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  • Immagine del redattorePasquale Frisenda

Settima arte (12): "Koyaanisqatsi" (1982) e "Anima Mundi" (1992) di Godfrey Reggio

Aggiornamento: 27 ott 2023

Video, immagini e informazioni su film e documentari che hanno segnato la storia del cinema (o solo il mio immaginario).

"Koyaanisqatsi - Vita senza equilibrio" ("Koyaanisqatsi - Life out of balance" - USA - 1982) e "Anima Mundi" di Godfrey Reggio (USA/Italia - 1992)

"Fin dalla sua presentazione, "Koyaanisqatsi" ha assunto la dignità di un classico cinematografico moderno. Godfrey e io abbiamo lavorato per un periodo di tre anni all'assemblaggio del film. Si tratta di una collaborazione tra immagini e musica che non ha precedenti nella propria interdipendenza." (Philip Glass)

"Il film non si sofferma su un tema in particolare, così come non racchiude un valore specifico, ma rappresenta, in effetti, un oggetto animato, che avanza nel tempo, il cui significato dipende dallo spettatore. L’arte non possiede un significato intrinseco: in questo sta la sua potenza, il suo mistero e, di conseguenza, il suo fascino. Così, a prescindere dalla mia personale intenzione nel creare questo film, sono consapevole del fatto che qualsiasi significato o valore assunto da "Koyaanisqatsi" si deve unicamente allo spettatore. Il ruolo del film è quello di provocare, di sollevare interrogativi che solo il pubblico è in grado, forse, di risolvere. Questo è il maggior senso di qualsiasi opera artistica: non un significato predeterminato, bensì dedotto dall'esperienza dell'incontro. L’incontro è al centro del mio interesse. Se il fine è il significato, allora la propaganda e la pubblicità rappresentano la sua giusta forma. Per me non è così." (Godfrey Reggio)

Ci sono alcune opere che arrivano a segnarci l'esistenza, perché sono in grado di farci scorgere degli aspetti di noi stessi di cui forse non si era presa piena coscienza.

Opere che possono anche modificare il modo che abbiamo di vedere il mondo.

Una di queste, per quanto mi riguarda, è stata sicuramente "Koyaanisqatsi", lo splendido film documentario diretto da Godfrey Reggio nel 1982.

Koyaanisqatsi è una parola che nella lingua di un'antichissima tribù indiana dell'Arizona, gli Hopi, significa "Vita in tumulto" oppure "Vita senza equilibrio", "Vita in disintegrazione", "Condizione che richiede un altro stile di vita".

Le riprese, realizzate da Reggio in collaborazione con Ron Fricke, autore poi di opere come "Baraka" (1992) e "Samsara" (2011), iniziano nel 1976, ma il progetto richiederà ben 6 anni di lavoro prima di essere portato a termine (fra riprese e montaggio).

Il film è una vera esperienza visiva e la pellicola, ancorandosi a una profezia Hopi ("Koyaanisqatsi" si apre e si chiude con dei graffiti realizzati da quella popolazione), guida lo spettatore attraverso un sorta di viaggio temporale che inizia in un mondo ancora incontaminato (suggerendo un'idea quasi primordiale del pianeta, dove la presenza umana è inesistente), per arrivare poi nel mondo dell'uomo (mostrando come questo lo ha plasmato e piegato ai suoi bisogni, senza mai curarsi delle conseguenze, effettive o solo possibili), che è sempre più frenetico, alienante, ingestibile, demenziale e, appunto, senza (più) equilibrio. Non c'è una vera e propria trama e nemmeno dei dialoghi, ma la pellicola è composta di un susseguirsi continuo e quasi onirico di immagini: si parte dai suggestivi scenari della Monument Valley, simbolo di una natura ancora integra, per arrivare alla rumorosa e caotica realtà di città americane come Las Vegas, Chicago e New York, incarnazioni di uno stile di vita vorace e distruttivo che spazza via e macina ogni cosa, anche le identità di chi ci vive, in un vero e proprio vortice che altro non è che il mondo dall'uomo costruito nei secoli.

"Koyaanisqatsi" fa parte di un progetto sviluppato negli anni successivi da Reggio, denominato "Trilogia Qatsi" e che comprende "Powaqqatsi" ("Vita in trasformazione", del 1988) e "Naqoyqatsi" ("Vita in cui ci si uccide a vicenda", del 2003). La trilogia ha assunto nel tempo un valore quasi unico nel panorama della cinematografia mondiale, e questo grazie al valore che le sue immagini contengono, sia come messaggio che come efficacia, oltre che per la complessa e particolare lavorazione richiesta per portarla a termine.

La colonna sonora, fondamentale per la riuscita dell'insieme, è stata affidata al talento e alla sensibilità di Philip Glass, che arriva a realizzare musiche di una così autentica bellezza e di una tale solennità che riescono a suscitare un'emotiva e assoluta adesione al film da parte dello spettatore. Da tempo considerato come uno dei compositori più influenti della fine del XX secolo, il lavoro di Glass è stato associato al minimalismo essendo costruito da frasi ripetitive e strati mutevoli, un genere che l'autore ha contribuito a far evolvere stilisticamente.


Dopo la sua première in America presso la Radio City Music Hall nel 1983, "Koyaanisqatsi" ha raccolto molti riconoscimenti, tra cui l'Audience Award (premio assegnato dal pubblico) per il Miglior film al Filmex, mentre le musiche di Philip Glass sono state premiate come Migliore colonna sonora originale dalla Los Angeles Film Critics Association. "Koyaanisqatsi" è stato presentato in molti festival cinematografici in tutto il mondo, riportando il titolo di Miglior film presso il Sao Paulo Film Festival e Il Premio della critica presso il Lisbon Film Festival ed il Premio della città di Madrid presso il Madrid Film Festival. Nel 2000 la pellicola è stato scelta per essere conservata nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti d'America.

QUI trovate il sito del film, mente questi sono i trailer dell'intera trilogia, una clip del film che contiene "Pruitt Igoe" e il video di "Prophecies", ovvero due dei tanti e suggestivi brani realizzati dal celebre compositore per la colonna sonora di "Koyaanisqatsi".

"Koyaanisqatsi" - trailer:

"Powaqqatsi" - trailer:

"Naqoyqatsi" - trailer:

"Pruitt Igoe" - clip da "Koyaanisqatsi":

"Prophecies" - dalla colonna sonora di "Koyaanisqatsi":

Godfrey Reggio e Philip Glass sono gli autori anche di un'altra straordinaria opera: "Anima Mundi", un documentario di 29 minuti prodotto e distribuito nel 1992 in occasione della campagna in difesa della diversità biologica promossa dal WWF (World Wildlife Fund).

La perfetta fusione delle immagini elaborate da Reggio con le musiche di Glass evoca inevitabilmente la "Trilogia Qatsi", che ha non poche affinità anche con questo progetto.

Lo stile narrativo, sostenuto dalla colonna sonora che si abbina all'arrangiamento di antichi canti folklorici, per lo più del Terzo Mondo, riesce a creare un coinvolgimento sensoriale non comune.

Gli occhi sono generalmente intesi come lo specchio dell'anima, e qui si può vedere un mondo che ci guarda attraverso quelli degli animali - insetti, uccelli, grandi felini, primati - mentre noi possiamo osservare e immergerci nei loro. Anima Mundi (The Soul of the World/L'anima del mondo, altro titolo con cui è conosciuto il mediometraggio) è il concetto filosofico presente anche nel "Timeo" di Platone (360 a.C.): "... questo mondo è in effetti un essere vivente dotato di anima e intelligenza. Una singola entità vivente che contiene tutte le altre, che con essa sono in relazione in virtù della loro stessa natura", che sta a indicare la vitalità della natura nella sua totalità, da cui prendono forma i singoli organismi, che pur articolandosi e differenziandosi secondo le proprie specificità individuali, risultano tuttavia uniti tra loro da un legame atavico, più profondo e universale. Il film offre agli spettatori non poche riflessioni, ma principalmente di arrivare a sentirsi elementi del mondo.

Diviso in quattro parti, "Anima Mundi" è sicuramente un'opera destinata alla causa ecologista ma è anche una lezione di cinema: svela l'importanza determinante dei meccanismi del montaggio (opera di An Unger e Miroslav Janek), della sceneggiatura (di Reggio), della fotografia (di Graham Berry) e degli effetti ottici, finalizzati ad ottenere il risultato più efficace possibile in un linguaggio unicamente visivo e sonoro.

La pellicola aprì la 48° Mostra del Cinema di Venezia nel 1992 ma non arrivò nelle sale. Venne premiata al São Paulo International Film Festival; al Bombay International Film Festival; al San Francisco International Film Festival; e al Seattle International Film Festival. "Anima Mundi" lo trovate completo qui:


Buona visione e ascolto!





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