quell'esperienza, Nino Pagot iniziò la sua attività di animatore, ovvero l'aspetto della sua carriera per cui è maggiormente famoso. Tra le serie e i personaggi creati dalla famiglia Pagot si ricordano "Cocco Bacillo, Fantasma", "Omino-goccia", "Pellicano", "Gelsomina".
Muore a Milano nel 1972, proprio alla vigilia dell'esordio di "Grisù il draghetto".
In ogni caso, negli anni '60, crearono "Calimero", il pulcino piccolo e nero doppiato da Ignazio Colnaghi, notissimo personaggio dell'animazione italiana ma celebre anche nel resto del mondo, soprattutto in Francia, Giappone e Germania.
Calimero (il nome deriva dalla chiesa milanese di s. Calimero, dove si celebrarono le nozze di Nino Pagot) appare per la prima volta nel 1963, in una pubblicità di un detersivo nello storico programma Rai Carosello: nel breve video, il pulcino, essendo caduto nel fango, si sporca e diventa tutto nero, e in quel modo non viene più riconosciuto dalla madre, l'indaffarata gallina Cesira. Da lì in poi vive così qualche piccola (dis)avventura, nella quale non sempre la sua bontà d'animo viene ricompensata, ma, alla fine, grazie alle all'efficacia del detersivo pubblicizzato, torna in breve ad essere pulito e contento. La notorietà dei cartoon di Calimero è enorme per tutti gli anni '60 e '70, tanto da far entrare nell'immaginario e nel lessico collettivo sia il nome del personaggio che alcune sue celebri frasi/tormentoni, come: "Tutti ce l'hanno con me perché sono piccolo e nero... è un'ingiustizia però".
Oltre alle storie originali realizzate per gli spot di Carosello, del personaggio vengono realizzati 290 episodi a colori, distribuiti in molti paesi. In Giappone, poi, diverse case di produzione di cartoni animati e di pubblicità, in coproduzione con la Rai, realizzarono diverse serie televisive; la prima tra il 1974 e il 1975, ed una seconda tra il 1992 e il 1993. Ancora oggi Calimero è un personaggio molto noto in Giappone, tanto come in Italia. Nel 1995 fu trasmessa una seconda serie, sempre frutto di una coproduzione italo-giapponese.
Nel 2013 è stata realizzata l'ultima (in ordine di tempo) serie tv dedicata a questo piccolo, grande eroe, prodotta dalla francese Alphanim, che comprende in tutto 104 episodi di 11 minuti ciascuno e completamente in cgi. In Italia è andata in onda su RAI 2 nel 2013/14:
Il sito dedicato a Calimero lo trovate QUI.
Un libro da recuperare dedicato all'arte e alla figura dei fratelli Pagot è di sicuro questo: "The art of Pagot - La meravigliosa storia della famiglia Pagot e dei suoi eroi in carta e inchiostro" di Fulvio Fiori e Marco Pagot, pubblicato a cento anni dalla nascita di Nino Pagot. Dalle pioneristiche esperienze di Nino nell'animazione e nella pubblicità, oltre che nei fumetti, fino alle creazioni dello Studio Pagot, questo volume è uno sguardo ai dietro le quinte della creazione di personaggi come "Calimero" e "Grisù il draghetto", rilanciato nel 2008 da Edizioni BD. Il volume raccoglie una quantità mai vista prima delle opere e degli schizzi di Nino, Toni, Marco e Gina, artisti già al lavoro per Carosello, Walt Disney, Hanna & Barbera. Un omaggio impedibile alla più importante famiglia dell'animazione italiana.
Qui sotto trovate invece alcuni video dove è protagonista (tratti proprio dal Carosello di quegli anni), un piccolo modo per omaggiare i due grandi autori scomparsi:
Buona visione!
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